Sanità Abruzzo, debito scende a 7 milioni

chiodiPescara. È sceso a 7 milioni 156 mila euro il disavanzo sanitario abruzzese. Lo ha annunciato questa mattina il presidente della Regione e commissario ad acta per la sanità, Gianni Chiodi.”Per la prima volta nella storia – ha sottolineato Chiodi – la Regione si è presentata al Tavolo di monitoraggio del ministero dell’Economia con un risultato straordinario e, dunque, con un disavanzo pari a 7 milioni di euro a fronte di una spesa di 2 miliardi e 300 milioni di euro. Solo qualche anno fa il disavanzo era di 450 milioni di euro”.

Chiodi, affiancato dal vicecommissario Giovanna Baraldi e dal direttore Maria Crocco, ha ribadito che tali obiettivi sono stati raggiunti grazie alla razionalizzazione dei costi e ”senza tagli ai servizi né al personale, con una capacità di impegno di risorse di primo livello superiore agli anni precedenti: dai 2 miliardi e 181 milioni del 2008 ai 2 miliardi e 194 milioni per il 2010”. Risposte sulla strada del risanamento sono arrivate anche dalle 4 Asl regionali: due, L’Aquila e Chieti, hanno chiuso con un disavanzo rispettivamente di 10 milioni e 25 milioni circa (i rispettivi programmatici indicavano 62 milioni e 33), mentre Pescara e Teramo con un avanzo di amministrazione di 209 mila euro e 656 mila. A conferma che la nuova strada intrapresa non abbia comportato riduzione e dequalificazione dei servizi, c’è il dato sul personale. ”Alla fine del 2008 il personale complessivo del comparto ammontava a 15.283 addetti; alla fine del 2010 siamo a 14.827, 456 unità in meno con un -3%, tenendo presente che per il personale infermieristico le percentuali di impiego in ogni ospedale sono nettamente superiori alla media nazionale – ha precisato Chiodi – Percentuale irrisoria per dire che il risanamento sta passando per la riduzione del personale”.

Il San Liberatore di Atri e il nuovo ospedale a Giulianova. In merito alle recenti polemiche nel teramano sull’ospedale San Liberatore di Atri e il nuovo da realizzare a Giulianova. Chiodi ha replicato: “adesso il tempo è galantuomo e si vede chi dice le bugie. L’ultima strumentalizzazione riguarda l’ospedale di Atri, in provincia di Teramo, ma, ribadisco che non vi sarà alcun accorpamento tra questo nosocomio e quello di Giulianova”. 
Terminato il periodo di risanamento dei debiti. Il Commissario Chiodi ha poi confermato che si è chiuso il percorso di ripianamento dei debiti pregressi, a cominciare dagli oltre 300 milioni di euro rilevati ad inizio dicembre per spostamento sul bilancio ordinario della Regione di risorse destinate esclusivamente a finanziare la spesa sanitaria.
“Il governo ha dato il via libera all’anticipazione di cassa massima di 200 milioni di euro, anche se contiamo di non utilizzarla tutta, e allo spostamento dei fondi Fas per 160 milioni in favore del ripianamento del debito pregresso della sanità, secondo un percorso condiviso”.
In questo senso, il Commissario ha parlato di “strumentalizzazione delle forze politiche di opposizione che avevano parlato di disavanzo in aumento e di un Commissario bugiardo. Il dato rilevato ieri dal ministero dell’Economia conferma invece che la strada intrapresa è quella giusta e per la sanità regionale si apre una nuova stagione di speranza”.

I dati del subcommissario Baraldi. “Il monitoraggio del tavolo del ministero ha riguardato due aspetti di tutte le azioni programmatiche del Piano: dall’ospedaliero al riabilitativo, dall’emergenza-urgenza fino ai laboratori di analisi. I dati positivi registrati dal tavolo di monitoraggio – ha spiegato la Baraldi – libereranno risorse per 356 milioni di euro, a conferma che in Abruzzo è partita e si sta consolidando una riforma strutturale di grandi dimensioni. In questo senso va avanti il processo di riconversione degli ospedali e la razionalizzazione delle unità operative. Sul fronte dell’ospedalizzazione, da sempre uno dei buchi neri della sanità regionale, è arrivato il dato confortante certificato dal tavolo di monitoraggio. Nel 2010 il tasso di ospedalizzazione si è fermato al 180 per mille con un’appropriatezza sempre più alta. Negli anni precedenti lo stesso dato era salito fino al 240 per mille”.Il punto negativo della sanità abruzzese anche per il 2010 rimane la spesa farmaceutica, “ancora troppo elevata”. Il vice commissario Baraldi ha parlato di “alta spesa farmaceutica pro-capite, con un rilevante dato di inappropriatezza prescrittiva”. Su questo fronte sono state annunciate una serie di iniziative di sensibilizzazione rivolte principalmente verso i cittadini e i medici di base.  

Per Paolucci i conti sono truccati. “Se  avesse davvero la coscienza a posto, Chiodi avrebbe portato i conti in Consiglio regionale, si sarebbe confrontato con i sindaci, i medici, gli infermieri, i cittadini. Ma non lo fa perché sa bene che le cifre in suo possesso sono parziali e soprattutto ottenute sulla pelle dei cittadini, letteralmente cacciati dagli ospedali e costretti a curarsi fuori dall’Abruzzo”. Codì ha commentato l’annuncio di Chiodi sul calo del debito sanitario il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, aggiungendo:”Prima di brindare Chiodi deve aspettare i conti della mobilità passiva, e cioè di quanti cittadini sono costretti ad andare fuori dalla nostra regione anche per cure leggere. Ad un amministratore dovrebbe interessare il dato su cosa costa ai cittadini. Vada a farsi un giro negli ospedali e capirà quale eredità lascerà a chi governerà dopo di lui, perché la sua stagione non durerà”.
Costantini: “pagano ancora i cittadini”. “I debiti sono stati prodotti non dai cittadini, ma da chi si è succeduto in responsabilità di governo. Avremmo potuto vantarci di qualcosa se fossimo riusciti a non farli pagare ai cittadini, intervenendo con tagli agli sprechi, alle consulenze d’oro, agli appalti (che invece continuano ad andare a gonfie vele). Ma siccome i debiti prodotti dai politici li stanno pagando, come al solito, i cittadini (pensionati, lavoratori ed imprese) con l’aggravio delle tasse e con il taglio dei servizi, io francamente non riesco a trovare nulla di cui vantarsi e vedo, al contrario, anche l’operato di Chiodi coerente con il passato. Ha commentato duramente il capogruppo dell’Idv Carlo Costantini, precisando: “Un vero segno di discontinuità si determinerà quando a pagare le conseguenze degli errori sarà chiamato chi ha sbagliato e non chi ha subito le conseguenze degli sbagli. Con Chiodi continuano a pagare i cittadini, esattamente come prima; e se i numeri migliorano, migliorano perché i cittadini pagano pagano più di prima ed hanno minori servizi di prima. Dunque, nessuna novità rispetto al passato e nessun merito da rivendicare: solo la consapevolezza che si è superato, con questa guerra sulla rivendicazione dei meriti, anche il limite della decenza”.

Cna chiede il taglio delle tasse. “La via del risanamento dei conti della sanità regionale annunciata dal presidente, Gianni Chiodi, deve necessariamente concludersi con l’abbattimento delle tasse a carico di imprese e famiglie, da anni gravate di balzelli nati per ripianare la voragine del sistema sanitario”. Lo ha scritto in una nota la Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna) abruzzese, secondo la quale va salutato positivamente l’annuncio fatto dal governatore, al termine dell’incontro romano con il governo e le altre Regioni, circa l’apprezzamento sul piano di riordino della sanità messo in atto dalla giunta.”In più di una occasione, e a costo di scontare qualche prevedibile impopolarità – ha afferma l’associazione presieduta da Italo Lupo – abbiamo pubblicamente sostenuto l’azione di riordino, compresa la riconversione o il ridimensionamento di strutture presenti sul territorio. E abbiamo plaudito anche alla scelta di non introdurre tasse ulteriori nel momento in cui sono emersi nuovi buchi cui fare fronte. L’abbiamo fatto perché pensiamo che la nostra regione non si possa permettere un apparato sanitario così ipertrofico, ma perché crediamo soprattutto sia tempo di liberare risorse a favore della ripresa dell’economia: gli oltre cento milioni annui prelevati dalla tasche degli abruzzesi, attraverso le addizionali applicate all’Irpef ed all’Irap sono una anomalia, imprese e famiglie devono poter contare sulla pienezza dei loro redditi per rilanciare i consumi sul mercato interno. Il rientro nel novero delle Regioni virtuose – conclude la Cna – non può dunque, che comportare la restituzione, ai cittadini e alle imprese, di una parte dei loro redditi. A questo punto è necessario che la Regione indichi con certezza, quantomeno, i tempi attraverso i quali superare il regime delle addizionali”.

Impostazioni privacy