I Pink Floyd al comando della classifica 53 anni dopo: l’album live a Pompei è un nuovo n.1

Un clamoroso ritorno per i Pink Floyd che s ripresentano al vertice delle classifiche britanniche con il Live at Pompeii, la registrazione del celebre concerto del 1972 nell’anfiteatro romano. È il loro settimo album numero uno nel Regno Unito.

Un ritorno in vetta che ha dello straordinario e che in qualche modo a distanza di oltre mezzo secolo dall’esibizione tra le rovine dell’antica Pompei, riporta al centro dell’attenzione i Pink Floyd, una delle band più iconiche e straordinarie della storia del rock.

Pink Floyd Pompei
Uno scatto della mostra fotografica del leggendario concerto Pink Floyd-Live in Pompei – Credits Pink Floyd Press Office (abruzzo.cityrumors.it)

Pink Floyd at Pompeii – MCMLXXII, è la prima pubblicazione autonoma e in alta definizione audio e video del leggendario set live del 1971, immortalato da Adrian Maben nel famosissimo film-concerto del 1972.

Pink Floyd, di nuovo numero uno

Si tratta del settimo album della band britannica che raggiunge la numero uno. E i Pink Floyd con questo traguardo aggiornano anche il proprio bilancio di presenze nella top ten, salendo a quota venti.

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L’uscita è accompagnata da una riedizione cinematografica del film originale restaurato in 4K, distribuito anche in versione IMAX, e da un nuovo missaggio audio curato da Steven Wilson.

Pink Floyd, un nuovo numero uno nel 2025

Il successo di Pink Floyd at Pompeii – MCMLXXII rappresenta un traguardo straordinario per una band che continua a riscrivere la propria storia discografica anche a distanza di decenni. Secondo quanto riportato dalla Official Charts Company, l’album è stato il più venduto nel Regno Unito nella settimana di riferimento, scalzando dalla vetta concorrenti ben più attuali e affermandosi anche come il vinile più acquistato del momento.

Sette album che fanno la storia

Era dal 2014, con The Endless River, che i Pink Floyd non raggiungevano la vetta della classifica. Prima ci erano riusciti con Atom Heart Mother (1970), Wish You Were Here (1975), The Final Cut (1983), The Division Bell (1994) e Pulse (1995). Proprio The Endless River, lavoro che chiude simbolicamente la loro produzione in studio, era stato celebrato come l’ultima testimonianza originale della band. Ora, però, è un album storico a riportarli al centro della scena.

Pink Floyd at Pompeii: un album leggendario

La nuova pubblicazione raccoglie le registrazioni audio del celebre concerto a porte chiuse tenutosi nel 1971 nell’anfiteatro romano di Pompei. Il set include brani tratti da album come A Saucerful of Secrets, Ummagumma e Atom Heart Mother, realizzati con Syd Barrett, quando la band era nel pieno della propria fase sperimentale.

Il missaggio del 2025 è stato affidato a Steven Wilson, punto di riferimento della scena progressive contemporanea, e ha restituito nuova profondità sonora a un’esibizione già di per sé unica per contesto e resa visiva. Il film originale, girato da Adrian Maben, è stato completamente restaurato a partire dai negativi originali in 35mm ed è ora in programmazione nei cinema di tutto il mondo. Italia compresa…

Pink Floyd Pompei
Roger Waters durante il concerto di Pompei – Credits Pink Floyd Press Office (abruzzo.cityrumors.it)

Un successo anche cinematografico

Parallelamente all’uscita dell’album, Pink Floyd at Pompeii ha fatto ritorno nelle sale, generando interesse anche al box office. Secondo Forbes, il film ha già incassato oltre 6.5 milioni di dollari a livello globale, confermandosi come uno dei progetti musicali più redditizi dell’anno. La versione restaurata ha conquistato anche le sale IMAX, con proiezioni evento in molte capitali europee.

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“L’intenzione era quella di catturare il suono della band nel suo stato più puro, priva di pubblico, immersa nella maestosità di un sito archeologico millenario –  ha ricordato il regista Adrian Maben. Il risultato, oggi, viene celebrato non solo dai fan di lunga data, ma anche da una nuova generazione di ascoltatori.

Pink Floyd, tra classici e nuove prime posizioni

Nonostante il successo globale di The Dark Side of the Moon, l’album più iconico della band non ha mai raggiunto il numero uno nel Regno Unito. Nel marzo 1973 fu infatti battuto da una raccolta dimenticata: 20 Flash Back Greats of the Sixties. Altri dischi fondamentali della carriera dei Pink Floyd, come Meddle, Animals e The Wall, si sono fermati alla top 3, superati da artisti come Rod Stewart, Abba o The Shadows.

Con Pink Floyd at Pompeii – MCMLXXII, la band torna a dettare legge, riportando sotto i riflettori un repertorio che, pur non presentando il classico repertorio di brani da classifica, continua a conquistare per profondità e originalità.

Pink Floyd e la lunga corsa dei grandi album dal vivo

Il ritorno in classifica di Pink Floyd at Pompeii ha riacceso anche il dibattito sui migliori live album della storia. Di fatto si tratta di un concerto: ma senza spettatori….

L’album, ora disponibile anche in vinile per la prima volta in formato indipendente, va ad arricchire un catalogo già ricchissimo, che nei prossimi mesi potrebbe riservare ulteriori sorprese. Secondo indiscrezioni, Sony sarebbe pronta ad acquisire definitivamente i diritti del catalogo della band per una cifra vicina ai 400 milioni di euro. Il tutto mentre Roger Waters resta fuori dal gruppo attuale che comprende solo Nick Mason e David Gilmour dopo la scomparsa di qualche anno fa del tastierista Richard Wright. Difficile se non impossibile pensare che la band possa riappacificarsi. Waters ha concluso il suo lunghissimo tour solista, durato oltre due anni. Gilmour e Mason hanno in programma diversi concerti anche quest’anno: ma da soli, con le loro band.

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