Giulianova, nuovo blitz a casa dei Santoleri. Sequestrata la casa della pittrice

Giulianova. Nuovo sopralluogo con sequestro di materiali nell’alloggio di Simone e Giuseppe Santoleri a Giulianova.

Nel pomeriggio i carabinieri sono tornati nella casa di via Galilei per far luce sulla morte di Renata Rapposelli. Il sopralluogo è durato circa 4 ore e al termine del quale i carabinieri hanno sequestrato lenzuola, cuscini, dei farmaci e anche un rotolo di scotch. Tutti elementi che potrebbero in qualche modo far luce sulla morte della donna, per la quale sono indagati il figlio e l’ex marito. Al momento non sono ancora state prese le impronte digitali del figlio e dell’ex marito (quest’ultimo ancora ricoverato in ospedale) perché prima serve il provvedimento del magistrato.

Nel frattempo i carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Roma hanno oggi analizzato a Giulianova l’auto, già sequestrata e dissequestrata, utilizzata dai Santoleri. I nuovi accertamenti sulla Fiat 600 si sono resi necessari dopo che il cadavere della donna è stato trovato in una zona di campagna a Tolentino. Gli investigatori hanno voluto verificare se vi siano tracce della presenza dell’auto nel luogo del macabro ritrovamento. I risultati verranno analizzati e comparati con quelli già repertati dai carabinieri. Secondo fonti investigative, ci vorrà comunque del tempo per avere delle risposte certe.

Accertamenti compiuti dai carabinieri del Ris anche nell’abitazione, ad Ancona, della pittrice, andati avanti per tutta la giornata di ieri. L’immobile, in via della Pescheria, a due passi da Piazza del papa, è stato posto sotto sequestro.

Sto vivendo un momento “impossibile” da definire, “massacrante, distruttivo al massimo”. Queste le parole di Simone Santoleri alle telecamere de La Vita in Diretta, il programma di Rai1 condotto da Francesca Fialdini e Marco Liorni. Il cadavere della madre, scomparsa il 9 ottobre, è stato ritrovato un mese dopo nelle campagne di Tolentino. Un luogo che Santoleri afferma di non conoscere. E ha precisato: “Da quello che ho saputo, il gruppo di preghiera (della madre, ndr) si trova da quelle parti. A parte questo, sinceramente non saprei dire le frequentazioni di mia madre. Non è che avevamo rapporti. Non mi viene in mente nient’altro”. Santoleri ha spiegato il motivo per cui un telefono a lui attribuito sarebbe rimasto spento, contemporaneamente a quello del padre e della Rapposelli, per i tre giorni successivi all’arrivo della madre a Giulianova: “E’ probabile che parlino di una sim che io non ho più utilizzato. Ho un altro numero che utilizzo normalmente e con il quale ho chiamato il giorno 9 anche la signora Cinzia, che è la signora che ci viene a dare una mano, e se non ricordo male l’architetto, che gestisce la questione della casa”. Santoleri ha poi parlato delle condizioni di salute del padre, ricoverato in ospedale: “Lo stanno curando con farmaci diversi da quelli che prendeva in precedenza. Purtroppo non posso andare in ospedale per vedere come sta. Da quello che mi viene detto al telefono diciamo che sta benino”.

Le indagini dei carabinieri ripartono dal 9 ottobre alle 17 dalla farmacia lungo la statale 16 a Tortoreto Lido dove la donna entrò in stato confusionale, chiedendo un tranquillante e mostrando la sua tessera sanitaria. La ricorda bene la commessa della farmacia, aggiungendo di aver letto il suo nome sulla tessera e di averne chiesto conferma alla stessa donna, per essere sicura che fosse lei la titolare. Questo aspetto, confermato da fonti investigative, è uno dei punti fermi dell’indagine, che riposiziona la vittima nella zona vicina all’abitazione giuliese dei suoi familiari e apre un’altra falla nella ricostruzione di coniuge e figlio del viaggio di ritorno della donna verso Ancona a bordo della Fiat 600 condotta dalla Giuseppe Santoleri. Una ricostruzione che già è stata modificata nei fatti dal ritrovamento del cadavere in una zona, Tolentino, lontana da Loreto dove l’uomo dice di aver lasciato l’ex moglie.

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