Olly dice ‘no’ all’Eurovision Song Contest e adesso è il turno di Lucio Corsi che presenterà in Svizzera Volevo essere un duro per candidare ancora una volta il nostro paese a un ruolo da protagonista
Sarà Lucio Corsi il nuovo portabandiera dell’Italia all’Eurovision 2025. In un colpo di scena per la verità piuttosto annunciato, Olly – vincitore di Sanremo – ha infatti deciso di rinunciare.

“Ho la consapevolezza che questa sia una di quelle cose che ti capitano forse una sola volta nella vita ma ho bisogno di connettermi con tutto quello che mi sta accadendo e forse anche il mio contorto modo di dirvi grazie”.
Perché Olly rinuncia all’Eurovision
La decisione di Olly per la verità era nell’aria. Già subito dopo la sua vittoria a Sanremo, la settimana scorsa, il cantautore genovese aveva preso tempo. Non è un mistero che Olly abbia considerato l’Eurovision come qualcosa di davvero imponente rispetto all’esigenza di dedicarsi alla promozione e alla presenza in Italia in un momento che per lui è irripetibile.
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Basti pensare che tutte le date del suo tour Tutta la Vita sono già praticamente esaurite. E che il concerto organizzato a rotta di collo all’Ippodromo di Milano il 4 settembre, quasi come una festa di celebrazione con i suoi fan, è andato sold out in nemmeno mezz’ora: oltre 30mila biglietti polverizzati in un lampo.
Eurovision, Olly rinuncia: cosa dice il regolamento
Rappresentare l’Italia – che è uno dei paesi fondatori dell’EBU, l’istituzione che organizza l’Eurovision – non è un dovere ma un diritto. Olly era il primo nominato in quanto titolare della vittoria di Sanremo. Così com’è accaduto negli ultimi anni per i Mahmood, Diodato – anche se quella edizione fu annullata a causa del Covid – Maneskin, ancora Mahmood e Blanco, Mengono e lo scorso anno per Angelina Mango.
Poi sta all’avente diritto decidere se partecipare e come. Paradossalmente Olly avrebbe anche potuto decidere di partecipare con un brano differente del suo repertorio, cosa che in passato è accaduto spesso anche per interpreti italiani reduci da Sanremo. In caso di rinuncia di solito è la RAI a mediare e trovare un candidato desideroso di misurarsi con una competizione che è sicuramente prestigiosa ma anche estremamente stressante. E la scelta dopo molte voci è caduta su Lucio Corsi, secondo classificato all’Ariston con Volevo essere un duro.
Le voci dei candidati
Per la verità sui social c’erano moltissime candidature spinte a furor di popolo. Da quella di Giorgia, solo sesta in classifica generale a Sanremo, a quella di Simone Cristicchi, persino a Gabri Ponte che aveva realizzato la sigla e gli stacchetti del festival con il tormentone Tutta l’Italia che è subito diventata virale sui social. Quella di Lucio Corsi è la soluzione più logica ma anche più sensata.
Il cantautore toscano non si è fatto pregare e ha subito raccolto il mandato: “Ci vediamo all’Eurovision – ha immediatamente pubblicato sui social – ho sempre inseguito le chitarre in fuga dalle custodie, i pianoforti scappati dalle case, le armoniche soffiate dal vento, rincorrerò gli strumenti anche stavolta. Grazie a tutti, sono molto felice”.
La decisione di Olly sull’Eurovision
Quanto a Olly… Il cantante ha voluto essere trasparente con i suoi fan: “Sono giorni che mi interrogo e chiedo pareri a tutti e tutti mi dicono… ‘alla fine devi fare quello che ti senti’… Faccio un enorme in bocca al lupo a chiunque prenderà il mio posto: la musica in Italia è piena di artisti formidabili”,
Come dire che la sua decisione sia comunque il riflesso di una scelta ponderata e personale, che ha suscitato grande scalpore e dibattito tra il pubblico e gli addetti ai lavori. Con toni sinceri Olly ha voluto comunicare che ogni decisione, anche quella di abbandonare un sogno e una grandissima occasione, vada vissuta ‘con i propri tempi’.

Lucio Corsi prende il testimone
La Rai, in un comunicato ufficiale, ha ufficializzato l’investitura di Corsi “Rai, nel ringraziare il vincitore della 75sima edizione di Sanremo, si complimenta con Lucio Corsi che ha accettato di rappresentare il nostro Paese alla 69sima edizione di ESC”.
L’Eurovision 2025: dettagli e prospettive
Il contesto dell’Eurovision 2025 non è mai stato così ricco di attese e novità. Con la partecipazione di 37 nazioni, tra cui i cinque big five – ovvero i paesi fondatori che accedono direttamente alla finalissima tra i quali l’Italia, l’evento prevede due semifinali, in onda il 13 e il 15 maggio su Rai 2, e una Grand Final, prevista per il 17 maggio.
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Confermato anche il brano scelto da Lucio Corsi per l’Eurovision che non poteva essere che Volevo essere un duro, che si preannuncia come una canzone in grado di catturare l’attenzione del pubblico internazionale

Le vittorie dell’Italia all’Eurovision
1964 – Gigliola Cinquetti Non ho l’età
Nel corso della storia dell’Eurovision, l’Italia ha avuto l’onore di alzare il trofeo per ben tre volte, segnando momenti storici e rappresentando con orgoglio il panorama musicale italiano. La prima vittoria arriva nel 1964 in Danimarca, con una giovanissima Gigliola Cinquetti e il suo brano Non ho l’età. Una canzone che aveva conquistato pubblico europeo e lanciato la carriera internazionale della cantante, facendola diventare un’icona del pop melodico. Era una edizione ancora ridotta, solo sedici i paesi partecipanti con una seconda canzone in italiano, quella della ticinese Anita Traversi che rappresentava la Svizzera.
1990 Toto Cutugno – Insieme 1992 (United Europe)
La seconda vittoria italiana si afferma nel 1990, quando Toto Cutugno trionfa con il brano Insieme: 1992 che paradossalmente non era il brano che il cantautore – scomparso due anni fa – aveva portato a Sanremo quello stesso anno. Cutugno era finito per la quarta volta seconda, in quella occasione alle spalle dei Pooh con Uomini Soli. I Pooh avevano in programma un lunghissimo tour, pianificato da tempo e rinunciarono all’Eurovision. E Cutugno, con un altro colpo di scena, decise di portare una canzone diversa. Un brano che nel testo esprimeva auspici e speranza in vista della nascita dell’Unione europea. La competizione fu ospitata a Zagabria, in quella che era la ex-Yugoslavia che si sarebbe dissolta di lì a qualche mese in una sanguinosa guerra civile.
2021 – Maneskin – Zitti e buoni
La terza vittoria è giunta nel 2021, con i Måneskin e Zitti e buoni. Rock e ribellione all’italiana per riconquistare il palcoscenico internazionale, dimostrando che la musica italiana sa anche evolversi e sorprendere prendendo un minimo di distanza da quella vena romantica, neomelodica e tradizionale del nostro repertorio più classico.
La vittoria dei Måneskin ha segnato il ritorno dell’Italia all’Eurovision dopo un lungo periodo di assenza, confermando la sua capacità di rinnovarsi e di catturare l’attenzione del pubblico globale.
Gli altri piazzamenti dell’Italia all’Eurovision
Oltre alle vittorie, l’Italia ha partecipato a quasi tutte le edizioni dell’Eurovision, con quella di Corsi saranno 49. Ottenendo oltre alle tre vittorie di Cinquetti, Cutugno e Måneskin quattro terzi posti (Domenico Modugno nel 1958 con Volare, Nel blu dipinto di Blu, Emilio Pericoli nel 1963 Una per tutte, Wess e Dori Ghezzi nel 1975 con Era e Il Volo nel 2015 con Grande amore) e tre secondi posti ancora con Gigliola Cinquetti con Sì (1074), Rapahel Gualazzi (Madness of Love, 2011) e Mahmood (Soldi, 2019). Da sottolineare che Modugno fu secondo con Volare nell’edizione del cinquantenario alle spalle solo degli Abba con Waterloo che vinsero l’edizione del 1974 davanti a Gigliola Cinquetti.





