Il Festival di Sanremo molto spesso garantisce memoria lunghissima a canzoni che non sono arrivate al vertice della classifica finale, e sono tante le canzoni vincenti e dimenticate. Ecco dieci canzoni che hanno vinto ma che non hanno avuto successo
È ormai imminente l’edizione 2025 del Festival di Sanremo che inizia domani sera con l’esecuzione delle trenta canzoni in gara. Anzi… 29 dopo la decisione di Emis Killa di ritirarsi dalla competizione.

Perché quella del festival è fondamentalmente una gara. Una squadra vince e scrive il suo nome nell’albo d’oro. A dispetto del fatto che magari non avrà mai successo. Di canzoni che sono iscritte nel novero delle vincenti del Festival e che la classifica di vendita e di gradimento l’hanno vista pochissimo ce ne sono moltissime. Noi ne abbiamo scelto dieci.
Sanremo, le vincenti dimenticate
1. “Non lo faccio più” – Peppino Di Capri (1976)
Peppino Di Capri ha vinto due volte il Festival di Sanremo, ma tra le sue vittorie, Non lo faccio più del 1976 è probabilmente ancora meno ricordata di Un amore grande e niente più che aveva vinto tre anni prima.
Il brano, la confessione di una giovanissima che faceva le sue prime esperienze sentimentali e sessuali – per quanto elegante e ben interpretato – non ha avuto lo stesso impatto di altri successi dell’epoca. Quell’anno spopolarono un brano quasi strumentale Volo AZ 504 degli Albatross dei quali faceva parte Toto Cutugno. Il volo era una sigla in realtòà esistente: quella tra Linate e Bucarest.
2. “Fiumi di parole” – Jalisse (1997)
Caso davvero singolare quello dei Jalisse che vinsero Sanremo nel 1997 con Fiumi di parole, un brano che all’epoca riscosse un certo successo. Tuttavia, nel corso degli anni, la canzone è finita nel dimenticatoio diventando quasi una condanna per il duo che non è mai più tornato a Sanremo nonostante ogni anno proponga la sua candidatura, puntualmente bocciata.
I Jalisse hanno sempre accettato con una certa autoironia questa ‘condanna’ tanto da diventare protagonisti di una commedia cinematografica – Ex di Fausto Brizzi – nella quale Fabio De Luigi costringeva la sua fidanzata a una trasferta a Pescara per assistere a un loro concerto. Molti oggi parlano di effetto Jalisse per spiegare un colpo di fortuna istantaneo e bruciante seguito a un lungo periodo di oblio.
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3. “Sentimento” – Avion Travel (2000)
La vittoria della Piccola Orchestra Avion Travel nel 2000 con Sentimento fu una sorpresa per molti. Il gruppo, noto per il suo stile raffinato e colto, sembrava una delle proposte meno adatte a rappresentare il primo festival del nuovo millennio. Ma alle giurie il brano piacque e lo portò al comando della classifica davanti a Irene Grandi (La tua ragazza sempre) che fu un grandissimo successo, e a Gianni Morandi, terzo con Innamorato.
Fu un periodo di enorme soddisfazione per la Sugar, la casa discografica di Caterina Caselli che piazzò diverse vittorie. Oìltre a quella degli Avion Travel, con un brano che pure non è mai entrato nel repertorio popolare sanremese, anche quella di Elisa che vinse da esordiente l’anno successivo con Luce (Tramonti a Nord-Est) e i Gazosa di una giovanissima Jessica Morlacchi che vinsero tra le nuove proposte quello stesso anno (2001) con Stai con me Forever.

4. “Per dire di no” – Alexia (2003)
Alexia, famosa per i suoi successi dance negli anni ’90 tutti rigorosamente in inglese si era presentata a Sanremo nel 2002 con Dimmi come posso fare. Un brano rock estremamente intenso e potente che esaltava le sue qualità vocali.
L’anno dopo, su toni soffusi, la cantante spezzina porta al successo una ballata intensa del tutto inedita per il suo repertorio. Per dire di no è un brano bellissimo, dal sapore soul e gospel che la stessa Alexa scrisse affidandone la direzione a Peppe Vessicchio. Ma andò malissimo senza mai entrare nemmeno nella Top 10 italiana risultando uno dei suoi brani meno venduti di sempre.
5. “E dirsi ciao” – Matia Bazar (1978)
I Matia Bazar sono una delle band più iconiche della musica italiana. Il gruppo, nato a Genova negli anni ’70, con diverse formazioni e soprattutto con ben quattro cantanti – ad Antonella Ruggero seguirono Laura Valente, Silvia Mezzanotte e Roberta Faccani – partecipò a dodici edizioni del Festival vincendone due. L’ultima, nel 2002 con Messaggio d’Amore (la voce era quella di Laura Valente, mamma di Angelina Mango). La prima nel 1978 con ….e dirsi Ciao brano di struttura eterea e delicatissima che vinse alla loro seconda presenza sul palco dopo l’esordio con la vivacissima Ma Perché.
Eppure il più grande successo commerciale della band genovese, Vacanze Romane, finì solo al quarto posto nel 1983 alle spalle della meteora Tiziana Rivale. La band ottenne un terzo posto con Questa nostra storia d’amore (cantato da Silvia Mezzanotte) e Dedicato a Te (cantato da Laura Valente). Oggi i Matia Bazar sono ancora attivi ma senza nessuno dei suoi membri fondatori. A capo del progetto il polistrumentista Fabio Perversi, nella band ‘solo’ dal 1998.
Antonella Ruggero, riconosciuta come la voce solista femminile più bella del nostro paese in un testa a testa con Mina, è dedicata a una sofisticata carriera solista, Carlo ‘Bimbo’ Marrale ha lasciato il gruppo nel 1994 partecipando poi a Sanremo come solista con un bel brano (L’Ascensore) senza troppa fortuna. Piero Cassano, tastierista che compose tutti i primi e grandissimi successi, lasciò la band una prima volta nel 1981 per poi rientrare per altri diciotto anni tra il 1999 e il 2017. Aldo Stellita, ex compagno di Antonella e firma di alcuni testi meravigliosi (Ti Sento, Souvernir, ma anche Piccoli Giganti e Dedicato a Te) è mancato a soli 51 anni nel 1998 al termine di una lunga malattia. Seguito da Giancarlo Golzi, batterista entrato nella band con Stasera che sera, e attivo per quasi 40 anni prima che un infarto lo stroncasse nel 2015.

6. “Amare” – Mino Vergnaghi (1979)
Mino Vergnaghi vinse Sanremo nel 1979 con Amare, una ballata melodica che curiosamente venne eseguita per prima nella serata finale e rimase appesa al comando della classifica senza più essere scalzata. Un’edizione non particolarmente brillante del festival tanto che la rassegna andò in onda in differita, con due registrazioni nelle prime due serate, e in diretta solo nella serata del sabato ma con ascolti bassissimi.
Mino Vergnaghi, un solo album in carriera prima di dedicarsi a una vita da corista e da autore (Zucchero e Giorgia). Amare fu paradossalmente l’inizio della fine della carriera di Vergnaghi. La sua casa discografica – la Ri-Fi – fallì, chiuse e lui si trasferì all’estero.
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7. “Sarà quel che sarà” – Tiziana Rivale (1983)
Tiziana Rivale trionfò nel 1983 con Sarà quel che sarà , un pezzo che, sebbene ben interpretato, non ha avuto lo stesso impatto di altre canzoni vincitrici del festival e che è passata quasi inosservata rispetto a brani molto poiù indietro nella classifica di quella edizione. Basti pensare che Vita Spericolata di Vasco chiuse al penultimo posto. Con i Matia Bazar quarti e L’Italiano di Toto Cutugno, un brano che fece epoca, addirittura quinto. 1950, canzone capolavoro di Amedeo Minghi non si qualificò nemmeno per la finale, esclusa nelle eliminatorie. Podio tutto al femminile con Tiziana Rivale, Donatella Milani (Volevo dirti) e Dori Ghezzi (Margherita non lo sa).
Oggi Sarà quel che sarà, scritta dal polistrumentista Maurizio Fabrizio – autore di Storie di tutti i giorni che con Riccardo Fogli aveva vinto l’anno prima – è considerato un brano di nicchia, apprezzato solo da alcuni appassionati del genere nella rotazione nostalgia. Tiziana Rivale (un nome d’arte, all’anagrafe la cantante si chiama in realtà Letizia Oliva) ha inciso ben dieci album tra pop e rock.
8. “Chiamami ancora amore” – Roberto Vecchioni (2011)
Nonostante il grande valore artistico e il messaggio profondo, Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni, vincitore nel 2011, non ha avuto il successo longevo nelle programmazioni radiofoniche o nelle playlist moderne. Eppur resta una delle canzoni d’autore più belle che siano riuscite a spiccare nel festival della canzone leggera. Rarissima la vittoria di un cantautore a Sanremo. Soprattutto un cantautore tradizionale. Per trovare un autore impegnato al vertice di Sanremo bisogna andare indietro a Simone Cristicchi, Marco Masini ma soprattutto a Enrico Ruggeri, cantautore che vinse portando la sfida di un brano rock ispirato ai Queen come Mistero.

9. “Colpo di fulmine” – Lola Ponce e Giò Di Tonno (2008)
Nel 2008 Lola Ponce e Giò Di Tonno, protagonisti del musical Notre-Dame de Paris, vinsero il Festival con Colpo di fulmine. La canzone arrivò al primo posto in classifica ma non è mai rimasta particolarmente impressa nella memoria del pubblico, forse perché legata più all’onda del successo del musical che a un progetto discografico vero e proprio.
10. “Un giorno mi dirai” – Stadio (2016)
Anche gli Stadio, storica band italiana che nacque con Lucio Dalla, ha legato la sua vita ad alcuni brani sanremesi strepitosi. Allo Stadio nel 1994 arrivò ultima, come Canzoni alla Radio (1986) che è uno dei loro brani più belli di sempre. Nel 1999 arrivarono quinti con Lo Zaino, scritta da Vasco Rossi, per piazzarsi di nuovo lontanissimo con Guardami nel 1999. Nel 2016 la band bolognese presenta Un giorno mi dirai. Nonostante il valore emotivo del testo, una sorta di eredità lasciata alle nuove generazioni il brano è meno evidente nella scaletta della band soprattutto rispetto a classici come Chiedi chi erano i Beatles.