Teramo, il nuovo piano territoriale della provincia: ecco cosa cambia

Con il nuovo piano territoriale, il piano strategico per la limitazione del consumo di suolo e il piano di polizia rurale, gli enti locali: “vedono rafforzati gli strumenti per la collaborazione istituzionale e hanno come riferimento una chiara visione del futuro”, ha dichiarato questa mattina il presidente Renzo Di Sabatino che ha introdotto l’incontro con gli Ordini professionali, i cittadini (erano presenti anche gli studenti del Geometri “Moretti” di Roseto) e i portatori di interesse.

Il dissesto idrogeologico, lo stato dei fiumi, le aree industriali dismesse, i fenomeni di spopolamento in alcune aree e di sovradimensionamento in altre impongono delle scelte. L’appuntamento di Teramo chiude una fase di presentazioni dei nuovi strumenti di pianificazione territoriale che ha interessato tutta la provincia e ha condotto i progettisti e l’ente a confrontarsi con i tecnici e gli amministratori comunali. I nuovi strumenti urbanistici da una parte limitano i fenomeni di sfruttamento dell’ambiente valorizzando con decisione risorse come il paesaggio e l’agricoltura, dall’altra spingono verso la rigenerazione urbana e la rigenerazione territoriale stimolando la collaborazione fra i Comuni.

La Provincia di Teramo è stato il primo ente in Abruzzo (prima deliberazione di adozione da parte del Consiglio provinciale maggio 2014) a dotarsi di uno strumento di attuazione della legge regionale sul “Consumo di suolo” e il primo ente territoriale a contemplare fra gli strumenti di attuazione il contratto di fiume e quello di paesaggio. Oggi, sono stati ringraziati l’ex presidente Valter Catarra e l’ex assessore all’urbanistica, Vincenzo Falasca per l’impegno profuso in questo senso. Il gruppo di progettazione, composto da Marco De Annuntiis, Rosalba D’Onofrio, Giuliano Di Flavio, Raffaele Di Marcello e Alfonso Pallini, è stato coordinato dal professore Michele Talia della Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino. Piergiorgio Landini ha curato le relazioni economiche. “Adesso facciamolo decollare – ha detto il consigliere delegato all’urbanistica, Mario Nugnes – è l’inizio di un percorso ma c’è già chi l’ha sperimentato: il nuovo piano regolatore di Ancarano è stato progettato nel rispetto della nuova normativa. Uno dei prossimi obiettivi è quello di dialogare con il mondo dell’agricoltura, associazioni e agricoltori, per far decollare il regolamento di polizia rurale: abbiamo bisogno della loro collaborazione per la corretta gestione dei campi e dei versanti privati e per le attività di regimentazione delle acque: la mancanza di cura è spesso causa di smottamenti e frane sulle strade”.

Gli “Indirizzi strategici per la pianificazione territoriale in materia di sostenibilità” sono costituiti da due documenti: il Piano strategico per la sostenibilità ambientale e il contenimento del consumo di suolo (con cui si individua lo scenario strategico di sviluppo dei sistemi ambientale, insediativo e della mobilità della Provincia di Teramo; articola il territorio provinciale in sistemi territoriali complessi e articola la rete dei servizi; promuove progetti strategici); la variante alle Norme Tecniche di Attuazione del P.T.C.P.” (aggiornamento delle norme esistenti nelle materie del consumo di suolo, della difesa del territorio e della previsione di servizi).

COSA CAMBIA PER I CITTADINI Un effetto indiretto e molto importante: i due strumenti (soprattutto la variante normativa) danno norme ed indicazioni per un maggior controllo delle trasformazioni urbanistiche determinate dai Piani Regolatori comunali; rendono più difficile l’utilizzo del suolo agricolo a fini edificatori; impongono le compensazioni ambientali in caso di nuove previsioni dei piani regolatori. Tutto ciò riverbera effetti positivi sull’ambiente, sul paesaggio e sulla sicurezza del territorio.

COSA CAMBIA PER LE IMPRESE Il “Piano” si occupa in maniera specifica delle strategie di sviluppo industriale nella sezione “Produzione e sviluppo”. Gli obiettivi che si vogliono raggiungere: diversificazione della specializzazione produttiva con una scelta tra le aree con capacità di sviluppo e quelle con una dimensione più locale; incentivazione di nuovi interventi solo in ambiti produttivi di rilievo sovracomunale; qualificazione del tessuto produttivo esistente e delle nuove realizzazioni ricorrendo al modello delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate; contenimento e riduzione del consumo di suolo, operazioni di riconversione delle aree in via di dismissione o già dismesse; attivazione di processi di perequazione territoriale connessi ai nuovi ambiti di rilievo sovracomunale; sviluppo di sinergie con l’Università e gli Istituti di Ricerca.

COSA CAMBIA PER I COMUNI I Comuni sono i veri destinatari dei due strumenti approvati. Sono loro che, attraverso la pianificazione comunale cioè i Piani Regolatori, devono dare attuazione alle previsioni insediative ed alle politiche di sviluppo.

COSA CAMBIA PER L’AGRICOLTURA Tutto il mondo produttivo agricolo ha un posto di rilievo nelle politiche di sostenibilità ambientale sia del Piano strategico che della variante normativa, con il progetto strategico “Una nuova Agricoltura” oltre che singole azioni ed interventi in altre sezioni, tutti con la finalità di preservare il suolo agricolo da nuova edificazione e di promuoverne la valorizzazione ambientale ed economica. La variante normativa è per larghissima parte dedicata alla difesa dell’integrità del suolo agricolo non permettendo la sua trasformazione. La trasformabilità del suolo agricolo in suolo edificabile potrà essere accordata solo dopo ricognizioni dettagliate sul valore agronomico del suolo e dopo aver accertato che altre aree già edificabili non sono disponibili.

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