Sull’Etna come a Roccaraso: la paura degli esperti per l’assalto dei curiosi

L’ultima spettacolare eruzione di uno dei vulcani europei tutt’ora in attività ha messo in allarme gli esperti non soltanto per le eventuali ripercussioni, ma anche per la gente che vuole vedere più da vicino la colata lavica

L’Etna, uno dei vulcani più attivi del mondo, ha recentemente registrato una importante ripresa dell’attività vulcanica, che ha immediatamente affascinato turisti e abitanti del luogo. L’eruzione, iniziata l’8 febbraio 2025, ha attirato folle di curiosi desiderosi di assistere a questo spettacolo naturale, reso ancora più speciale dalle abbondanti nevicate che hanno coperto le pendici della montagna. Tuttavia, questo afflusso di visitatori ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e sull’incoscienza che potrebbero mettere in pericolo le migliaia di turisti che risalgono le pendici del vulcano.

Colata lavica
Sull’Etna come a Roccaraso: la paura degli esperti per l’assalto dei curiosi – Abruzzocityrumors.it – Ansa foto

Il ricordo non può che andare a quello che accadde l’ultimo weekend di gennaio a Roccaraso, la località abruzzese in provincia dell’Aquila, invasa senza un reale motivo da migliaia di turisti che avevano deciso di concedersi una giornata sulla neve, trasformando la località montana del Parco Nazionale d’Abruzzo in un luogo infernale. Oltre diecimila tra aspiranti sciatori, gitanti della domenica e semplici curiosi, provenienti per lo più da Napoli e provincia, a bordo di 220 pullman mandarono in tilt il paese.

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Uno spettacolo della natura

Da alcune settimane l’Etna, il vulcano più alto d’Europa, ha ripreso la sua attività con una colata lavica da quota 3000 metri che, scendendo sul fianco della montagna, è resa ancora più spettacolare dalla neve cadute nelle ultime ore creando uno spettacolo davvero emozionante. Spettacolo però che sta creando anche alcuni problemi di ordine pubblico e di sicurezza per le migliaia di turisti e curiosi che cercano di risalire le pendici della montagna siciliana per tentare di avvicinarsi il più possibile allo zampillare di fuoco e fiamme creato dalla colata. Uno scenario che a molti sembra ricordare quanto accaduto soltanto alcune settimane fa a Roccaraso, la località montana in provincia de l’Aquila, invasa da migliaia di turisti e andata in tilt.

Turisti
Uno spettacolo della natura – Abruzzocityrumors.it

Uno spettacolo della natura quello dell’Etna, un vulcano in attività con flussi di lava incandescenti rosso fuoco che emergono dalle viscere della montagna, scendendo fino a quota 1.850 metri, sul versante sud-ovest. Quota che nello scorso weekend circa duemila turisti hanno cercato di raggiungere per un selfie o un’emozione diversa dal solito.

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Il pericolo del turismo di massa

Inutile girarci intorno, lo spettacolo di un vulcano in eruzione, alimentato anche dalle foto postate sui social dalle persone arrivate fin sulle pendici della montagna siciliana, non ha fatto altro che alimentare la curiosità e la morbosità del turista fai da te, tanto che Salvo Cocina, capo della protezione civile siciliana, nei giorni scorsi aveva parlato di “colata turistica”. Ecco perchè le autorità sono in allarme più per la massa di curiosi che provano ad avventurarsi sui sentieri mal equipaggiati, con sneakers a i piedi, ma anche in gonna e scarpe con i tacchi, incuranti dei pericoli comunque presenti in montagna, e soprattutto del freddo che al calare del sole può arrivare all’improvviso se sorpresi ancora in quota.

Folla di gente
Il pericolo del turismo di massa – Abruzzocityrumors.it – Ansa foto

L’altitudine di circa 1.800 metri sul livello del mare, dove si ferma la colata lavica, comporta infatti, temperature rigide, forte vento e nebbia, oltre alla necessità di percorrere circa due ore di cammino per raggiungere i punti di osservazione. Tutte situazioni che possono risultare potenziali pericoli per chi prova ad arrampicarsi non adeguatamente equipaggiato. “Per raggiungere il fronte lavico, infatti, occorre seguire una pista, e poi fare anche un fuori pista di 5,5 chilometri da percorrere in un’ora e mezza. Lo si fa al buio e al freddo. Si rischia solo se si sale senza essere attrezzati e senza conoscere i pericoli di un sentiero dissestato dell’Etna”, ha ribadito il capo della protezioni civile siciliana.

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