Teramo, sistema scolastico e sicurezza: “Insufficienze e ritardi preoccupanti”

Teramo. “Il 26 giugno 2020 è stato adottato piano scuola 2020-2021 ma molte cose sono rimaste scritte solo sulla carta”, scrivono in una nota congiunta il segretario della Camera del Lavoro CGIL Teramo, Giovanni Timoteo e il segretario della FLC CGIL Teramo Sergio Sorella.

“Oggi, purtroppo, le scuole sono lasciate spesso a se stesse. Nonostante l’impegno profuso da tanti dirigenti, docenti ed ATA durante l’estate per riaprire secondo il rispetto del Piano Scuola, gli EE LL hanno brillato per inerzia su temi fondamentali, quali, ad esempio, il rafforzamento del sistema dei trasporti e della rete sanitaria territoriale. Il rapido aumento dei contagi sta portando alla soluzione più semplice: chiudere le scuole e tornare alla didattica a distanza. Si tratta della certificazione della mancata assunzione di responsabilità”.

“Infatti, in questi giorni, di fronte ai problemi quotidiani posti dai dirigenti scolastici agli Enti locali e al servizio sanitario territoriale, sono mancate le risposte”, sottolineano i sindacati. “Abbiamo conoscenza di docenti ed ATA che fanno i tamponi a proprie spese, dopo aver saputo di essere stati in contatto con soggetti positivi. Le ASL hanno centralizzato il servizio di assistenza alle scuole con il risultato che tale servizio è praticamente irraggiungibile. Intanto manca la figura di un referente medico per le attività scolastiche; mancano delle regole su quarantena, sui sintomatici e sugli asintomatici, non si sa bene chi possa certificare per far rientrare a scuola i soggetti in isolamento temporaneo. I medici di famiglia, oberati dalla eccezionalità del contesto, spesso non sono nelle condizioni di fornire le risposte specifiche”.

E ancora: “Il Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per il corrente anno scolastico è stato licenziato dal Ministero dell’Istruzione a fine giugno. Esso aveva posto le basi per la ripartenza delle scuole in sicurezza. Ricordiamo, in sintesi cosa prevedeva:
– Azioni di raccordo con le aziende del Trasporto pubblico locale;
– Raccordi tra gli Istituti scolastici e i Dipartimenti di prevenzione delle ASL anche tramite la previsione di uno specifico referente medico per le attività scolastiche;
– Tavolo nazionale e territoriale permanente per la sicurezza a scuola di intesa tra Amministrazione centrale e Organizzazioni sindacali;
– Azioni e interventi specifici per garantire l’inclusione degli studenti con disabilità;
– Patti educativi di comunità tra scuole, Enti locali, istituzioni pubbliche e private, realtà del Terzo settore per favorire la messa a disposizione di strutture e spazi alternativi;
– Indicazioni specifiche per i Piani di Formazione di Istituto rivolti al personale dirigente, docente e ATA
Inoltre, la precondizione per la presenza a scuola di studenti e di tutto il personale a vario titolo operante prevedeva regole ferree adottate dalle singole scuole quali: l’assenza di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37.5°C anche nei tre giorni precedenti; non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni; non essere stati a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni; distanziamento fisico, spazi comuni, educazione fisica; scaglionamento orario; ridurre al minimo la presenza dei genitori”.

“In questo contesto, in uno stucchevole rimbalzo di responsabilità, si continua ad impoverire l’offerta formativa per gli studenti, si scelgono scorciatoie che certificano le diseguaglianze, quali la didattica a distanza, si tolgono importanti tasselli alla crescita e allo sviluppo umano degli studenti e delle studentesse”.

La CGIL Teramo e la FLC CGIL Teramo, sono al fianco dei lavoratori “che cercano di garantire, in un contesto difficilissimo, una scuola pubblica di qualità e si batteranno in tutte le sedi affinché ciascuno faccia la sua parte e si assuma le responsabilità che gli competono per garantire il diritto all’istruzione alle studentesse e agli studenti”.

 

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