Villa Pini, le due proposte del Pd

villa_piniSono due le proposte sul caso Villa Pini che domani il Partito Democratico presenterà in Commissione Sanità, alla presenza del Presidente Chiodi.  “Oggi abbiamo due situazioni davanti – ha spiegato il capogruppo Camillo D’Alessandro – le società del Gruppo Villa Pini entrate nel fallimento, per le quali è prevista la cassa integrazione per i lavoratori e le società che sono fuori dal fallimento per le quali i lavoratori continuano a lavorare senza stipendio”.
“L’Obiettivo – ha aggiunto il segretario regionale, Silvio Paolucci – è quello di individuare due percorsi distinti, uno di prospettiva e l’altro che tiene conto delle esigenze immediate”.
Il capogruppo Camillo D’Alesssandro, insieme al consigliere delegato in materia, Claudio Ruffini, presenterà le due proposte in Commissione Sanità.
1° Proposta. La Regione , al fine di garantire la continuità delle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture del Gruppo Villa pini, istituisce una società a totale capitale pubblico denominata “Servizi Sanitari Abruzzo”. La società formalizza proposta alla curatela fallimentare di affitto d’azienda.(con l’affitto di azienda si acquisisce strutture , macchinari e personale)
La società Servizi Sanitari Abruzzo proporrà lo stesso percorso per le altre società del Gruppo Villa Pini che dovessero entrare nella procedura fallimentare, ma che oggi sono ancora fuori, tenendo conto della continuità delle prestazioni da garantire rispetto a quelle previste dal Piano Sanitario regionale.
Prima della fissazione della data delle aste la Regione procede,ad aumentare il capitale sociale, in base al volere della società ed a cedere, con bando ad evidenza pubblica, il 49% della società Servizi Sanitari Abruzzo, garantendo così il controllo pubblico. Con l’introito derivante dalla cessione delle quote la società presenta la propria proposta di acquisizione in sede di asta.
2° Proposta. I lavoratori delle società del Gruppo Villa Pini, non entrate ancora nel fallimento, non sono né coperti da cassa integrazione e né percepiscono stipendi ormai da quasi un anno. Per questi lavoratori, che continuano a garantire le prestazioni per conto del servizio pubblico sanitario regionale, la Regione istituisce un fondo di garanzia per un “prestito di solidarietà” attraverso una convenzione con l’ABI. Le banche erogano un prestito di 1000,00 Euro al mese per i prossimi mesi ad ogni lavoratore che ne faccia richiesta e comunque fino all’intervento della cassa integrazione o del pagamento degli stipendi. La Regione si fa carico degli interessi.

“Ancora una volta – hanno concluso D’Alessandro e Paolucci – noi ci facciamo carico de problemi ed avanziamo proposte, le uniche sul campo. Ci attendiamo o una convergenza sulle nostre o altre idee, ma il lusso di perdere ulteriore tempo sulla pelle dei lavoratori questa maggioranza proprio non può permetterselo e non lo permetteremo”.

 

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