Chieti, furto al portavalori, clamorosa svolta nelle indagini: arresti shock

Ora che sono arrivati i provvedimenti di custodia cautelare sta emergendo tutta verità sull’incredibile rapina al portavalori del dicembre dello scorso anno

La mattina del 13 dicembre scorso, tre persone a volto coperto armate di pistola avevano rapinato, poco prima delle 7, un furgone portavalori della società Battistolli a San Giovanni Teatino, in provincia di Chieti, fermo all’interno di un distributore di carburanti nei pressi dell’asse attrezzato Chieti-Pescara dove il furgone si era fermato per fare rifornimento. Nella rapina erano state portate via tre valigie contenenti circa 450.000 euro in denaro e una pistola in dotazione alla guardia giurata.

Finta rapina
Chieti, furto al portavalori, clamorosa svolta nelle indagini: arresti shock – Abruzzocityrumors.it

Dopo cinque mesi di indagini, che hanno visto i Carabinieri impegnati a raccogliere testimonianze, a visionare i filmati delle telecamere sia della stazione di servizio sia della superstrada dove era avvenuta la rapina, a controllare minuziosamente gli spostamenti del furgone grazie al sistema GPS montato di serie sul portavalori, sono stati messi gli ordini di arresto per quattro persone con una motivazione davvero incredibile: avevano completamente simulato la finta rapina per impossessarsi comunque del bottino.

LEGGI ANCHE: Il Giro d’Italia arriva in Abruzzo: le tappe e i percorsi

Una svolta clamorosa

Era tutto finto. Una messa in scena, al momento perfettamente riuscita, che aveva ingannato tutti quella del portavalori svaligiato qualche settimana prima del Natale scorso, mentre era fermo per fare rifornimento nella stazione di servizio della superstrada che conduce da Chieti a Pescara, non distante da San Giovanni Teatino. Un colpo da record visto che aveva fruttato quasi 450 mila tra euro e dollari contenuti all’interno di tre grandi valigie adibite proprio al trasporto di queste ingenti somme di denaro.

Assalto al portavalore
Una svolta clamorosa – Abruzzocityrumors.it

Dopo cinque mesi quindi è arrivata la svolta nelle indagini che ha portato all’arresto di quattro persone, le due guardie giurate che lavoravano per la società Battistolli, intestataria del furgone portavalori, e altre due persone accusate di favoreggiamento e di aver fornito l’auto poi utilizzata per la fuga.

LEGGI ANCHE: Spunta una nuova incredibile tassa, i Comuni si ribellano: chiesto l’annullamento, ma potrebbe essere solo l’inizio

La ricostruzione dei Carabinieri

I militari dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Chieti, attraverso una accurata operazione di intelligence, hanno raccolto gravi indizi nei confronti degli quattro indagati. Attraverso la visione dei filmati delle varie telecamere di sorveglianza e con l’accurata ricostruzione degli effettivi spostamenti del furgone nei giorni precedenti la presunta rapina, grazie al tracciamento continuo del sistema satellitare di cui il portavalori era dotato, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e accertare così le reali responsabilità degli accusati.

Come in un film
La ricostruzione dei Carabinieri – Abruzzocityurmros.it

Luigi Di Donato, napoletano di 44 anni, la guardia giurata Walter Pardi, 56 anni, di Chieti, e l’ex collega Jacopo Di Matteo, 31 anni, nativo di Penne e residente a Picciano, e Domenico Pollice, 42 anni, anche lui napoletano, residente a Montesilvano, titolare di una ditta di autonoleggio a cui è riconducibile una delle macchine utilizzate durante il raid dello scorso 13 dicembre, hanno “mostrato una tale competenza criminale da aver destato un elevato allarme sociale e creato una profonda insicurezza”. Così scrive il giudice che ha firmato l’ordinanza di arresto descrivendo l’azione condotta senza scrupoli dai quattro uomini. In pratica era stato pianificato tutto per inscenare perfettamente la finta rapina, dall’assalto agli spari, dalla pistola sequestrata alla fuga con le valigie contenenti i soldi. Soldi che sono stati poi ritrovati divisi in mazzette a casa di due degli arrestati.

Gestione cookie