Teramo, elezioni provinciali: “senza il voto dei cittadini è furto di democrazia”

Teramo. Sabato 18 dicembre 2021 si sono tenute anche a Teramo, come in altre città metropolitane e province d’Italia, le elezioni di secondo livello (dove votano solo i consiglieri comunali) per il rinnovo del Consiglio Provinciale.

La Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea critica fortemente lo svolgimento di queste importanti elezioni senza il voto dei cittadini, come già avvenuto negli ultimi anni.

“Denunciamo questo ennesimo furto della democrazia perpetrato ai danni dell’intera collettività privata del diritto di voto. Rifondazione Comunista si batte per la reintroduzione del suffragio universale nelle province e l’immediata abrogazione della “legge Delrio”, commenta il segretario provinciale Mirko De Berardinis.

“Il nostro giudizio su questa legge (56/2014) è assolutamente negativo perché ha finto demagogicamente di abolire le province in nome dei costi impropri della politica, che noi realmente combattiamo, limitandosi invece ad abolire solo la democrazia dell’elezione popolare dei consigli, determinando un grave vuoto istituzionale rispetto alle funzioni precedentemente esercitate da questi enti territoriali di area vasta (scuola, strade e viabilità, urbanistica, tutela dell’ambiente e del territorio, trasporti, ecc.). Vuoti che, abbinati ai tagli dei trasferimenti, si sono drammaticamente evidenziati rispetto all’assenza dell’operatività di funzioni in campo di manutenzione stradale, piani neve, infrastrutture, edilizia scolastica ecc., e rispetto al destino del personale, ancora incerto e precario”.

“Peraltro”, prosegue De Berardinis, “una delle ulteriori conseguenze positive della vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 voluto da Renzi, è il fatto che non sia passata l’abolizione delle province come organo costituzionale ed istituzionale dello Stato; il che ha ulteriormente evidenziato il carattere truffaldino della “legge Delrio” di finta abolizione delle province, ma in realtà di semplice abolizione del voto popolare. Non solo è stato rubato il voto ai cittadini, ma alle elezioni provinciali è stato introdotto anche un ulteriore sbarramento antidemocratico con un numero di firme per presentare una lista pari al 5 % dei consiglieri comunali aventi diritto al voto. Bisogna quindi, rilanciare la battaglia per l’abrogazione della “legge Delrio” frutto del populismo di una cattiva politica che invece di tagliare i privilegi sacrifica la democrazia.
Rifondazione Comunista ritiene molto grave il fatto che nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Teramo non sia stata eletta nemmeno una donna”.

“Ci uniamo quindi alle giuste critiche avanzate nei confronti dei partiti e dei rappresentanti politici che hanno realizzato questo scempio. Mentre stigmatizziamo le ridicole dichiarazioni rilasciate da molti esponenti della maggioranza per festeggiare la loro “vittoria”. Si è trattato di un voto “medioevale” che riporta indietro le lancette del tempo e conferma l’arretratezza e l’inadeguatezza politica e culturale di molti politici locali che hanno promosso, di fatto, la sola elezione di candidati di sesso maschile. Ma costoro hanno fatto male i loro conti perché la società, all’esterno dei palazzi del potere, è molto più avanti, inclusiva ed aperta rispetto ai ritardi, alle chiusure, agli errori e agli orrori del loro teatrino politico. Come compagne/i di Rifondazione, da comunisti democratici e libertari, continueremo a batterci per costruire un’alternativa femminista”.

 

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