Abruzzo, la Madonna contesa: una statua che fa discutere

Una popolare piccola statua, pregevole opera lignea del 1100, è da anni contesa tra la comunità di un piccolo paese in provincia di Teramo e la città de L’Aquila

Non vede la parola fine la disputa su una delle caratteristiche figure meglio conservata del patrimonio culturale abruzzese, quella della bellissima statua, ancora in ottime condizioni, della Madonna lignea con Bambino del XII secolo. Una rappresentazione che vede Maria indossare la corona di regina e un abito che conserva gran parte del fondo rosso e della decorazione, sia lei sia il piccolo Gesù con mano benedicente hanno le guance venate di rosa.

Madonna con bambino
Abruzzo, la Madonna contesa: una statua che fa discutere – Abruzzocityurmors.it

La pregevole statua, opera del 1100 di un maestro abruzzese, si trova dal 2016 a L’Aquila, esposta nelle sale del Munda Museo nazionale d’Abruzzo, dove si è fermata dopo il restauro e un giro di mostre in varie città italiane senza essere restituita alla piccola cittadina di Castelli, in provincia di Teramo, sita alle falde meridionali del Gran Sasso. La comunità castellana rivendica da anni la restituzione della preziosa reliquia che resta invece ancora ferma nel museo del capoluogo abruzzese.

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La statua contesa

L’Italia è un paese che conserva tante opere più o meno preziose, dipinti, statue, sculture arrivate ai giorni nostri e testimoni di un passato culturale prezioso e molto probabilmente unico al mondo. Patrimoni che ogni città, ogni comunità conserva con cura e venera con devozione perchè rappresentano la storia di quel borgo e rappresentano un’eredità tramandata di generazione in generazione.

Alle pendici del Gran Sasso
La statua contesa – Abruzzocityrumors.it

Ecco perché la Madonna col Bambino, una pregevole statua lignea, opera di un maestro abruzzese databile secondo gli studiosi al XII secolo, appartenente al comune di Castelli, un piccolo paese in provincia di Teramo, ma che da anni è all’Aquila esposta nelle sale del Munda, il Museo nazionale d’Abruzzo, dove si era fermata dopo un giro di mostre in varie città italiane, è al centro di una profonda disputa e rivendicazione. Infatti, nonostante la richiesta ufficiale di restituzione dell’opera alla chiesa madre di Castelli da parte di due vescovi di Teramo, la statua fino ad oggi non si è più mossa dal capoluogo.

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La lettera della comunità al Presidente Mattarella

La Madonna in trono col Bambino apparteneva in origine all’abbazia benedettina di San Salvatore, andata distrutta.
In seguito fu portata nel complesso francescano della Madonna degli Angeli per arrivare infine, negli anni Sessanta del Novecento, alla chiesa di San Giovanni Battista di Castelli. Dopo il sisma aquilano, che rese inagibile con gravi danni la chiesa del paese, la Soprintendenza ai Beni storici artistici etnoantropologici d’Abruzzo chiese in prestito la statua per la mostra itinerante, senza mai più restituirla a Castelli, anche dopo la ristrutturazione della chiesa di San Giovanni Battista, tornata così a disposizione dei fedeli.

Sergio Mattarella
La lettera della comunità al Presidente Mattarella – Abruzzocityrumors.it

Oggi la comunità intera di Castelli ha deciso di rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per cercare di mettere fine a questa contesa e riportare la statua a casa. “Caro presidente Mattarella, fai che la Madonna di Castelli torni nel borgo abruzzese”, inizia così la missiva sottoscritta da tutta la comunità castellana che fa seguito anche alla petizione sottoscritta da 550 persone per far tornare la statua della madonna a casa. Nella statua i firmatari vedono anche prospettive di rinascita culturale e un argine allo spopolamento del piccolo borgo ai piedi del Gran Sasso. “Il ritorno potrebbe lenire gli effetti di una tremenda diaspora di beni artistici e storici, di fede e di persone che purtroppo ha preso il sopravvento. Lo scopo potrebbe essere anche quello di allargare gli orizzonti di una rinascita e credere e sperare di poter rivedere in opera le molte e antiche officine ceramiche; ripopolare e rispolverare quell’antico orgoglio che ha reso grande questo piccolo paese”.

 

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