A seguito di una sentenza, Poste Italiane si è trovata costretta a rimborsare 18mila euro ad un pensionato a causa della mancata tutela.
Viviamo in un’epoca dominata dalla tecnologia, dove un conto bancario o postale non è solo utile ma essenziale per gestire e proteggere i propri risparmi. M siamo anche nell’epoca dove il contante non è visto di buon occhio, mentre si spinge sempre di più all’utilizzo del POS per i pagamenti.
Viviamo anche nell’era del phishing, una tecnica con cui i truffatori riescono a svuotare i conti bancari o postali di milioni di persone ogni giorno. Basta un raggiro, un dato personale, e quel conto può essere esposto ad altre persone senza che noi ce ne accorgiamo. Ma come è possibile? Questo è ciò che è accaduto d un pensionato che, in buona fede, ha seguito le indicazioni di un operatore postale per poi trovarsi un’amara sorpresa: la sottrazione di ben 18mila euro in un giorno.
Gli rubano 18 mila euro e le Poste sono costrette a risarcire: la vicenda
Il caso che ha coinvolto un pensionato toscano rappresenta l’ennesima dimostrazione di quanto sofisticate possano essere le truffe informatiche. Tutto è iniziato con un SMS apparentemente innocuo, confezionato ad arte per sembrare ufficiale. Il messaggio riportava il logo di Poste Italiane e un tono formale che indicava un presunto problema sul conto del destinatario. Bastava un clic sul link contenuto nel testo per cadere nella rete dei truffatori.
Il pensionato, fidandosi dell’autorità percepita del messaggio, ha seguito le indicazioni. Dopo aver cliccato sul link, è stato contattato telefonicamente da un falso operatore, che lo ha istruito passo dopo passo. Convinto di risolvere un problema di sicurezza, l’uomo ha inserito la tessera Postamat in un lettore, fornendo inconsapevolmente tutte le credenziali necessarie ai malintenzionati.
In poche ore, i truffatori hanno effettuato ben nove operazioni fraudolente, trasferendo 18.039 euro in buoni fruttiferi postali. Solo quando il pensionato si è recato in filiale per chiarimenti ha scoperto l’amaro epilogo.
Il tribunale di Firenze ha emesso una sentenza che segna un punto di svolta nella tutela dei consumatori. La giudice Elisabetta Carloni ha stabilito che Poste Italiane non aveva adottato misure di sicurezza adeguate, sottolineando come strumenti come la doppia autenticazione avrebbero potuto prevenire la truffa. Importante è stata anche l’affermazione che il pensionato non aveva commesso alcuna negligenza, avendo semplicemente seguito le istruzioni ricevute.
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Cosa dice la legge sul phishing e la responsabilità delle parti
Il caso non è isolato, ma evidenzia la crescente responsabilità degli istituti finanziari nel garantire la sicurezza delle operazioni online. La Corte di Cassazione ha già ribadito in altre sentenze che le banche devono dimostrare di aver implementato sistemi di protezione avanzati per evitare accessi non autorizzati.
Ad ogni modo, questa vicenda mette in luce due punti fondamentali: da un lato, la necessità per le aziende di adottare misure di sicurezza più rigorose; dall’altro, l’importanza di una maggiore consapevolezza da parte degli utenti sui rischi del phishing. In un mondo sempre più digitale, essere informati è la prima difesa contro le truffe.
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