Un colpo di pistola alla gamba di un ragazzo, la verità emerge solo dopo le indagini. Il padre indagato per omessa custodia, mentre il figlio rivela i dettagli
La vicenda del ragazzino ferito da un colpo di pistola a Cese di Preturo continua a riservare sviluppi drammatici. Il padre del 14enne, indagato per omessa custodia dell’arma, potrebbe rispondere delle sue negligenze in relazione all’incidente. Tuttavia, a premere il grilletto non sarebbe stato lui, ma uno degli amici del ragazzo, coetaneo della vittima.

A rivelarlo è stato l’esame dello Stub, effettuato dalla polizia scientifica, che ha identificato i residui di polvere da sparo sui polpastrelli dell’amico. Questo test ha dato chiarezza sulla dinamica dell’incidente, smentendo la prima versione fornita dalla madre.
L’arma, una pistola legalmente detenuta dal padre del ragazzo per uso sportivo, è stata sequestrata dalle forze dell’ordine, ma la scena del crimine presenta ancora molte ombre. Nel garage dove è avvenuto l’incidente non sono state trovate tracce di sangue, come se la scena fosse stata accuratamente ripulita. Le indagini, affidate alla dirigente della Mobile Roberta Cicchetti, dovranno stabilire se si è trattato di un incidente o se l’arma è stata usata durante un litigio tra i ragazzi.
L’allarme è scattato lunedì sera, quando una madre ha accompagnato il figlio al pronto soccorso con un colpo di pistola al polpaccio. Inizialmente, il ragazzo e la madre avevano raccontato agli agenti di polizia che un uomo a bordo di un’Audi aveva sparato contro i due amici che stavano giocando vicino casa. L’ipotesi di un agguato da parte di un estraneo aveva fatto pensare a un altro tipo di scenario.
La svolta dell’indagine arriva in serata
Le forze dell’ordine, coordinandosi con la squadra volante e la Mobile, avevano esaminato le immagini delle telecamere di videosorveglianza senza però riuscire a rintracciare la macchina in fuga. L’iniziale incertezza sembrava aver trovato conferma nelle testimonianze, ma la verità sarebbe venuta a galla solo in seguito.

Dopo un intervento chirurgico, il ragazzo ferito è stato ascoltato dalla polizia e ha fornito una versione completamente diversa degli eventi. Secondo il giovane, l’incidente non è stato causato da un’aggressione esterna, ma da un gioco pericoloso con l’arma sottratta dalla casa.
Il ragazzo ha rivelato che l’arma utilizzata era quella legalmente detenuta dal padre e che era stata presa dai due coetanei approfittando dell’assenza dei familiari. Un episodio che solo per un caso fortuito non ha avuto conseguenze tragiche.
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La procura sta ora indagando sulle dinamiche del caso, con un’ulteriore inchiesta per falsa dichiarazione e procurato allarme, soprattutto nei confronti della madre, che inizialmente aveva fornito una versione errata dei fatti. Questo episodio solleva interrogativi sulla sicurezza e sulla responsabilità nell’uso di armi in ambito familiare, e su come un gesto imprudente possa trasformarsi in una tragedia evitabile.