Elezioni Teramo, le confessioni di Rudy Di Stefano: “Ho toccato il fondo, da Gatti nessuna amicizia” VIDEO

“Potrei fare citazioni alla Zelig come quella del ‘rinnovamento competente’, ma lascio perdere anche degli appunti e vi racconto alcune cose”. Ha iniziato subito con una stoccata Rudy Di Stefano. Stoccata alle parole di qualche giorno fa in conferenza di Paolo Gatti, salvo poi farsi serio ed interrompersi talvolta con la voce un po’ rotta dall’emozione.

L’ex assessore comunale ha spiegato i motivi per cui ha scelto di sostenere la candidatura a sindaco di Teramo di Mauro Di Dalmazio con Azione Politica (“Io non mi candido, ma presto presenteremo tutti i candidati che da un anno si dedicano a questo progetto. Per me sono eroi”). Durante la conferenza, che è stata per certi versi un vero e proprio sfogo, saltuariamente ha fatto il nome di Paolo Gatti, ex “partner” in Futuro In, quando praticamente costretto. Ma ogni riferimento è sembrato chiaro (nel video).

“Ad un certo punto mi sono reso conto di essere solo uno strumento politico, lo strumento dei mille voti e non un amico – ha detto questa mattina nella sede di Viale Bovio – Non posso non ammettere le mie colpe ed i miei errori al Comune di Teramo in sette anni. Ho avuto successo, ma ero un ragazzo e forse mi sono sentito arrivato ed importante. Io non frequentavo solo la Teramo Bene ed alcuni hanno utilizzato questa cosa contro di me. Non posso dire di essere il figlio che tutti vorrebbero o il marito perfetto, ma posso fare mea culpa e ripartire”.

“Dopo il periodo di assessorato, sono andato in Regione e lì ho passato uno dei momenti più brutti della mia vita. Mi sono sentito abbandonato ed emarginato. I sentimenti di amicizia sono andati a farsi benedire per motivi che non so. Quando sono andato via dalla Regione, ho complicato la mia situazione finanziaria e ci sono stati impegni presi che non sono riuscito ad onorare. Con fatica, grazie all’aiuto dei miei genitori, stiamo pian piano risalendo. Ma lo sto facendo senza piegarmi a nessuno”.

E su Di Dalmazio: “E’ stata l’unica persona, insieme al suo gruppo, che mi è stata vicino nel periodo buio della Regione. Mi ha mostrato un’amicizia ed una vicinanza che nessuno mi ha mai mostrato e parlo di persone con le quali ho condiviso anche il letto quando siamo andati insieme ai convegni. Morra? Non ho nulla contro di lui, ho ricevuto anche chiamate per tornare uniti, perché ‘uniti si vince’, mi hanno detto. Ho risposto di no, perché sarebbe stato come un tornare a vivere le solite dinamiche. Con Mauro vogliamo mettere di nuovo al centro della politica le persone, così come con Gianluca Zelli (fondatore di Azione Politica; ndg)”.

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