Tortoreto, code per i lavori del nuovo depuratore: la protesta

Tortoreto. Code e disagi in uno degli snodi viari più importanti: quello all’innesto tra la Statale 16 (in direzione sud) e la Bonifica del Salinello.

 

E’ l’effetto diretto dei lavori, avviati da alcuni giorni, dalla società che per conto della Ruzzo Reti sta effettuando il collegamento della rete fognaria al nuovo depuratore consortile di Salino. Lavori che corrono paralleli alla Provinciale 8. Lavori necessari, certo, ma a generare proteste è soprattutto la tempistica che cade durante la stagione estiva.

” L’intervento andava programmato in un momento diverso”, spiega con un pizzico di sarcasmo Domenico Di Matteo, nella doppia veste di consigliere comunale a Tortoreto e Presidente del Movimento Civico Val Vibrata-Monti della Laga, ” a dopo l’estate, per esempio oppure anticipandolo in modo da non creare una sovrapposizione con la stagione turistica”.

 

Di Matteo non lesina critiche alla Ruzzo Reti, per non aver tenuto conto di alcuni aspetti, e alla Provincia di Teramo, che non ha preso posizione. ” Si fanno tanti sacrifici per accogliere i turisti nel modo migliore”, prosegue, ” poi si materializzano dei disagi in fatto di viabilità che creano problemi non solo a Tortoreto, ma per tutti coloro che percorrono la provinciale 8, che per effetto dei lavori sarà percorribile, a tratti, solo a senso unico alternato.

Senza dimenticare, poi, che nel fine settimana aprirà i battenti l’Acquapark, una struttura di eccellenza per il turismo cittadino e che pagherà dazio, inevitabilmente, ai problemi di viabilità”.

 

Di Matteo, però, pone l’accento anche su altri due aspetti che gravitano nella zona del cantiere da poco aperto dalla società che sta realizzando il nuovo depuratore. Il caso irrisolto della Panoramica (“la Provincia resta latitante”) e l’erosione della sede stradale causata dall’alluvione del 2011. ” Dopo anni di assoluto immobilismo”, chiosa il capogruppo di Obiettivo Tortoreto, ” è stata ripristinata la carreggiata, ma solo perché devono essere fatti i lavori di allaccio. Ma sono stati posizionati dei cumuli di terra, senza ricostruire gli argini sottostanti, con tutti i rischi connessi in caso di forti acquazzoni. Il destino del resto dell’opera, invece, è ancora tutto da scrivere senza conoscere i tempi”.

 

 

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