La performance del duo punk rap Bob Vylan a Glastonbury accende le polemiche tra cori anti-IDF, accuse di antisemitismo, visti revocati negli USA e la BBC che finisce sotto accusa persino in parlamento.
I Bob Vylan, duo londinese di punk rap ancora poco conosciuto nel nostro paese, passerà alla storia per il set più dirompente e criticato nella storia del festival rock di Glastonbury, vale a dire il momento più importante del rock inglese.

Durante il show al West Holts Stage, i Bob Vylan hanno acceso la miccia con la loro musica, ma anche iniziando cori raccolti da gran parte del pubblico – Death, death to the IDF (morte alle forze israeliane) – per poi culminare con uno stralunato monologo mandato integralmente in onda alla BBC che ha scatenato una reazione politica senza precedenti.
I Bob Vylan a Glastonbury
Alle spalle una scritta che attaccava direttamente i media britannici: “Le Nazioni Unite lo definiscono un genocidio, ma la BBC lo chiama conflitto”. Tra il pubblico moltissime bandiere palestinesi e cori estremamente esplliciti contro Israele. Che hanno causato un vero e proprio incidente diplomatico.
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Le reazioni non si sono fatte attendere. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha definito le parole di Bobby Vylan, leader e portavoce della band “odio puro” e ha chiesto alla BBC chiarimenti immediati sulla scelta di trasmettere integralmente l’esibizione. Emily Eavis, co-organizzatrice di Glastonbury, ha preso le distanze in modo netto: “Non c’è spazio per messaggi d’odio o incitamento alla violenza. La direzione artistica del festival non era a conoscenza delle intenzioni del gruppo”.
Bob Vylan, indagine e inchiesta: banditi dagli USA
La polizia di Avon & Somerset, competente per territorio su tutto quanto accade a Glastonbury, ha aperto un’indagine per verificare se siano stati commessi reati di ordine pubblico o incitamento all’odio. Anche il Dipartimento di Stato americano è intervenuto, revocando i visti per l’imminente tour statunitense dei Bob Vylan: la band non potrà più esibirsi negli USA, tutti i concerti sono stati cancellati.
Le proteste sono arrivate anche da ambienti ebraici e diplomatici. La Federazione israeliana nel Regno Unito ha espresso “profonda inquietudine” per l’accaduto, accusando i Bob Vylan di antisemitismo. Il caso ha travolto anche la BBC, accusata di non aver interrotto la trasmissione in diretta dell’esibizione nonostante le evidenti derive verbali.
La BBC sotto accusa
La posizione dell’emittente pubblica britannica è parsa sin da subito delicata. La BBC ha ammesso… “di aver sbagliato a non interrompere la trasmissione e ha rimosso tempestivamente la performance dai propri canali social e on-line”, compreso l’iPlayer dove – per contratto con Glastonbury – tutti i concerti sono visibili e donwloadabili, un po’ come accade per Sanremo con la RAI.
In una nota ufficiale la BBC scrive… “Condanniamo ogni forma di antisemitismo. Le parole pronunciate durante il set dei Bob Vylan sono profondamente offensive. Avremmo dovuto bloccare lo streaming”.
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Secondo alcune ricostruzioni interne, numerosi dipendenti dell’emittente si sarebbero detti ‘scioccati e imbarazzati’ per la gestione editoriale dell’episodio. Il caso ha aperto un dibattito più ampio sul ruolo della BBC come servizio pubblico e sulle linee guida da adottare per la trasmissione di eventi dal vivo con contenuti potenzialmente sensibili.
Il Culture Secretary Lisa Nandy ha attaccato direttamente la leadership dell’emittente: “Serve un chiarimento strutturale sul modo in cui la BBC esercita il suo ruolo. Questo non può più accadere”.

La difesa dei Bob Vylan
Nonostante la pioggia di critiche, Bobby Vylan – chitarrista e cantante della band, che condivide con Bobbie Vylan, l’altra metà del duo – ha difeso pubblicamente le proprie parole. In un comunicato diffuso sui social, il rapper ha scritto… “Insegniamo ai nostri figli a parlare apertamente quando vedono le ingiustizie. Io ho detto quello che penso. E di certo non intendo scusarmi…”
Nessuna retromarcia, dunque, ma anzi una rivendicazione del gesto come atto di denuncia politica.
Il duo ha già affrontato in passato polemiche legate ai contenuti politici dei loro testi e performance. Tuttavia, l’invocazione alla morte dell’IDF rappresenta un salto di livello nella radicalità dei messaggi. Una scelta che ora potrebbe avere pesanti conseguenze legali e professionali.
Tra arte, censura e incitamento: il confine sottile
Il caso dei Bob Vylan a Glastonbury riapre una frattura mai sopita tra libertà d’espressione e incitamento all’odio. Qual è il confine tra legittima protesta politica e discorso pericoloso? Quanto può e deve intervenire un ente pubblico come la BBC nel filtrare i contenuti trasmessi?
In attesa dell’esito delle indagini, il caso getta un’ombra sul festival più famoso del Regno Unito, che si è sempre presentato come palco aperto alla pluralità di voci. Ma questa volta, più che una voce, a risuonare è stato uno schiaffo che ha attraversato confini artistici, politici e mediatici.
Un episodio che difficilmente si chiuderà presto e che promette di lasciare il segno nel dibattito culturale britannico (e non solo).