In alcuni specifici casi, pur rispettando i requisiti generali previsti, non è possibile accedere alla pensione anticipata contributiva: cosa dice la normativa.
Le forme di pensionamento anticipato disponibili durante l’anno in corso sono diverse. Tra queste rientra anche un meccanismo che permette di lasciare il lavoro una volta raggiunti i 64 anni di età e maturato almeno 20 anni di contributi. Si tratta della pensione anticipata contributiva.

Purtroppo, però, questa particolare forma di pensionamento flessibile non è destinata a tutti i lavoratori, pur rispettando i requisiti appena indicati. La normativa in merito, difatti, prevede un’altra condizione legata proprio all’anzianità contributiva. Capiamo di cosa si tratta e chi potrebbe vedersi respinta la domanda per accedere alla pensione anticipata contributiva.
Pensione anticipata contributiva, chi non può accedere a questo meccanismo
La pensione anticipata contributiva, introdotta dal 1° gennaio 2012, come già accennato nel precedente paragrafo, non sempre può essere richiesta dai lavoratori, pur rispettando i requisiti previsti: 64 anni di età e un’anzianità contributiva di almeno 20 anni.

In particolare, la normativa prevede che il richiedente deve aver versato il primo contributo successivamente al 1° gennaio 1996. Chi, dunque, ha iniziato la propria attività lavorativa prima della data in questione non potrà accedere alla pensione anticipata contributiva perché non rientra nel cosiddetto sistema contributivo puro introdotto, introdotto dalla Legge n. 335/1995 (riforma Dini). I lavoratori che hanno versato anche solo un contributo prima del 1996 rientrano, difatti, nel cosiddetto “sistema misto”, ossia il sistema che prevede sia il metodo retributivo che contributivo.
Non solo è necessario rispettare anche un altro requisito specifico: per accedere a questo meccanismo è necessario aver maturato un importo di pensione pari ad almeno tre volte l’assegno sociale, dunque, per il 2025 la soglia da raggiungere è pari a 1.616,04 euro mensili lordi. Per le lavoratrici madri questo requisito scende a: 2,8 volte l’assegno sociale con un figlio e 2,6 volte per le madri di almeno 2 figli.
Inoltre, è necessario sapere che l’assegno mensile non può essere superiore a cinque volte il trattamento minimo (2.993,05 euro mensili lordi nel 2025), vincolo che rimarrà sino alla maturazione del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia. I richiedenti, infine, dovranno rispettare una finestra di 3 mesi tra il raggiungimento dei requisiti e la decorrenza della pensione.
Per tutti quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, le opzioni per ritirarsi dal lavoro sono la pensione di vecchiaia (67 anni di età ed un’anzianità contributiva di almeno 20 anni), la pensione anticipata ordinaria (con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne) o Quota 103 ed Ape Sociale, ma in quest’ultimi casi bisogna appartenere a determinate categorie e rispettare determinati requisiti.