Teramo, indici di vulnerabilità delle scuole superiori: 163 milioni per la messa in sicurezza

Una situazione niente affatto rassicurante seppure non così drammatica come era stata paventata in passato da qualcuno. Gli indici di vulnerabilità sismica delle scuole superiori di Teramo, presentati questa mattina in Provincia, hanno dato il quadro della condizione generale delle scuole per la cui completa messa in sicurezza occorrono circa 163 milioni di euro.

Inoltre, per avere un quadro complessivo sulla tenuta degli edifici, sono state commissionate anche le prove statiche, vera discriminante di legge sulle eventuali chiusure degli edifici per ragioni di sicurezza, e i risultati sono stati illustrati dal presidente Renzo Di Sabatino e dal consigliere delegato all’edilizia scolastica, Mirko Rossi.

Grazie alla vendita della caserma dei Carabinieri di Teramo, inoltre, l’ente ha potuto investire fondi propri di bilancio con i quali sono stati realizzati anche tutti gli interventi riguardanti l’antincendio mettendo a norma ciò che non era e sostituendo gli impianti obsoleti.

Al momento, ma sono ancora in corso le elaborazioni in alcune strutture di Atri e Roseto e dell’Istituto d’arte Grue di Castelli, solo due scuole, l‘Ipsia “Pagliaccetti” di Giulianova e il “Marino” di Teramo, non superano la soglia dello 0,20. La decisione della Provincia sarà quella di chiudere le strutture che si trovano al di sotto di questa soglia in area sismica 2 (dove possono verificarsi forti terremoti) quindi il “Marino” di Teramo (200 studenti circa) e l’Ipsia di Giulianova (circa 120 studenti) che, pur trovandosi in area 3 (la possibilità che si verifichino forti terremoti è rara), ha registrano numerosi parametri negativi anche nelle indagini statiche.

Lo stesso principio, inoltre, sarà adottato anche per le altre strutture che non raggiungono lo 0,20 in area 3, che verranno chiuse se l’indagine statica darà parametri negativi (è il caso ad esempio del magistrale Saffo di Roseto).

“Faremo subito i lavori nelle strutture che hanno un buon indice”, ha detto il presidente Renzo Di Sabatino, “e che in tempi brevi e con investimenti già previsti possono raggiungere un grado di sicurezza ottimale. Il Milli, il Comi, il Pascal a Teramo sono tutte strutture sulle quali certamente investire anche perché hanno spazi grandi e che rappresentano una risorsa significativa in un piano di riorganizzazione. Gli indici sono solo l’inizio di un percorso: sulle scuole c’è la nostra massima attenzione sia per ragioni di sicurezza sia perché è chiaro che le scelte hanno ricadute socio-urbanistiche determinanti per le città dove sono ospitate: la Provincia si è fatta una sua idea ma ci confronteremo con gli enti locali”.

Gli studenti del “Marino” di Teramo, dunque, saranno ospitati in una delle scuole dove c’è disponibilità di aule (si stanno valutando in queste ore un paio di opzioni ma certo si pensa ad una soluzione di prossimità), mentre quelli dell’Ipsia “Pagliaccetti” di Giulianova (CLICCA PER SAPERNE DI PIÙ) verranno momentaneamente trasferiti all’Iti “Cerulli” (stessa dirigenza scolastica). Intanto inizieranno a breve lavori al “Milli” di Teramo, scuola che ha fra gli indici migliori (0,68) per sistemare il tetto e i solai e recuperare altri spazi che verranno utilizzati nel breve periodo per le esigenze che si porranno.

“Entro fine agosto arriveranno anche gli indici delle scuole che ancora mancano all’appello” ha detto Mirko Rossi, “ma allo stato delle conoscenze non ci aspettiamo sorprese negative. Il lavoro è complesso significativo sul piano delle procedure tecnico-amministrative: ogni scuola ha più corpi, ogni corpo deve essere valutato singolarmente. Ogni scuola ha una storia, all’Einstein di Teramo, ad esempio abbiamo deciso di compiere tutti e tre i livelli di esame perché volevamo essere certi del risultato”.

SOLUZIONI A MEDIO TERMINE
La Provincia ha a disposizione un ampio patrimonio di edilizia scolastica che, a prescindere dalle priorità determinate dal terremoto e dalla messa in sicurezza, consente di pianificare la riorganizzazione degli spazi anche sulla base dell’andamento delle iscrizioni e della popolazione studentesca.

Al Pascal di Teramo sono già stati destinati 5 milioni e 400 mila euro per un intervento che porterà la struttura a raggiungere l’indice massimo sui corpi di fabbrica oggetto di intervento, mentre l’Ufficio scolastico per la ricostruzione ha approvato definitivamente il progetto di miglioramento sismico del “Comi” di Teramo che porterà l’intera struttura del corpo più antico (quello frontale) allo 0,80, recuperando uno “spazio sicuro” per una popolazione studentesca di circa oltre 800 persone.

Inoltre il liceo Delfico prevede la sistemazione dell’ultimo piano e del tetto per un importo di 1 milione e 175 mila euro seppure ciò non comporterà un aumento dell’indice di vulnerabilità. Per questo motivo la Provincia ha già chiesto alla Regione altri 2 milioni e 500 mila euro per completare l’intervento.

SOLUZIONI A LUNGO TERMINE

Considerato che la messa in sicurezza al massimo degli indici di tutte le strutture scolastiche esistenti comporterebbe una spesa di 163 milioni di euro, la Provincia avvierà un ragionamento su nuovi poli scolastici che costerebbero meno e sarebbero realizzati utilizzando le migliori tecniche e tecnologie antisismiche. Un nuovo polo, già previsto, sarà realizzato a Roseto, dove la Provincia ha numerosi plessi in affitto (l’attuale ubicazione del nuovo Polo, Voltarrosto, non ha mai convinto la comunità rivierasca e occorre individuare una nuova area) e si sta pensando di fare la stessa cosa anche ad Atri.

Un discorso a parte merita la città capoluogo. La Provincia, infatti, vorrebbe rilanciare l’idea di un Polo scolastico di ampie dimensioni e di nuova concezione nello spazio della “Gemma Marconi” a Piazza Dante: la struttura è di proprietà dell’ ASP (ex Ipab). Ma c’è anche la possibilità di acquisire strutture antisismiche esistenti. E’ chiaro che a Teramo come negli altri Comuni scelte di questo tipo saranno condivise e concertate con gli enti locali e la comunità.

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