Teramo, collegio sindacale del Ruzzo: “Dietro c’è solo un gran manovratore”

L’assessore Maurizio Verna è intervenuto nelle scorse ore in merito alla vicenda del rinnovo del collegio sindacale della Ruzzo Reti, i cui componenti hanno anche risposto al sindaco Gianguido D’Alberto ed alle sue dichiarazioni.

“Il sindaco della città capoluogo di provincia esprime rammarico sull’ennesima scelta fatta a maggioranza all’interno di uno degli enti più importanti del nostro territorio, cioè la nomina del collegio sindacale della Ruzzo Reti e nel giro di un battibaleno chi risponde? La presidentessa del Ruzzo? No. Qualche sindaco di centrodestra? No. Risponde addirittura, all’unisono, il novello collegio sindacale. Che dire? In 21 anni di attività amministrativa, prima assessore comunale, poi consigliere comunale e provinciale, componente del cda della Riccitelli, mai sentito un componente di nessun collegio sindacale fare dichiarazioni sulla stampa. Mai. Li ho sempre visti studiare documenti, dietro a faldoni polverosi prima ed a computer poi, ma mai munirsi di carta e penna e buttare giù un comunicato, entrando di fatto nell’agone politico. Sarà colpa di questo assurdo momento che stiamo vivendo, oppure sarà per qualche altro oscuro motivo, ma mai vista una cosa del genere”.

E ancora: “Mentre i cittadini sono alle prese con le difficoltà quotidiane causate dalla pandemia, continua l’assalto alla diligenza negli enti e partecipate pubbliche. Tutto questo gran proliferare di comunicati e levate di scudi a difesa della ‘imparzialità e terzietà’ del collegio sindacale del Ruzzo sembra riconducibile a un unico comune denominatore: non disturbate il grande manovratore. Su una cosa mio malgrado devo dare ragione al consigliere Maurizio Salvi, o chi per lui: sembra di assistere ad un ritorno al passato, che non è quello della Russia degli anni 70, ma Medioevo ed al suo sistema feudale, con al comando il dominus e dietro lo stuolo dei vari vassalli, valvassori e valvassini, ognuno posto strategicamente a presiedere la sua porzione di feudo (leggi partecipate pubbliche). Molto ingenuamente nel primo comunicato avevo scritto che mi sarei aspettato che ai rilievi, squisitamente politici, posti a buon diritto dal primo cittadino del Comune capoluogo, seguisse una risposta da parte della presidenza del Ruzzo e non dei tecnici del neo collegio sindacale. Si prende atto, invece, che la risposta di un presidente è arrivata, ma di quello della Giulianova Patrimonio, di nomina politica. Che dire, secondo la vecchia concezione feudale, farà lo stesso”.

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