Un noto avvocato dovrà difendersi dall’accusa di stalking, e non solo, ai danni della sua ex fidanzata dopo aver riempito la città di sue foto hot
Una storia che è destinata a finire a processo quella tra un uomo e la sua ex fidanzata. Il primo è un noto avvocato di Pescara, intorno ai 60 anni, che a ottobre 2022 era stato lasciato dalla sua compagna. Una fine che, però, non è riuscito ad accettare e dopo aver tentato di convincerla a tornare con lui senza successo, ha iniziato a pianificare la sua vendetta.

Per la città di Pescara e di Montepulciano, il sessantenne ha iniziato ad affiggere foto osé della sua ex fidanzata, a scrivere insulti diretti a lei, ma anche il suo numero di telefono. Tutti gesti che avevano un solo scopo: vendicarsi per la fine della relazione e rovinare la sua vita.
La vittima si è resa conto di quello che stava accadendo solo quando il suo telefono è stato tartassato di telefonate da parte di persone disposte a pagare per avere in cambio delle prestazioni sessuali. Queste le hanno svelato di aver trovato il suo numero sui muri di bagni e locali pubblici.
Tanto è bastato per fare una rapida ricerca e scoprire che la responsabilità era tutta del suo ex fidanzato, lo stesso che diverse notti passava sotto casa sua suonando il clacson per farsi notare e disturbarla. Prontamente la donna lo ha denunciato alla polizia per stalking.
La richiesta di processo
Già ad aprile 2024 il gip Giovanni De Rensis lo aveva costretto a indossare il braccialetto elettronico e stare a distanza di sicurezza dalla sua ex compagna. La conferma che fosse l’artefice di quanto accaduto è arrivata durante una perquisizione domiciliare, nel corso della quale sono stati trovati fogli con il nome della vittima, insulti a sfondo sessuale e bombolette spray.

A distanza di pochi mesi, però, questa vicenda sta per vivere ulteriori sviluppi. Il pm Anna Benigni ha deciso di chiedere il processo per l’avvocato. Nel frattempo, tra le varie novità emerse c’era il fatto che probabilmente i due erano amanti da quattro anni, avendo lui una famiglia e lei un compagno.
Il capo di imputazione è stato pubblicato da ‘Il Centro’ e si legge chiaramente l’accusa mossa nei suoi confronti e quindi alla base del processo richiesto dal pm Benigni: “Condotte reiterate. Consistite nello scrivere sui muri, sui marciapiedi e sulle pensiline degli autobus dislocati nei Comuni di Pescara e Montesilvano, frasi offensive” ovviamente dirette alla donna.
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Nei prossimi giorni sono attese ulteriori novità in merito a questa vicenda che, dopo che sembrava essersi conclusa qualche mese fa, ora è stata inaspettatamente riaperta e potrebbe portare per l’avvocato conseguenze ben peggiori di un semplice braccialetto elettronico.