Regione Abruzzo dice no alla teoria gender nelle scuole: la soddisfazione di Gatti

L’Aquila.’Sono lieto dell’approvazione a larga maggioranza della risoluzione sulle ‘teorie del gender’, peraltro sottoscritta da numerosi esponenti della maggioranza e della minoranza dei componenti la Quinta Commissione consiliare’.

A dirlo è il Vice Presidente del Consiglio regionale, Paolo Gatti (FI), primo firmatario del documento politico.

‘La risoluzione impegna la Giunta regionale ad intraprendere una interlocuzione con l’Ufficio Scolastico Regionale – continua Gatti – che miri a evitare la diffusione della ‘teoria del gender’ nelle scuole abruzzesi, in primo luogo perché ritengo prioritario il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità.

Non è pensabile, inoltre, che tali teorie siano da intendersi come ‘bisogno educativo’ da proporre nelle scuole poiché potrebbero, oggettivamente, confondere e ferire la crescita dei bambini in quanto lontane dalla realtà largamente percepita. Non sarebbe esercizio di libertà educativa – conclude il Vice Presidente – ma l’imposizione di un modello irrispettoso della libertà dei bambini e delle famiglie’.

ARCIGAY L’AQUILA CONTRO IL PROVVEDIMENTO REGIONALE SUL GENDER: ‘RISOLUZIONE INOPPORTUNA ED ILLEGITTIMA’

“L’intesa con l’Ufficio scolastico Regionale sarà utile a definire l’opportunità di un’educazione fondata sull’acquisizione del valore e della bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica che ne conseguono”. E’ quanto recita il provvedimento volto a colpire la ccosiddetta ‘Teoria del Gender’ nelle scuole, firmato dal Vicepresidente del Consiglio Regionale abruzzese Paolo Gatti (FI) e approvato in modo trasversale durante i lavori della quinta commissione del 21 gennaio.

Per l’Arcigay M.Consoli si tratta di “un provvedimento irricevibile, fazioso e sintatticamente scorretto, che nonostante le goffe rassicurazioni di Gatti, getta un velo di oppressione sulle esistenze degli omosessuali e danneggia irresponsabilmente la già precaria immagine dell’ Abruzzo: una regione che avrebbe bisogno di posti di lavoro, di una sanità migliore e di ingenti tutele ambientalistiche, non certo di un provvedimento omofobo. Ancor più grottesco poi, che il tutto avvenga a pochi giorni dalla discussione in Senato del ddl “Cirinnà” sulle unioni civili , quando le piazze di tutta Italia si preparano ad accogliere le manifestazioni indette dalla comunità LGBT. E’ deplorevole che un rappresentante delle istituzioni parli di tutela verso società, famiglie e bambini rispetto ad una teoria fantomatica come quella del “Gender”, che ricorda molto le tesi fasciste del complotto “demo-pluto-giudaico-massonico”, le quali ebbero come tragica conseguenza l’eliminazione degli ebrei. lo è ancor di più il fatto che da un lato si invochi il rispetto verso l’educazione alla sessualità, mentre dall’altro si censuri in modo offensivo e strumentale l’identità di migliaia di abruzzesi che pagano le tasse, adempiono i loro doveri di buoni cittadini e godono di piena capacità giuridica, senza però vedersi riconosciuti i propri diritti civili”.

L’Arcigay lavorerà dall’esterno affinché “l’atto venga ritirato; proprio il 15 Gennaio infatti, durante un’interrogazione parlamentare, il MIUR si è espresso contro un provvedimento del Consiglio Regionale Veneto avente il medesimo oggetto e sottolineando così l’incompetenza delle regioni rispetto ai contenuti dell’offerta formativa scolastica. Viene comunque da chiedersi come sia possibile che un provvedimento di questa portata sia stato approvato senza il minimo dibattito, in una regione governata dal Partito Democratico e che gli unici ad aver contestato la risoluzione siano stati i consiglieri del Movimento 5 stelle, mentre nella stessa commmissione che ha approvato il testo, siederebbero diversi uomini della maggioranza di centrosinistra, tra cui l’aquilano Pierpaolo Pietrucci”.

SCLOCCO: ‘STUPIDAGGINI SULLA TEORIA GENDER’

L’assessore regionale al sociale ha commentato su facebook postando le dichiarazioni del Ministro, Stefania Giannini, che ha definito la teoria gender “una truffa culturale”.

“Chi spara a vanvera sulla questione, sta truffando culturalmente. Come dice la Ministra. Sono certa che alcuni hanno agito con leggerezza e non in malafede, ma altri temo proprio di no. Chi strumentalizza i bambini su questioni così delicate dovrebbe solo farsi un esame di coscienza.  La famiglia si tutela in altro modo. Detto questo, sulla questione non ritorno. L’Abruzzo ha priorità diverse che la polemica”, ha commentato la sclocco.

 
Arcigay M.Consoli L’Aquila
Il Presidente – Leonardo Dongiovanni

Impostazioni privacy