Ennesima tragedia in un carcere italiano, dove un uomo è stato trovato morto dallo stesso compagno di cella che lo ha visto accasciarsi a terra all’improvviso
Ancora una vittima del sistema carcerario italiano e ancora una volta accaduta nel carcere di Teramo in Abruzzo, al centro della cronaca italiana proprio come una delle case circondariali con i problemi più grandi di sovraffollamento nel nostro paese. Tanto da far intervenire nelle settimane scorse anche lo stesso segretario della Uilpa, una delle sigle sindacali della Polizia penitenziaria, per chiedere al ministro e a tutto il governo di prendere atto della grave emergenza che vivono le carceri italiane.

Negli ultimi tempi, la casa circondariale di Castrogno a Teramo è balzata agli onori della cronaca per il suo stato critico. Con oltre 400 detenuti a fronte di una capienza massima di 255, la struttura affronta un fenomeno di sovraffollamento grave. Un vero e proprio problema che, non solo pone interrogativi sull’efficacia del sistema carcerario, ma solleva anche preoccupazioni riguardo alle condizioni in cui vivono i detenuti e lavorano gli operatori.
LEGGI ANCHE: Teramo, avventura shock per un anziano: “Ero in bagno, è successo tutto all’improvviso”
Una situazione insostenibile
Torna prepotentemente alla ribalta della cronaca il carcere di Castrogno a Teramo, che non soltanto affronta quotidianamente un grave problema di sovraffollamento, con oltre 400 detenuti in una struttura destinata a ospitarne 255, sollevando quindi preoccupazioni su diritti e condizioni di vita tanto da far indire un’interrogazione parlamentare, ma anche per l’ennesima morte sospetta di un detenuto all’interno della sua cella.

Nei giorni scorsi infatti il caso del carcere di Teramo è stato affrontato anche nel corso di un consiglio comunale straordinario aperto a istituzioni, forze politiche, associazioni e sindacati con l’obiettivo di lanciare proposte d’intervento. E il senatore del PD Michele Fina ha anche annunciato di aver presentato al Senato della Repubblica un atto di sindacato ispettivo indirizzato al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, per evidenziare le numerose criticità che affliggono il carcere di Teramo.
LEGGI ANCHE: Chieti, bollette shock per i piccoli produttori: “Così sarà il collasso”
Ancora una morte tra i detenuti
Questa volta la sorte ha giocato un ruolo decisivo nella vita di un uomo di 42 anni che si è accasciato all’improvviso, a dare l’allarme è stato il compagno di cella che lo ha visto cadere a terra mentre stava mangiando. Si chiamava Michele Venda, aveva 42 anni, ed era arrivato nel carcere di Castrogno circa 9 mesi fa dal penitenziario romano di Rebibbia. L’uomo è morto in pochi minuti nonostante i soccorsi immediati di operatori sanitari e agenti di polizia penitenziaria.

Nel carcere abruzzese negli ultimi mesi si sono verificati anche due casi di suicidi in cella, ma questa volta sembrerebbe diversa la causa che ha portato al decesso dell’uomo. Tra le ipotesi all’esame della polizia carceraria ci sarebbe anche quella di un boccone di cibo andato di traverso, che lo avrebbe soffocato irrimediabilmente. Proprio per fare chiarezza sulle cause della morte il sostituto procuratore di Teramo ha disposto l’autopsia che sarà eseguita domani, oltre all’acquisizione delle testimonianze delle guardie carcerarie di turno, del personale medico intervenuto e del compagno di cella presente al momento del fatto.