Dimissioni Rapino, Renzo Di Sabatino: “Ricostruiamo il PD abruzzese”

Dopo le dimissioni dell’ormai ex segretario regionale Marco Rapino, il Presidente della Provincia di Teramo e già vice segretario regionale, Renzo Di Sabatino, nelle cui mano è adesso il PD abruzzese, commenta così quanto accaduto.

“Marco Rapino, al quale va il ringraziamento di tutto il Pd per il lavoro svolto in un momento molto complicato della vita del partito, si è dimesso ieri lasciandomi  la guida del partito – dice . Seppur l’orizzonte politico di questo mandato è limitato nel tempo intendo esercitarlo con pienezza di poteri e con tutte le prerogative conferite alla figura del segretario ben consapevole che abbiamo alle porte un appuntamento istituzionale davvero importante per il rinnovo della nuova Regione”.

“Dopo aver considerato le questioni sul tappeto e dopo una veloce consultazione con i segretari provinciali, ho deciso di sospendere l’insediamento di nuovi organismi: sono assolutamente consapevole  che troppo spesso sono saltati importanti passaggi di riflessione e condivisione  e prima di qualsiasi decisione rispetto all’assetto del partito penso che bisogna prendersi del tempo per recuperarli. Lo dobbiamo agli iscritti e anche ai cittadini, e sono ancora tanti, che non hanno la tessera del PD ma che guardano a noi come l’ultima spiaggia contro la deriva di una nuova destra che nulla ha a che vedere con quanto abbiamo visto nel recente passato ma che somiglia in maniera spaventosa con quanto ha preceduto il ventennio fascista. Ritengo che bisogna riunire i coordinamenti provinciali, e parteciperò ad ognuno di essi, per ascoltare e capire cosa sta succedendo nei territori. Solo successivamente farò convocare la direzione regionale e se sarà necessario, lo decideremo insieme, l’assemblea. Al termine di questo percorso saranno individuati i nuovi organismi di cui non farà parte, per ovvie ragioni di opportunità, chi è candidato alle regionali”.

E ancora:”Quello che non va, che abbiamo sbagliato, che possiamo migliorare: non si può eludere questa fase. Dovremo parlare e capirci senza flagellarci. Dovremo smontare gli steccati che ci hanno rinchiuso nelle gabbie di conventicole e correnti. Qui, ora, in questo momento della storia non hanno più senso. Quindi ci parleremo e ragioneremo, litigheremo, ma questa condizione va superata. Confido nel senso di responsabilità di tutti i dirigenti del partito per ritrovare la serenità: ne abbiamo bisogno per comporre un’ampia alleanza che deve vedere uniti le forze progressiste, i movimenti civici e la classe intellettuale anch’essa oggi chiamata ad un impegno per la propria comunità e per individuare rappresentanti istituzionali alternativi al modello Salvini, per il quale vale più la presidenza di un Cda che la sorte della Regione”.

 

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