Stazione Ornitologica Abruzzese: ‘Botti dannosi per salute e biodiversità’

Pescara. ‘I botti sono fonte di un severo inquinamento dell’aria, emettendo PM10 e decine di sostanze tossiche e cancerogene. Inoltre determinano gravi danni alla biodiversità. Lo dimostrano studi scientifici di altissimo livello.

Quelli sulla salute sono stati riassunti recentemente nella review “Potential impact of fireworks on respiratory health” disponibile qui: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4220320/ , che a sua volta cita una rilevante bibliografia con decine di studi e ricerche pubblicati sulle migliori riviste internazionali.

Queste dimostrano come i botti e i fuochi artificiali siano responsabili dell’emissione di grandi quantità di inquinanti, dalle polveri fini e ultrafini (PM10 e PM2,5) al benzene, da metalli pesanti al toluene. Tutte sostanze che fanno male alla salute dei cittadini’.

Lo dichiara in una nota la Stazione Ornitologica Abruzzese.

‘Inoltre, per quanto riguarda la biodiversità, l’Università di Amsterdam sta monitorando da anni, anche con straordinarie immagini realizzate con il radar, il disturbo che i botti creano sull’avifauna, con migliaia di uccelli che si alzano in volo terrorizzati.

Spesso ciò avviene in aree protette a livello comunitario, coinvolgendo specie estremamente rare e sottoposte teoricamente a stringenti misure di conservazione sulla base delle direttive comunitarie.

Qui http://horizon.science.uva.nl/fireworks/radar_data/birdmovie3h_DeBilt_2015_2016.gif il gif delle immagini registrate tra le 23:00 del 31 dicembre 2015 e l’01:00 dell’1 gennaio 2016.

A mezzanotte gli uccelli si alzano in volo improvvisamente, rimanendo in volo di notte per 45 minuti e raggiungendo una quota di circa 500 metri. Stiamo parlando di animali in pieno inverno, che sono già sottoposti naturalmente a forti stress.

I ricercatori olandesi scrivono nero su bianco nello studio”Birds flee en mass from New Year’s Eve fireworks” pubblicato sulla rivista “Behavioural ecology” che il disturbo è sostanziale e può essere fonte di conseguenze negative per la fauna’.

Per la SOA sono questi gli elementi su cui i comuni dovrebbero fondare le loro ordinanze di divieto, superando così le criticità sollevate da una circolare del Ministero dell’Interno di due settimane fa che, ad avviso dell’Associazione, non solo è parziale ma rischia di essere fuorviante, vanificando i sacrosanti sforzi dei comuni per limitare l’uso dei petardi.

Il Ministero dell’Interno, infatti, ha posto dubbi sulla legittimità di quelle ordinanze sindacali di divieto e/o limitazione dell’uso dei botti di fine anno fondate esclusivamente sui rischi per l’incolumità durante la manipolazione. La SOA ha quindi scritto al Ministero dell’Interno e a tutti gli enti interessati, dal Ministero della Salute a quello dell’Ambiente passando per le regioni e le prefetture, chiedendo, alla luce di rigorosi studi scientifici disponibili in bibliografia, non solo di rivedere la circolare ma di emanare atti che spronino gli enti a tutti i livelli ad adottare ogni misura di limitazione dei botti.

Dichiara Augusto De Sanctis, presidente della SOA “Abbiamo scritto ai ministeri, all’ANCI, alle Regioni perchè gli studi scientifici dimostrano che i contaminanti emessi dai botti possono rimanere nell’aria per giorni. Addirittura uno studio ha dimostrato che alcune sostanze, dopo essere cadute sull’acqua di laghi, possono permanere per decine di giorni. Le polveri sottili cadute non spariscono ma possono essere rimesse in sospensione dal traffico veicolare e dal vento per giorni.

Poi ci sarebbe anche la questione dell’inquinamento acustico, su cui i sindaci hanno poteri di ordinanza in base ad una legge del 1995, e del rischio incendi. Per questo riteniamo che le pubbliche amministrazioni, oltre alla sacrosanta preoccupazione per i rischi nella manipolazione dei botti, debbano tener conto dell’inquinamento causato dai botti che, tra l’altro, contribuisce ad aggravare una condizione di contaminazione dell’aria già pesante in molte città italiane.

Anche l’impatto sulla biodiversità dovrebbe essere considerato, con particolare riferimento ai siti e alla specie da tutelare. Gli enti locali dovrebbero essere spronati ad emettere i provvedimenti di divieto e limitazione dell’uso dei botti, non il contrario’.

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