Continuano le scorribande di uno splendido esemplare di orso bruno marsicano nelle strade dei paesi della valle subequana intorno al capoluogo della regione
Da anni gli abitanti di alcune zone intorno al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono costrette a convivere con gli orsi bruni liberi di circolare pericolosamente nelle vie di piccoli e grandi centri abitati. Un pericolo continuo per grandi e bambini e per gli animali da fattoria che molto spesso diventato le vittime preferite di questi esemplari simbolo della regione tanto da essere presenti proprio sul logo principale del parco più grande del centro Italia.

Un rapporto di amore e odio. Insieme al Trentino Alto Adige, l’Abruzzo è l’altra regione d’Italia che ha a che fare con gli orsi. Simbolo del parco d’Abruzzo, l’orso bruno marsicano è una sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi e dunque rappresenta un esemplare tipico dell’Italia centrale. Recenti ricerche scientifiche hanno stimato una popolazione di poco meno di 100 esemplari nel territorio del Parco e zone limitrofe.
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Animale simbolo, ma pericolosamente libero di scorrazzare
L’orso bruno marsicano continua a far discutere. Non sono bastati i recenti casi che anche nel 2024 hanno visto protagonisti questi esemplari tipici delle zone intorno al parco nazionale, adesso sono tornati ad affacciarsi tra le case dei paesi limitrofi creando scompiglio e soprattutto tanta paura tra chi se li ritrova davanti anche in pieno giorno. L’ultimo esempio arriva da Fontecchio, un piccolo centro abitato in provincia de L’aquila, dove da giorni fa regolarmente la sua comparsa uno splendido esemplare di orso bruno marsicano, “sceso fino in città” dalle montagne e dalle valle dove vive per fame, dopo il risveglio dal lungo letargo invernale.

Polli, galline, qualche cane lupo e le arnie del miele, tutto può risultare utile per procacciarsi del cibo, ma è stata tanta la paura che hanno provato tutte le persone che si sono trovate davanti il grande mammifero mentre camminavano per tornare a casa. Eppure proprio la regione Abruzzo, a differenza di quella del trentino, da anni utilizza un sofisticato sistema di monitoraggio per censire e controllare tutti gli esemplari del parco, lavorando sulla dissuasione degli orsi troppo confidenti con l’uomo e monitorando i loro spostamenti tramite radiocollari.
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La paura della gente
Il problema è che negli ultimi anni si sono registrati troppi incontri ravvicinati tra l’uomo e l’orso e ora la cosa sta cominciando a preoccupare anche le autorità preposte al controllo. Sono state infatti quattro le incursioni di orso, nel volgere di pochi giorni, a Santa Maria del Ponte di Tione degli Abruzzi, Fagnano Alto, Fontecchio e la frazione di San Pio. Soprattutto l’ultima in ordine di tempo, quella a Fontecchio, il piccolo comune in provincia de L’Aquila, ha davvero spaventato perchè è avvenuta nel primo pomeriggio e ha visto una giovane mamma e la sua bimba, di soli due anni, e la nonna trovarsi davanti l’animale all’improvviso mentre tornavano a casa.

Per fortuna l’orso davanti alle urla disperate delle due donne ha pensato bene di girarsi e tornare indietro altrimenti non sappiamo davvero cosa sarebbe potuto accadere. Ora la gente della valle non si sente più al sicuro tra le vie dei propri centri abitati e tanti chiedono alle stesse amministrazioni di provare a fare qualcosa per arginare questa “cattiva abitudine” che questi grandi animali sembrano aver preso.