Cosa cambierà nel gioco dell’Italia ora che Rino Gattuso è diventato ufficialmente il nuovo commissario tecnico. Il modulo ed i giocatori chiave ma non solo.
Gennaro Gattuso è diventato ufficialmente il nuovo commissario tecnico dell’Italia. Mancava solo l’ufficialità ma da qualche giorno Ringhio era riuscito a superare la concorrenza di Daniele De Rossi e Fabio Cannavaro. Che a dirla tutta, non hanno mai avuto possibilità concrete di finire sulla panchina azzurra. La firma è avvenuta nelle scorse ore, e la presentazione avrà luogo giovedì prossimo, 19 giugno. Lo ha reso noto la FIGC con un comunicato apparso sui suoi canali web ufficiali. La conferenza apposita si svolgerà all’Hotel Parco dei Principi, a Roma, alle ore 11:00.

Per quanto riguarda il debutto ufficiale in panchina, Gattuso avrà modo di mostrarsi nelle sue nuove vesti di ct il 5 settembre prossimo a Bergamo. In quell’occasione l’Italia tornerà a giocare per le qualificazioni ai Mondiali 2026 e l’avversario degli azzurri sarà l’Estonia. L’obiettivo per ora sembra alla portata solamente attraverso il playoff, e sarebbe la terza volta consecutiva dopo che nel 2017 e nel 2021 all’Italia è andata malissimo, rispettivamente contro la Svezia e la Macedonia del Nord.
L’Italia di Gattuso così in campo
Per quanto riguarda Gattuso, il neo-ct, 47 anni, in carriera ha allenato le varie Sion, Palermo, Ofi Creta, Pisa, Milan Primavera, Milan, Napoli, Valencia, Olympique Marsiglia e Hajduk Spalato. Molte volte l’ex centrocampista del Milan e campione del mondo nel 2006 ha vissuto delle difficoltà che lo hanno portato a dimettersi o ad essere esonerato. In carriera in panchina ha vinto la Coppa Italia con il Napoli nella stagione 2019/2020, annata in cui subentrò a Carlo Ancelotti.

Fu un contesto difficile, con tante critiche che gli venivano rivolte per il gioco e per la scelta dei calciatori. Ma nonostante questo ed altre difficoltà extracalcistiche legate alla pandemia di Covid, Gattuso riuscì ad ottenere un trofeo. Probabilmente la principale qualità di Gattuso sta nel saper prendere i giocatori con il polso ed il carisma che lo caratterizzano. Anche per questo la FIGC ha scelto Ringhio, in un momento complicatissimo per il calcio italiano a livello di Nazionale.
Nell’ultima stagione Gattuso ha allenato in Croazia utilizzando alternativamente il 4-2-31 ed il 4-3-3, salvo poi cambiare ideologia in difesa con un 3-4-2-1 di partenza che comunque offriva caratteristiche di mobilità agli esterni e finiva con il cambiare la linea arretrata a seconda delle situazioni. C’è da dire che l’Italia possiede numerose individualità di buona qualità soprattutto nel mezzo, per quanto riguarda la retroguardia. Abbiamo i vari Bastoni, Buongiorno, Calafiori e Gabbia, oltre a Scalvini, Gatti e Mancini, tanto per fare dei nomi.
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Anche Prandelli dentro al progetto, obiettivo formare i giovani
È ipotizzabile che l’Italia proporrà quindi una difesa a 3 davanti al sicuro titolare Donnarumma, con Meret e Vicario a fare da vice. A centrocampo possiamo ipotizzare come punti fermi Tonali e Barella, da alternare con Locatelli e probabilmente Fagioli. Sugli esterni verrà concessa fiducia ad elementi come Di Lorenzo, Politano, Dimarco. E poi in avanti i punti di riferimento saranno Kean e Retegui, che sono ancora molto giovani ma già con l’esperienza dei veterani.

Accanto a loro ed a qualche altro nome noto, Gattuso ed anche Cesare Prandelli, che andrà a coordinare il lavoro delle principali selezioni Under, c’è la necessità di lanciare i giovani che non trovano grande spazio nei rispettivi club. E sono allora costretti a vari prestiti in realtà non centralissime. Per adesso questo è l’unico modo di preparare al meglio i vari Pio Esposito, Camarda, Leoni, Casadei, Baldanzi e Pisilli (ma ce ne sono tanti altri), visto che un modello Barcellona per le realtà italiane è impensabile.
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È molto più facile acquistare tanti stranieri all’estero a pochissimo che investire in un settore giovanile che trent’anni-quarant’anni fa sfornò gente come Buffon, Nesta, Cannavaro, Roberto Baggio, Del Piero e simili. Fin quando non cambieranno politiche i club, la Nazionale continuerà a soffrire dei problemi ben noti che vanno avanti sin dal mancato ricambio generazionale del post Mondiali 2006. E vivrà solo di saltuari successi come era stato ad Euro 2021.