Dichiarazione dei redditi, il 730 non perdona e se fai questo errore perdi più di 1000 euro

È tempo di dichiarazione dei redditi e attenzione a compilare il 730, rischi di perdere più 1000 euro: ecco qual è l’errore da non fare.

Uno dei pilastri fondamentali del sistema fiscale è la dichiarazione dei redditi e costituisce un processo annuale attraverso il quale i contribuenti informano le autorità fiscale sulle proprie entrate, detrazioni e altre comunicazioni finanziarie rilevanti. In sostanza, è un documento che ha il compito di fornire una panoramica dettagliate delle entrare di un soggetto e consente di valutare il suo adempimento fiscale.

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Dichiarazione dei redditi, il 730 non perdona e se fai questo errore perdi più di 1000 euro – abruzzo.cityrumors.it

La dichiarazione reddituale viene fatta ogni anno e il periodo in cui viene presentata varia da pese a paese. Rimanendo in Italia, il periodo da tenere come riferimento sono i mesi centrali dell’anno e cambiano in base al tipo di 730 (se per contribuenti dipendenti o autonomi). Per evitare sanzioni o multe riguardo le presentazioni tardive è importante consultare le linee guida specifiche, così da evitare rischi.

Quello che però non tutti sanno è che c’è un caso specifico che riguarda i lavoratori che nel corso del periodo di imposta oggetto della dichiarazione hanno due o più certificazioni uniche. È un caso in cui i contribuenti rischiano seriamente di perdere 1.200 euro in busta paga, ovvero perdere il diritto al bonus e al trattamento integrativo, anche se il reddito non supera i limiti previsti per legge.

Dichiarazione dei redditi, cos’è e come funziona il trattamento integrativo

Il trattamento integrativo, conosciuto anche come bonus fiscale, è la manovra in merito al taglio al cuneo fiscale che è stata introdotta con la manovra finanziaria 2020 e dal decreto finale “Cura Italia”. È un incentivo che consiste in un contributo in busta paga di massimo 1.200 euro in un anno, a beneficio dei dipendenti che rientrano in una fascia reddituale specifica.

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Dichiarazione dei redditi, cos’è e come funziona il trattamento integrativo – abruzzo.cityrumors.it

In pratica, la somma della tassazione sul cedolino viene ridotta grazie a questo bonus Irpef e tocca una categoria più ampia di lavoratori. A beneficiare di questo credito di imposta, che potrà essere riscattato direttamente attraverso il modello 730, non sono solo i dipendenti, ma anche altri cittadini come disoccupati e lavoratori atipici.

Con la nuova riforma fiscale, introdotta proprio quest’anno, è stata prevista una ristrutturazione degli scaglioni riguardo alle aliquote Irpef e, di conseguenza, un cambio nella distribuzione della misura in base al reddito. Quello che però non tutti sanno è che c’è il rischio di perdere il bonus anche quando non si supera il limite reddituale come prevede la norma. Un caso che non è conosciuto dai contribuenti.

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Dichiarazione dei redditi, il caso in cui si rischia di perdere 1.200 euro di bonus

Alcuni lavoratori rischiano di non ottenere i 1.200 euro di trattamento integrativo non perché superano una certa soglia di reddito, ma perché nel modello 730 l’imposta lorda supera le detrazioni. È sicuramente un caso atipico e antipatico, che accade a quei lavoratori che non fanno attenzione ai tecnicismi.

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Dichiarazione dei redditi, il caso in cui si rischia di perdere 1.200 euro di bonus – abruzzo.cityrumors.it

È importante, quindi, fare molta attenzione non solo alla compilazione del modello 730/2025, ma a tutte le novità presenti nel sistema fiscale italiano, visto che ogni anno vengono modificate. Rimanendo sul tema del trattamento integrativo, ricordiamo che il bonus quest’anno fa riferimento a tre fasce di stipendio:

  • Redditi inferiori a 15mila euro: i lavoratori riceveranno la somma totale del bonus.
  • Redditi tra i 15mila e i 28mila euro: il bonus andrà a scalare con l’aumentare del reddito.
  • Redditi superiori a 28mila euro: non è prevista nessuna integrazione.

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Si tratta di un nuovo scaglionamento che va di diritto a modificare le fasce reddituali degli anni passati, quando il trattamento integrativo era rivolto a tutti i dipendenti con un reddito fino a 40mila euro.

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