Pescara a Vivarini, il ritorno a casa del “guerriero”

Vincenzo Vivarini, il “ritorno a casa” del guerriero: chi è il nuovo tecnico del Pescara, tra campo, famiglia e montagna

C’è chi dice che si torna sempre dove si è stati bene. E per Vincenzo Vivarini, a quasi sessant’anni, il detto calza a pennello. Il nuovo tecnico del Pescara (in attesa dell’ufficialità) sta per riavvolgere il nastro della sua vita, pronto a rivivere le forti emozioni dello stadio Adriatico-Cornacchia, un luogo dove tutto è iniziato: prima da calciatore, poi da allenatore della Primavera e, infine, il debutto in Serie B nella stagione 2006-2007. Un “antipersonaggio”, come lo definiscono, uno che ama il campo più delle luci della ribalta, e che alle parole preferisce la concretezza dei fatti.

Vivarini
Pescara a Vivarini, il ritorno a casa del “guerriero” (LaPresse Foto) – Abruzzo.cityrumors.it

Nato ad Ari ma da sempre residente a Francavilla, Vivarini ha iniziato la sua avventura in panchina nel lontano 1998, tra i dilettanti, guidando l’Ortona. Poi le esperienze a Vasto e a Francavilla, in Eccellenza. Dopo un paio di esoneri, ha saputo ripartire dal settore giovanile del Giulianova, per poi approdare al Pescara. Qui, ha avuto l’opportunità di essere collaboratore di Maurizio Sarri, uno dei suoi maestri, e ha anche sostituito (insieme a De Rosa) Aldo Ammazzalorso a fine 2006 in Serie B.

La sua carriera è stata un continuo saliscendi, fatta di ripartenze e di quel “rimboccarsi le maniche” che è diventato il suo marchio di fabbrica. Dopo l’esperienza pescarese, è subentrato in corsa nel Luco Canistro, conquistando una salvezza miracolosa in Serie D. Poi la RC Angolana, e il Chieti, con cui ha ottenuto una promozione in Seconda Divisione nel 2010. L’Aprilia lo ha visto esonerato nonostante un quinto posto in classifica e una prima parte di campionato da protagonista in Seconda Divisione (2012-2013).

La prima grande gioia vera arriva a Teramo nell’estate del 2013, la ripartenza che lo porta all’ascesa. Fino alla promozione in Serie B, conquistata sul campo il 2 maggio 2015. Sembrava la chiusura del cerchio, l’apice di un percorso. E invece, si è trasformato nell’inizio di un incubo durato tutta l’estate, fino a fine agosto, quando due gradi di giudizio hanno stabilito che Savona-Teramo era stata una partita combinata, condannando i biancorossi a restare in Lega Pro. Ma Vivarini non si è perso d’animo.

La risalita verso la Serie B e l’esperienza in Calabria

La sua carriera ha ripreso slancio. Passa in B al Latina, ci resta una stagione e poi le panchine di Empoli, Ascoli, Bari, Virtus Entella. Nel 2021 approda in Calabria, al Catanzaro, in Serie C, e nel giro di un paio di stagioni riporta i giallorossi in Serie B, dove resta fino al 2024. L’anno scorso l’esperienza a Frosinone, ma la sua avventura in panchina si conclude dopo appena 9 gare, pagando probabilmente una campagna acquisti non all’altezza, con un esonero che lo ha rimesso in gioco.

Vincenzo Vivarini
La risalita verso la Serie B e l’esperienza in Calabria (LaPresse Foto) – Abruzzo.cityrumors.it

Alti e bassi, dunque, ma con la tempra del combattente. Vivarini lo è stato da calciatore (era un attaccante di razza) e lo è in panchina, anche se non è tipo da proclami o frasi a effetto. In campo, ha avuto un discreto passato da attaccante in Serie C1 e C2 con maglie importanti come Celano, Turris, Monza, Baracca Lugo e Gualdo, e una parentesi in B con il Cosenza. Ama ricordare il gol firmato a Palermo, nel 1991, quando con un colpo di testa da fuori area ammutolì 30mila tifosi e permise al suo Monza di fare 1-1 nella finale d’andata di Coppa Italia. «Ero un centravanti da area di rigore. Avevo bisogno di cross e di palloni buoni», ha raccontato.

Ma Vivarini è anche un uomo profondamente legato alla famiglia. Sposato con Rossella e padre di due figlie, Ilaria e Flavia, fa della riservatezza un altro dei punti cardine della sua vita. Non ama molto stare al centro dell’attenzione ed è raro vederlo come ospite in trasmissioni televisive. Cerca di passare più tempo possibile con le sue donne di casa, a Francavilla. Il suo hobby? Sette cani da caccia con cui fa lunghe passeggiate in montagna. Un modo per rilassarsi e scaricare lo stress, lontano dai riflettori.

I maestri e la strategia “maniacale”: la mente dietro il campo

Oltre a Maurizio Sarri, che nel 2018 lo voleva come suo vice al Chelsea – «Sì, ci sono state delle possibilità. Ma ho preferito mantenere le mie abitudini e il mio status», disse tempo fa – l’altro maestro di Vivarini è stato il compianto Enrico Catuzzi.

Maurizio Sarri
I maestri e la strategia “maniacale”: la mente dietro il campo (LaPresse Foto) – Abruzzo.cityrumors.it

«A Pescara, a metà degli anni ’80, mi aprì la mente sul gioco a zona con metodi all’avanguardia per l’epoca. Nel guardarlo mi sembrava di stare sulla luna», ha ricordato. Ha apprezzato anche Franco Varrella, ai tempi in cui giocava nel Monza.

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Come prepara la partita? In maniera maniacale. Vivarini cerca di prevedere tutto, studiando fin nei minimi dettagli le rimesse laterali e i rinvii dei portieri, ad esempio. Prima del fischio d’inizio ha già in mente l’intera partita e cerca sempre di preparare i giocatori al tipo di gara a cui andranno incontro. Il Pescara lo aspetta, pronto a riabbracciare il suo “figlio” prediletto.

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