Pescara, Del Vecchio intercettato al telefono: “Abbiamo consentito il bagno con il mare così inquinato”

Pescara. Bufera contro il vice sindaco di Pescara Enzo Del Vecchio, al centro delle intercettazioni telefoniche, pubblicate negli ultimi giorni, riferite all’inchiesta sul divieto di balneazione tenuto nascosto ad agosto scorso, quando la fogna di via Raiale si ruppe e riversò direttamente nel fiume e nel mare milioni di litri di liquami inquinanti.

Insieme a lui, come si legge dalle pagine de Il Messaggero,  il dirigente Tommaso Vespasiano, intercettati al telefono dagli investigatori mentre parlavano dei dati rilevati dalle analisi sull’acqua di via Balilla, dove il  valore “si è raddoppiato rispetto al minimo”, diceva Vespasiano, implicato insieme a vice e sindaco Alessandrini per aver emanato l’ordinanza di divieto ma non resa pubblica anche in virtù delle successive analisi che, dopo la disinfezione chimica dell’acqua con centinaia di litri di Oxystrong, facevano registrare il rientrato allarme. Le prime il 31 luglio, le seconde il 3 agosto, quando era già scoppiata la polemica e Del Vecchio sollecitava Vespasiano: “Io faccio preparare l’ordinanza di divieto di balneazione”, dice il dirigente al telefono, sentendosi rispondere, “dobbiamo metterla subito, se riusciamo a metterla vediamo che data dargli”, confermando in un certo qual modo la tesi accusatoria dell’ordinanza post-datata.

Tra i due, però, sarebbe l’amministratore a farla più grossa: Vespasiano, secondo le trascrizioni de Il Messaggero, sottolineava che “la data è di oggi, per forza”, mentre Del Vecchio cercava di persuaderlo ma confessando di non aver impedito che migliaia di persone si fossero immerse nell’acqua di fogna: “Vediamo di rintuzzare la polemica”, risponde al dirigente, “dato che sabato e domenica abbiamo consentito il bagno con il mare così inquinato». Poi, alla luce dei dati positivi, un’altra ammissione di colpa catturata dalla “cimici” degli inquirenti: “Le analisi sono buone quindi l’ordinanza va bloccata e anche i cartelli”, continua Del Vecchio, “La R. (nome criptato nel testo dell’intercettazione, Ndr) mi ha detto: ‘vabbè, stando così le cose potete rimuovere il divieto’. Ma noi non lo abbiamo mai messo, quindi figuriamoci”.

Incalzato dai timori del dirigente, preoccupato di superare “il problema” di quanto accaduto il 30 luglio, ai primi di agosto Del Vecchio risponde: “Quello ormai Tommà… è certificato che gli vuoi fare? Ormai lì abbiamo omesso e neanche tanto perché purtroppo la comunicazione al sindaco è arrivata alla sua segreteria non a lui e l’ha vista il 3. Però a quel punto è arrivata la nuova comunicazione per cui abbiamo fatto la doppia ordinanza”.

E mentre rimangono in piedi le accuse per omissioni d’atti d’ufficio, si scatenano le ire degli oppositori del vice sindaco Pd. “Questa Giunta deve andare via”, tuonano i consiglieri comunali del M5S”, autori di una mozione “che che ricordi al Sindaco il suo dovere, chiedendo di  comunicare attraverso la stampa, i social network, il sito internet istituzionale del comune nonché con l’ausilio di annunci sonori le eventuali situazioni di inquinamento e di non balneabilità temporanea delle acque della costa di Pescara al il fine di tutelare la salute dei cittadini”.

“Com’è possibile permettere al sindaco Alessandrini e alla sua maggioranza di continuare a governare una città che non si può più fidare del loro operato”, si domandano, invece, Armando Foschi e Berardino Fiorilli (Ass. Pescara Mi Piace, che invocano le dimissioni “per consentire al territorio di tornare con serenità alle urne ed eleggere una maggioranza capace di assumere la guida di Pescara”.

 

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