Addio a Clem Burke, leggendario batterista dei Blondie

Clem Burke, storico batterista dei Blondie, è morto a 70 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro, fondatore e colonna ritmica della band, ha lasciato un segno indelebile nella storia del rock e della new wave con uno stile potente e molto riconoscibile

Lo avevamo incontrato in Italia una decina di anni fa, di passaggio dal Magnolia di Segrate dove i Blondie erano tornati in uno dei loro rarissimi passaggi nel nostro paese, un paio di live e una manciata di apparizioni televisive in quarantacinque anni di attività.

Blondie, Clem Burke
Alle spalle di Blondie, alla batteria, Clem Burke – Credits Instagram @clem.burke (abruzzo.cityrumors.it)

Clem Burke era davvero un fuoriclasse, un batterista potente, velocissimo, eclettico, capace di rendere assolutamente distintivo il suono di una band. E se c’era qualcosa che spiccava nel suono dei Blondie, oltre alla sagoma inconfondibile di Deborah Harry, questo era proprio lui.

Addio a Clem Burke dei Blondie

Considerato uno dei migliori batteristi nella storia del rock, Clem Burke è morto domenica sera dopo una lunga battaglia contro il cancro che non gli aveva impedito di suonare ed esibirsi ancora fino a poche settimane fa. Aveva 70 anni.

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Chris Stein e Debbie Harry che nel 1979 stavano creando i Blondie lo incontrano dopo avere pubblicato un annuncio su un giornale: “Cerchiamo un batterista sufficientemente fuori di testa”. L’incontro è definitivo, la loro amicizia durerà tutta la vita. Di fatto Burke viene considerato uno dei fondatori della band che da lì a qualche anno avrebbe rivoluzionato il punk creando un proprio stile inconfondibile nella new wave.

Il dolore dei Blondie

La notizia è stata confermata dalla band che ha ufficializzato la sua scomparsa con un post: “Clem non era semplicemente un batterista, era la nostra colonna vertebrale, il nostro cuore pulsante. Il suo talento, la sua energia e la sua passione per la musica erano senza pari, il suo contributo al nostro suono e al nostro successo è stato inestimabile.”

Deborah Harry era una delle più grandi amiche di Burke: “È una notizia devastante per tutti noi che abbiamo condiviso per molto tempo lo stesso sogno. Quello di trasformarci da disadattati in musicisti professionisti. Lui era sicuramente il talento più fulgido all’interno della band, un uomo capace di ispirarci dentro e fuori dal palco. Non ci sono stati giorni noiosi con lui. Ci mancherà enormemente…”

La firma musicale di un’epoca

Il segno distintivo della batteria di Burke è presente in tutti i successi dei Blondie. La rullata e il charleston sincopato di Heart of Glass, il ritmo martellante di Call Me che si apre proprio con un suo attacco potentissimo, il ritmo sinuoso di Rapture e The Tide Is High ma soprattutto Dreaming, il brano capolavoro della band, quello con il quale di solito chiudevano gli show, caratterizzato da un impressionante tappeto ritmico di feroci rullate sui tom.

Nei frequenti periodi di pausa con i Blondie Clem Burke aveva l’imbarazzo della scelta viste le richieste: ha suonato con Who, Bob Dylan, Eurythmics, Iggy Pop, Billy Idol, i Ramones.

Era spesso ospite dello studio 606 di Dave Grohl e dei Foo Fighters, amico fraterno di Taylor Hawkins, il drummer della band tragicamente scomparso due anni fa. Suonò anche con Take That, Romantics e Springsteen partecipando a una innumerevole serie di registrazioni e produzioni.

Blondie, Clem Burke
A sinistra, con Blondie (Deborah Harry) Clem Burke – Credits Instagram @clem.burke (abruzzo.cityrumors.it)

Scioglimento e reunion

Dopo lo scioglimento del gruppo nel 1982, causato anche dai problemi di salute di Chris Stein, Burke ha proseguito una carriera solida e versatile. Quando i Blondie si riuniscono nel 1997, lui è al suo posto dietro i tamburi: e nel 1999 da un suo riff di batteria estremamente aggressivo cui decide di aggiungere il suono di alcune campane tubolari, arriva Maria, che riporta la band al primo posto delle classifiche.

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L’ultima apparizione pubblica con i Blondie risale all’estate scorsa, al Belsonic Festival in Irlanda del Nord, quando salì sul palco con la sua inseparabile maglietta del CBGB, il club newyorchese dove i Blondie erano di casa.

Uno dei suoi ultimi tour lo vide insieme alle sue grandi amiche Go-Go’s che per un tour mondiale lo chiamano dietro ai tamburi partecipando anche alla loro induzione nella rock and roll Hall of Fame.

Il batterista come un atleta professionista

Le sue condizioni negli ultimi mesi si erano molto aggravate. Da tempo si era dedicato alla sua fondazione la Clem Burke Drumming Project con la quale promuoveva lo studio della batteria per ragazzi con problemi caratteriali e di apprendimento.

Burke ha anche preso parte a ricerche scientifiche sullo sforzo fisico dei batteristi. I suoi studi hanno dimostrato che l’attività di un batterista può raggiungere i livelli di intensità di un atleta professionista. Per questo, nel 2011, ha ricevuto un dottorato onorario dall’Università britannica del Gloucestershire.

Al Magnolia dopo una splendida intervista davanti a una birra venne chiamato dalla band per il sound check e da persona straordinariamente comunicativa e ironica si accomiatò dai giornalisti presenti dicendo… “sorry, devo andare in ufficio…”

 

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