Oasis, reunion storica a Cardiff: Liam e Noel Gallagher di nuovo insieme dopo 16 anni

Gli Oasis sono tornati ieri sera dal vivo dopo 16 anni di separazione: a Cardiff, davanti a 60mila persone, la band riscrive la storia del britpop con una scaletta piena di classici. Pubblico entusiasta: ma la domanda che tutti si fanno è… litigheranno di nuovo?

Quando la musica di Fuckin’ in the Bushes, ancora una volta utilizzata come sigla di apertura, risuona a tutto volume dalle casse, il boato del Principality Stadium di Cardiff è impressionante: e loro, i due fratelli Gallagher, Liam e Noel, dopo 16 anni di separazione giunta al culmine del loro successo, si presentano sul palco distesi e sorridenti, come non ne fossero mai scesi.

Oasis live in Cardiff
A sinistra i fratelli Gallagher, con il resto della band – Credits ANSA (Abruzzo.CityRumors.it)

Se sono emozionati di sicuro non si vede. Con loro anche l’altro fondatore Paul Bonehead Arthurs, dimissionato dal 1998 e Gem Archer, entrato nella band in un secondo momento e che aveva suonato sia con Liam che con Noel nei loro rispettivi progetti solisti. Davanti a loro un mare di oltre 70mila persone entusiaste. Persino commosse…

Il ritorno degli Oasis

Sicuramente è il ritorno in scena più atteso del decennio. Gli Oasis sono finalmente di nuovo sul palco sedici anni dopo la furibonda lite di Parigi che li separò: quella sera la band non salì nemmeno sul palco, lasciando furiosi in platea decine di migliaia di persone deluse.

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Noel il giorno dopo annunciò la fine della sua collaborazione con la band, Liam lo insultò più volte sui social e la separazione fu ufficiale. Per anni non c’è stato verso di vederli insieme. Nessuna foto. Ogni tanto qualche frecciata a distanza. Ma negli ultimi due anni le cose sono radicalmente cambiate.

La reunion dopo la lunga crisi

Lo scorso anno Liam concede una lunghissima intervista e parla molto di suo fratello, lasciando aperta la porta a una riappacificazione. Alle spalle dei due a lavorare nell’ombra la mamma, Peggy, e il fratello maggiore, Paul. Tra gli oltre 70mila di Cardiff ci sono anche loro, in tribuna d’onore, commossi.

La lunga attesa, che durava dal burrascoso scioglimento del 2009, si è sciolta in un boato collettivo quando le luci dello stadio si sono spente e la band è salita sul palco aprendo il set con “Hello”.

In una scena che ha fatto immediatamente il giro del mondo sui social, Liam e Noel si sono presentati insieme, camminando verso il centro palco mano nella mano. Nessun discorso, nessuna celebrazione verbale: solo musica, e la consapevolezza che quella serata rappresentava un passaggio storico per la musica britannica. Il pubblico, in gran parte composto da fan storici ma anche da giovanissimi, ha risposto con entusiasmo, intonando ogni canzone parola per parola. 

Una scaletta senza sbavature

Il concerto ha avuto l’impostazione di un formidabile greatest hits show. Dopo Hello, il gruppo ha snocciolato una sequenza travolgente di brani iconici: Acquiesce, Morning Glory e Some Might Say subito sparate fuori a tutto volume con grande sicurezza. Poi Cigarettes & Alcohol, Fade Away, Supersonic – accolta con un boato incredibile – e i brani più pop. Roll With It, D’You know what I mean, Little By Little e Stand By Me, attesa dai fan per 24 anni. Perché i due fratelli non volevano questa canzone in scaletta e non la suonavano addirittura dal tour del 2001.,

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Non sono mancati momenti più intimi, come Talk Tonight, eseguita solo da Noel alla chitarra acustica, in un silenzio carico di rispetto da parte del pubblico.

Liam ha mantenuto la sua consueta postura da frontman: mani dietro la schiena, sguardo fisso sulla platea, voce roca ma precisa. Tra un brano e l’altro, ha lanciato brevi frasi al pubblico, come: “Siamo tornati. E non ce ne andiamo presto, fratelli”. Noel, più controllato e asciutto, ha risposto poco dopo: “Facciamola semplice e chiara: è una bella sera per ricominciare tutto”.

Oasis live in Cardiff
Liam e Noel Gallagher salgono sul palco del Principality Stadium di Cardiff – Credits ANSA (Abruzzo.CityRumors.it)

Oasis, pubblico trasversale, tra nostalgia e scoperta

Uno degli elementi più sorprendenti della serata è stata la composizione del pubblico. Accanto ai fan di lungo corso, molti dei quali con magliette sbiadite dei tour anni ’90, quasi tutti cinquantenni, si notavano gruppi di ragazzi e ragazze giovanissimi, nati di gran lunga dopo l’uscita di (What’s the Story) Morning Glory?.

A metà concerto, Liam prende la parola rivolgendosi al pubblico: “Non siamo qui per farci belli. Siamo qui per suonare. E lo faremo finché reggeremo”. Alcuni indossavano i bucket hat resi celebri da Liam, altri sventolavano bandiere gallesi con la scritta Live Forever. Proprio l’esecuzione di questa canzone è stato uno dei momenti più alti dello show.

Arriva quasi alla fine, dopo l’emozione di ascoltare di nuovo Liam cantare Whatever (ultima esecuzione da parte sua trent’anni fa!) e Cast no Shadow, strepitosa. Su Live Forever Noel pronuncia poche parole di cordoglio: e la dedica a Diogo Jota, il giocatore moto due giorni fa in un drammatico incidente stradale, alla madre che ha perso due figli e ai tre figli del calciatore…

I bis, quattro: due ore di show

Dopo 19 canzoni e un’ora e mezza circa, la band parte con il brano che di solito apriva i concerti, Rock n Roll Star: e si infila dietro le quinte. Il pubblico urla da far paura: e dopo un paio di minuti gli Oasis rientrano per quattro bis… The Masterplan, Don’t Look Back in Anger – anche questa cantata da Liam e Noel insieme, cosa che non accadeva da secoli. Liam ci scherza sopra… “Beh io non l’ho dimenticata ma nemmeno voi….” dice al pubblico che ovviamente canta a squarciagola.

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Poi chiudono con Wonderwall e da una versione davvero incredibile di  Champagne Supernova con un assolo finale di chitarra di Noel praticamente perfetto, etereo e inappuntabile.

Nessun sentimentalismo, solo rock

Nonostante un clima fortemente passionale ed emotivo, i Gallagher non hanno ceduto al sentimentalismo. Nessun accenno diretto alla loro riconciliazione, nessuna dichiarazione sul futuro della band. Solo musica, suonata con potenza e precisione. La band ha funzionato come un meccanismo ben oliato, con Joey Waronker alla batteria al posto di Zak Starkey e da una integrazione di fiati e cori.

Oasis live in Cardiff
Il palco degli Oasis allestito per questo tour – Credits ANSA (Abruzzo.CityRumors.it)

Cardiff come punto di partenza di un tour globale

Il concerto al Principality Stadium segna la prima tappa di un tour andato subito e che quasi certamente proseguirà l’anno prossimo. Il primo set porterà la band in 41 città di Regno Unito, Europa, Stati Uniti, Giappone, Australia e Sud America. Le prossime date includono Manchester, Parigi, Berlino, Chicago e Buenos Aires. Il ritorno degli Oasis non è quindi un episodio isolato, ma una scelta strutturata e pianificata.

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Fonti vicine alla produzione hanno parlato di una pianificazione meticolosa durata oltre due anni, con prove segrete in una location blindata dell’Hertfordshire e la supervisione diretta di entrambi i fratelli Gallagher su ogni aspetto del tour. I biglietti delle prime dieci date sono andati esauriti in meno di un’ora.

Gli Oasis sono tornati: davvero

Al termine del concerto, dopo una lunga ovazione, la band ha salutato con una breve uscita di scena. Nessun bis ulteriore, nessuna chiusura trionfale, solo un cenno del capo e un “grazie” sussurrato al microfono da Liam. Molti si sono chiesti se questa reunion sia destinata a durare o se si tratti di un ciclo chiuso. La risposta, come sempre con i Gallagher, resta sospesa. Conoscendo il loro carattere e le loro continue competizioni il rischio che possano litigare e mandare tutto di nuovo in vacca c’è.

Di sicuro Cardiff ha assistito a un momento irripetibile, un ritorno che ha riacceso la fiamma del britpop, e soprattutto ha messo fine, almeno temporaneamente, a una delle fratture più discusse e controverse del rock contemporaneo. Gli Oasis sono tornati. E, per ora, basta questo.

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