Dopo le tante segnalazioni degli utenti, è arrivata la maxi multa che ha colpito Poste Italiane: ecco che cosa hanno rubato senza permesso.
La storia dell’azienda di servizi postali, finanziari e logistici risale al 1862, quando furono create le Regie Poste così da unificare l’intero servizio postale nel neonato Regno d’Italia. Oggi, come ben si sa, è una società per azioni a controllo statale, ed è la più importante e grande infrastruttura del paese, con una rete di uffici postali diffusi in maniera capillare e una varietà di servizi multifunzionali.

Vista la premessa, è facile intuire che questo servizio è utilizzato da milioni di persone in tutta Italia. Proprio alcuni clienti, nell’ultimo periodo, hanno effettuato delle segnalazioni. Ciò ha portato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ad effettuare delle verifiche su ciò che stava accadendo, per poi decidere di sanzionare Poste Italiane con una maxi multa da 4 milioni. Una notizia che certamente avrà sorpreso tantissime persone, andiamo a scoprire quali sono i motivi.
Poste Italiane, maxi multa da 4 milioni di euro da AGCM: qual è il motivo
Probabilmente in tanti ricorderanno che lo scorso anno, precisamente nell’aprile 2024, le app BancoPosta e Postepay hanno iniziato a chiedere alcune autorizzazioni per accedere ai dati del cellulare, inviando dei messaggi di avviso ai clienti intitolati “Proteggi il tuo dispositivo”. All’epoca, la società aveva parlato di prevenzione di frodi e di rilevamento di app dannose, ma la questione non era stata vista bene da alcuni utenti Android.
A differenza degli utenti iOS, infatti, gli utenti Android sono stati obbligati a fornire l’accesso per poter proseguire nell’utilizzo delle due applicazioni. Questo perché il messaggio recitava in questo modo: “In assenza di tale autorizzazione hai a disposizione un numero massimo di 3 accessi dopo i quali non ti sarà più possibile accedere ed operare in app”.

A febbraio 2025, le due app di Poste hanno fatto dietrofront e non sono state chieste più autorizzazioni di quella natura ai clienti. Tuttavia, la cosa non è passata inosservata all’AGCM che ha esaminato la condotta della società, tanto da stabilire che è avvenuta una pratica commerciale scorretta perché Poste Italiane ha violato gli articoli 20, 24 e 25 del Codice del consumo, come sottolinea il bollettino del 9 giugno 2025.
L’autorità ha sottolineato che la società ha limitato l’accesso dei clienti a servizi essenziali, obbligando loro a concedere l’accesso a dati sensibili così da continuare ad avvalersi delle app. Una pratica che è risultata in contrasto con gli articoli sopra citati e per questa ragione è stata decisa una sanzione pesantissima.
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Poste Italiane multata per pratica commerciale scorretta: cosa succede ora
L’AGCM ha spiegato che la società ha richiesto agli utenti di autorizzare l’accesso ai dati sensibili al fine di poter continuare a sfruttare le funzionalità del servizio, che “costituisce parte integrante dell’offerta di Poste Italiane ai propri clienti, segnatamente la possibilità di disporre del proprio conto corrente o della propria carta di credito attraverso il canale App”, ha spiegato l’autorità.

Poste Italiane si è giustificata spiegando che i dati non erano riconducibili ai proprietari del telefono e non utilizzati per scopi economici. Nonostante ciò, l’autorità non ha creduto alle motivazioni dell’azienda e ha comminato la maxi multa da 4 milioni di euro, che dovrà essere pagata dalla società proprio per pratica commerciale scorretta.
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È bene ricordare, in questo contesto, che alla fine del mese di giugno l’app BancoPosta sarà sostituita in modo progressivo dall’App Poste Italiane, e nei prossimi mesi spetterà anche all’app Postepay. Infatti, i vari servizi delle due applicazioni in via di accantonamento sono già accessibili dall’app unica della società, che è Poste Italiane.