È scomparsa Roberta Flack: la voce indimenticabile di “Killing Me Softly”

La leggendaria cantante Roberta Flack, icona del pop e R&B, è scomparsa a 88 anni dopo anni di grande sofferenza lasciando un’eredità musicale straordinaria, aveva vinto un Grammy per la sua canzone più famosa Killing me softly

La conferma della morte di Roberta Flack, una delle più belle e distintive voci black di sempre, ha scosso ieri il panorama della grande musica internazionale.

Roberta Flack
Roberta Flack, la voce leggendaria di Killing me Softly si è spenta per sempre – Credits ANSA (abruzzo.cityrumors.it)

Tanti i tributi nei confronti dell’artista la cui scomparsa è stata confermata con una nota ufficiale da parte della sua famiglia: aveva 88 anni.

Ci ha lasciato Roberta Flack

Roberta Flack è morta poco dopo un grave attacco di cuore che l’ha colta nel suo attico di Manhattan dove era in cura ormai da molto tempo a seguito di gravissimi problemi di salute che dal 2018 le avevano di fatto impedito di tornare sul palco.

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Nella sua ultima intervista ufficiale rilasciata nel 2020 aveva dichiarato che il suo rapporto sospeso con il pubblico, a causa di un grave malore durante il suo ultimo tour, era il suo più grande rimpianto… “Ci sono cose che quando sai di non potere recuperare ti restano appese dentro con una malinconia infinita. Non so cosa darei per potere salire di nuovo su un palco, e cantare la mia musica alla mia gente. Con queste poche parole chiedo scusa. Semplicemente non posso…”

Gravi problemi di salute

Nel 2016 Roberta Flack era stata colta da un ictus e due anni dopo, quando contro il parere dei medici aveva deciso di tornare ancora una volta sul palco per un tour, era stata ricoverata in gravissime condizioni immediatamente dopo uno show. Il suo cuore aveva ceduto mentre si esibiva all’Apollo di New York. Portata d’urgenza in ospedale fu salvata per miracolo. Ma non sarebbe più salita su un palco anche in considerazione dell’aggravarsi delle sue condizioni.

Nel 2022 le venne diagnosticata la SLA e con un breve comunicato la cantante annunciò il suo definitivo ritiro dalle scene. Di tanto in tanto d’accordo con i suoi agenti pubblicava alcuni post sui social con sue foto di scena o brevi commenti. L’ultimo l’aveva dedicato al ritorno in scena di Celine Dion.

È morta serenamente

La notizia ufficiale è arrivata dalla sua manager, Suzanne Koga: “È morta serenamente circondata dalla sua famiglia. Roberta ha infranto confini e record. Era anche un’orgogliosa educatrice” dice testualmente il messaggio. La cantante si era sentita male in casa ma non è riuscita ad arrivare al pronto soccorso ed è morta in ambulanza.

Roberta Flack: una vita dedicata alla musica

Nata da una famiglia di musicisti a Black Mountain, nella Carolina del Nord, Roberta Flack si dimostra un vero e proprio prodigio. I primi concerti a 12-13 anni dopo le primissime esibizioni nella chiesa locale. A soli 15 anni conquista una borsa di studio alla prestigiosissima Howard University di Washington e in qualche modo nonostante la morte del padre riesce a mantenersi, insegnando ed esibendosi nei club jazz. Nel 1971 viene scelta per il leggendario film concerto Soul to Soul che la impone all’attenzione internazionale.

La Atlantic, la stessa casa discografica di Ray Charles, la mette subito sotto contratto e le offre dieci ore di sala di incisione gratuita: ne uscirà con 38 canzoni registrate senza difficoltà in pochissimi tentativi… Tant’è che il suo primo album si intitolerà First Take. Buona alla prima…

Il successo

Il primo successo commerciale arriva immediatamente con Will you Love me tomorrow che la porta in classifica nel 1972 imponendo il suo album che arriva fino al primo posto in classifica vendendo due milioni di copie. Per l’epoca una enormità.

Roberta Flack e Killing me softly

The First Time Ever I Saw Your Face diventa un ulteriore il biglietto da visita che la lancia verso la celebrità. La canzone, resa popolarissima anche grazie all’uso che ne fa Clint Eastwood nel suo film Brivido nella notte, segna l’inizio di una serie di successi che la consacrano al vertice della musica pop e R&B.

Ma la vera e propria consacrazione arriva con Killing Me Softly (With His Song) scritto da Charles Fox e Norman Gimbel e ispirato dalla reazione della cantante Lori Lieberman a un’esibizione di Don McLean. Un brano che immediatamente strega il pubblico e conquista le classifiche.

La versione di Roberta Flack, prodotta da Joel Dorn, raggiunge il primo posto sia nella classifica pop che in quella R&B, regalando alla cantante il trionfo più significativo della sua carriera. La canzone, definita inno di una generazione, è destinata a rimanere un punto di riferimento per la musica internazionale.

Roberta Flack
Roberta Flack, scomparsa a 88 anni dopo anni di malattia – Credits ANSA (abruzzo.cityrumors.it)

Una canzone eterna

Killing Me Softly vince il Grammy come canzone dell’anno e diventa uno dei brani più famosi di sempre. Verrà interpretato decine e decine di volte: da Tina Turner e Whitney Houston, da Linda Perry e dagli Aerosmith, persino dai Guns and Roses in alcuni live. La sua versione più famosa è quella – celeberrima – dei Fugees con la voce di Lauryn Hill.

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In breve tempo Roberta Flack imporrà all’attenzione generale molti altri brani tornando a conquistare il Grammy anche con Where is the Love, altra cover celeberrima riproposta nel 2002 dai Black Eyed Peas.

I suoi duetti con Donny Hathaway diventano un grandissimo classico degli anni ’70 consentendole di misurarsi con diversi generi che spaziano dalla ballata soul al pop più leggero, mantenendo sempre un’eleganza e una raffinatezza che diventeranno il suo marchio di fabbrica. Il continuo percorso di sperimentazione artistica porta Roberta Flack a lavorare su numerosi progetti, culminando con l’ultimo album pubblicato nel 2012, Let It Be Roberta, un album di cover dei Beatles che testimonia la sua costante voglia di innovare pur rimanendo fedele alle proprie radici musicali.

Roberta Flack e l’amicizia di Yoko Ono

Pochi sanno che a concedere il permesso di interpretare canzoni storiche in una versione del tutto innovativa come Hey Jude, Let it Be, Come Together e altre meno conosciute come Isn’t It a Pity e Oh Darling furono Paul McCartney, suo grandissimo ammiratore, e la vedova Lennon in persona, Yoko Ono.

Yoko viveva con il figlio Sean nell’attico di New York accanto a quello di Roberta. E durante il suo recital di New York presenziò alla prima dicendo… “Non c’è voce più nobile di quella di Roberta per cantare queste canzoni…”

I duetti

La sua sinergia con Donny Hathaway è considerata uno dei patrimoni più straordinari della musica soul con dischi che la renderanno popolarissima e molto richiesta da qualsiasi autore…

Nel 1980 propone Back Together Again per poi innovarsi con Peabo Bryson In Tonight, I Celebrate My Love sfiorando le corde di un RnB più moderno e sofisticato.

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Con quattro Grammy vinti e 14 nomination in totale, Roberta Flack è stata una delle artiste più premiate e rispettate del panorama musicale internazionale degli ultimi cinquant’anni.

Musica e impegno sociale e civile

Dal 2018 purtroppo, dopo il collasso sul palco, non era più autonoma e si concedeva al pubblico per in rarissime occasioni, senza potersi esibire, in sedia a rotelle.

Nonostante queste avversità Roberta Flack è rimasta una voce molto importante nell’ambito dei diritti civili: di origine camerunense è stata testimonial delle campagne di libertà in Ghana e in Sudafrica, con il privilegio di presenziare fianco a fianco con Nelson Mandela in diverse occasioni ufficiali. Per anni con la sua celebre frase love is love ha sostenuto le cause LGBTQ molto tempo prima che questa sigla avesse una qualche rappresentanza raccogliendo fondi per le campagne contro l’AIDS in Africa e negli Stati Uniti.

Dalla musica al cinema

Inserita nella Grammy Hall of Fame nel 1999 aveva dichiarato di sentire Killing me softly come una canzone in grado di parlare alle generazioni… “Sentirla cantare in una scuola mi ha toccato il cuore e mi ha fatto capire quanto la musica possa sempr e comunque parlare al cuore della gente…”

Sentendo queste parole il celebre scrittore Nick Hornby la volle omaggiare nel libro About a Boy. Nel film tratto dal romanzo Hugh Grant e il giovanissimo protagonista del film Nicholas Hoult, si esibiscono in una scuola in una surreale versione acustica del celebre brano per chitarra e tamburello.

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