Oltre 260mila posizioni aperte: le figure più cercate sono queste e non serve la laurea

Buone notizie per chi è alla ricerca di un’occupazione: al momento sono aperte ben 260mila posizioni in tutta Italia e in diversi settori. Per ricoprire la maggior parte dei ruoli non è nemmeno richiesta la laurea. Vediamo quali sono le figure più cercate.

C’è una piaga che continua ad affliggere l’economia del nostro Paese e questa piaga si chiama disoccupazione. A farne le spese è tutta la comunità e non solo i diretti interessati. Le persone senza un lavoro, infatti, non hanno potere d’acquisto e questo incide su tutte le altre attività. Chi non ha potere d’acquisto, infatti, non può fare acquisti nei negozi, non può comprare una casa, non può andare al ristorante o fare vacanze in hotel.

Uomo che punta dita con scritta rubrica lavoro
Oltre 260mila posizioni aperte: le figure più cercate sono queste e non serve la laurea/Abruzzo.cityrumors.it

Paradossalmente, però, mentre le schiere dei disoccupati sono sempre molto folte, dall’altro lato della barricata ci sono anche aziende che non trovano personale. Come è possibile? La domanda c’è e l’offerta anche eppure sembrano non riuscire ad incontrarsi e a dialogare.

Al momento, in Italia, sono circa 260mila le posizioni aperte e per le quali si fa fatica a trovare personale. Molte di queste occupazioni non richiedono nemmeno il possesso di una laurea. Nel prossimo paragrafo vediamo, nel dettaglio, quali sono le figure più cercate.

Si cercano 260mila lavoratori in tutta Italia: ecco le figure più richieste

La situazione economica dell’Italia sta vivendo un periodo complicato più che mai. Dopo i due anni di pandemia di Covid il nostro paese ha saputo rialzarsi e molte aziende ora cercano personale ma purtroppo non lo trovano. Eppure i disoccupati sono ancora tanti. Cosa non torna?

persone che parlano in ufficio con scritta
Si cercano 260mila lavoratori in tutta Italia: ecco le figure più richieste/Abruzzo.cityrumors.it

La richiesta di personale da parte del settore del commercio e della ristorazione sale del 4% rispetto allo scorso anno ma almeno 260mila figure mancano all’appello e questa carenza di personale rischia di frenare la crescita di due dei settori che, da sempre, fanno da traino all’economia italiana.

Le figure più cercate al momento sono commessi, camerieri, cuochi, pizzaioli, barman ma anche addetti alla pulizia delle camere negli alberghi e poi anche macellai, gastronomi e addetti al banco del pesce. Lavori per i quali non è richiesta la laurea. Eppure le aziende non riescono a trovare quello che cercano.

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Non si trovano 260mila lavoratori: ecco perché domanda e offerta in Italia non s’incontrano

L’Italia, da tempo, vive un grande paradosso:  da un lato ci sono migliaia di aziende che cercano personale, dall’altro ci sono milioni di disoccupati eppure domanda e offerta non riescono più a incontrarsi. Come mai? Che cosa sta succedendo? Di sicuro tutto questo crea una grave ferita all’economia nazionale.

due mani che si stringono
Non si trovano 260mila lavoratori: ecco perché domanda e offerta in Italia non s’incontrano/Abruzzo.cityrumors.it

Secondo l’analisi di Confcommercio uno dei dati che non si può trascurare è il drastico calo demografico: tra il 1982 e il 2024 la popolazione giovane – di età compresa tra i 15 e i 39 anni – è diminuita di 4,8 milioni. Non solo: le ambizioni dei giovani sono cambiate e oggi sono sempre meno quelli che vogliono fare lavori come quelli sopra menzionati cioè camerieri o commessi o macellai.

Molti ragazzi e molte ragazze studiano e dopo la laurea si trasferiscono all’estero oppure preferiscono lavori legati al mondo del digitale e dei social. Inoltre un altro elemento che rema contro le aziende è la poca disponibilità a spostarsi dalla propria regione. Come uscire da questa impasse che rischia di far “andare a bagno” la nostra economia?

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L’unica soluzione possibile sarebbe un dialogo più intenso tra scuola e mondo del lavoro. Per quanto siamo, storicamente, un paese di artisti e poeti è anche vero che oggi il mercato cerca altre competenze e la scuola dovrebbe formare anche in base alle nuove esigenze che si sono create e che verranno a crearsi nei prossimi anni.

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