Resta ancora alta la tensione nel carcere di Pescara San Donato dopo i controlli a tappeto effettuati dalle forze dell’ordine arrivate anche dalle regioni confinanti
Anche nel famoso carcere di Pescara la situazione dei detenuti resta complessa come nelle altre case circondariali italiane. Soprattutto a causa del sovraffollamento che rende davvero complicata sia la vita degli stessi detenuti così come degli agenti di custodia che dovrebbero sorvegliare su di loro. Un problema fonte di ribellioni, rivolte e che ha causato anche alcune morti sospette.

La dura rivolta scoppiata lo scorso 17 febbraio a San Donato, con incendi vari che hanno devastato un’intero braccio del carcere, ha portato a un vero e proprio blitz delle forze dell’ordine per cercare di riportare il giusto ordine e rispetto delle regole tra i detenuti. Sono stati infatti 150 i poliziotti provenienti da più regioni che hanno controllato a tappeto le celle del carcere.
Una situazione sempre esplosiva
La situazione nelle carceri italiani resta sempre più esplosiva. Gli ultimi dati provenienti dal Ministero della Giustizia affermano infatti che il numero di reclusi più che diminuire aumenta sempre più nei 189 carceri italiani, si è passati infatti dai 58.428 dell’ Agosto del 2023 ai 61.758 di quest’anno dei quali 2.686 donne e 19.507 stranieri. Peggiora il dato sul sovraffollamento che vede la Lombardia, con i suoi 8912 reclusi presenti sui 6149 previsti, dei quali 4044 stranieri, la maglia nera italiana. Seguita a ruota dalla Campania, dalla Puglia e dall’Emilia Romagna seconda rispetto alla Lombardia per numeri di stranieri presenti.

Da questo grande problema ovviamente non ne è esente neanche l’Abruzzo che riporta nel 2024 un dato che non si discosta molto dal trend negativo nazionale giacché a un numero già sovraffollato del 2023 allorquando si contavano 1928 si è passati ai 1994 attuali su una capienza regolamentare di 1653, dei quali 412 stranieri, 89 donne e 44 semiliberi. Ecco perchè non passa settimana senza che si registra qualche problema in una delle carceri della regione, come l’ultimo grave episodio accaduto nel carcere di San Donato a Pescara lo scorso 17 febbraio con una rivolta scoppiata ad opera di alcuni detenuti con vari episodi di violenza anche contro le stesse guardie carcerarie.
Blitz all’alba nelle celle
Oltre 150 agenti, provenienti anche della regioni confinanti come Lazio, Molise, hanno eseguito una maxi perquisizione in tutte le celle del penitenziario di San Donato nei giorni scorsi con controlli a raffica sui detenuti che hanno portato al sequestro di molto materiale ritenuto non idoneo alla vita di un detenuto. “L’operazione è stata un successo”, ha spiegato il segretario provinciale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Giuseppe Di Domizio, “Sono stati trovati diversi grammi di sostanze stupefacenti e ben 4 telefonini, nascosti in modo ingegnoso: negli orifizi anali dei detenuti. Nonostante i tentativi di nascondere questi dispositivi, la polizia è riuscita a scoprirli. Questa perquisizione straordinaria è un’ulteriore risposta alla recente rivolta che ha scosso il carcere”.

L’operazione segue quella molto simile effettuata nel carcere di Sulmona in provincia dell’Aquila che aveva portato al sequestro addirittura di 40 telefonini custoditi all’interno delle celle dai detenuti. Soltanto alcuni giorni fa sulle condizioni del carcere di Pescara erano intervenuti anche diversi sindacati di Polizia Penitenziaria che hanno sottolineato la necessità di ammodernare una struttura fortemente segnata dal tempo e ormai insufficiente.