Lavori part-time in pensione? Questo nuovo diritto ti riguarda e potrebbe salvarti lo stipendio: la nuova circolare INPS

Ci sono novità per chi lavora part-time in pensione. Una nuova circolare INPS ha spiegato qual è il nuovo diritto che potrebbe salvare lo stipendio.

Per molte persone, l’idea di lasciare il mondo del lavoro e andare in pensione rappresenta il raggiungimento di una meta tanto sognata e desiderata. Ma non tutti sono della stessa opinione, perché alcuni non sono pronti a staccare completamente. Tanto che è sempre più popolare l’opzione di lavorare part-time dopo il pensionamento, in questo modo ci si gode sia il meritato riposo ma senza dover rinunciare all’impegno professionale.

uomo al pc e logo inpas
Lavori part-time in pensione? Questo nuovo diritto ti riguarda e potrebbe salvarti lo stipendio: la nuova circolare INPS – abruzzo.cityrumors.it

Non tutti sanno che per diversi anni non era possibile lavorare dopo aver raggiunto la pensione, perché il rischio era la perdita completa del trattamento pensionistico. Le cose però sono cambiate nel corso degli anni, tanto che nel 2008, con il decreto legge 112, è stato sancito che chiunque percepisse un assegno pensionistico di vecchiaia, anzianità o anticipata può tranquillamente riprendere a lavorare senza avere ripercussioni sugli introiti pensionistici. Tuttavia, è necessario conoscere tutte le informazioni per evitare sorprese future.

I pensionati, infatti, hanno la possibilità di dedicarsi liberamente sia alle attività dipendenti che autonome, oppure fare qualche prestazione occasionale. Tuttavia, con il passare del tempo ci sono stati dei cambiamenti. Non solo sono state introdotte delle limitazioni, ma c’è anche un nuovo diritto che riguarda chi lavora part-time in pensione. A comunicarlo è stato direttamente l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Lavorare dopo la pensione: attenti alle limitazioni

Ci sono alcune limitazioni per chi lavora in pensione. La prima riguarda i contributi puri, parliamo di coloro che hanno versato i primi contributi lavorativi dopo il 1° gennaio 1996: gli uomini devono avere almeno 65 anni e le donne 60 anni, ed aver maturato un tempo di almeno 40 anni di contributi versati.

uomo anziano al pc
Lavorare dopo la pensione: attenti alle limitazioni  – abruzzo.cityrumors.it

Coloro che percepiscono una pensione di inabilità (un sussidio economico che viene erogato a coloro che hanno dimostrato di essere inabili al lavoro) non hanno il diritto di svolgere una attività di lavoro, altrimenti si procede con la cessazione del rapporto professionale e la cancellazione di tutte le liste di appartenenza.

Non possono cumulare il reddito pensionistico con quello lavorativo coloro che fanno parte di Quota 100 (chi ha compiuto 62 anni e versato più di 38 anni di contributi) perché bisogna raggiungere i 67 anni di età. La sola eccezione ammessa riguarda le prestazioni occasionali, che però non devono superare i 5.000 euro lordi l’anno.

Anche coloro che percepiscono un assegno di invalidità o una pensione di reversibilità dovranno sottostare alle limitazioni di reddito, mentre per il momento non si è fatto ancora chiarezza per quanto riguarda le pensioni con Opzione Donna, visto che non c’è un menzione precisa. Tuttavia, adesso una circolare INPS ha introdotto delle novità che tutti devono prendere in considerazione.

Leggi anche: Cedolino pensione giugno 2025, che brutta sorpresa: ecco quanto si trattengono questo mese

Lavoro part-time in pensione: le novità con la circolare INPS

Ci sono diverse novità per quanto riguarda i lavoratori con un trattamento pensionistico che hanno deciso di avviare un nuovo rapporto di lavoro dipendente. Hanno diritto alla tutela previdenziale della malattia, a patto che la specifica copertura sia prevista dalla legge di settore.

banconote e monete e scritta pension
Lavoro part-time in pensione: le novità con la circolare INPS – abruzzo.cityrumors.it

A comunicarlo è stato l’INPS con la circolare n.57 dell’10 marzo 2025, dove è stato chiarito che questa indennità potrà essere riconosciuta ai lavoratori del settore perché l’assenza dal lavoro per questioni di salute determina una perdita di reddito aggiuntivo che arriva dall’attività professionale.

Leggi anche: Niente pensione se hai cominciato a lavorare troppo presto: ecco cosa sta succedendo

L’INPS ha ricordato che fino a questo momento i pensionati erano esclusi da tale tutela, visto che il trattamento pensionistico garantisce l’entrata di reddito. In ogni caso, ricordiamo che il lavoratore in quiescenza ha i medesimi obblighi contributivi previsti per tutti gli altri lavoratori, compresi quelli inerenti alla copertura per la malattia.

Gestione cookie