Pescara allagamenti Porta Nuova: disputa tra Comune, Aca e Ato

ALIM3591Pescara. Fine settimana  bagnato per il capoluogo adriatico, ma poca fortuna poiché le insistenti piogge degli ultimi giorni hanno determinato una situazione di reale emergenza per tutta la città, causando seri problemi soprattutto sul versante della Pescara Porta Nuova. Questa mattina conta dei danni in Comune, la Commissione consiliare Lavori pubblici ha riunito attorno al Tavolo i tecnici comunali, l’ingegner Lorenzo Livello, responsabile Aca, e i responsabili dell’Ato per esaminare i gravi disagi registrati su tutta la zona sud della città.

“Dopo la drammatica situazione vissuta venerdì scorso da tutta la zona di Porta Nuova – ha ribadito il Presidente Foschi – occorre individuare un percorso da intraprendere per eliminare tali disagi che dipenderanno anche da un problema di manutenzione, ma soprattutto di adeguamento di una rete sotterranea ormai superata”. “Sicuramente – ha confermato l’ingegner Livello – c’è un discorso relativo alla realizzazione delle nuove idrovore, esempio la riviera nord che non si allaga più quando piove perché c’è un impianto capace di accogliere ben 5metri cubi d’acqua al secondo in un collettore alto 7 metri, e quando la condotta si riempie e raggiunge il superamento del limite di ricezione della fogna nera parte l’idrovora”. Due le soluzioni immediate proposte e illustrate dal Presidente della Commissione Armando Foschi al termine della riunione: l’immediata attivazione del contratto Enel per consentire l’accensione delle nuove pompe di sollevamento e delle idrovore realizzate su via della Bonifica che permetterebbero di far entrare in funzione la condotta 1000 in pressione che dall’incrocio viale Pepe-via Marconi consentirebbe di far defluire le acque piovane su Fosso Vallelunga, ponendo riparo ai disagi oggi subiti dalla popolazione in occasione di ogni pioggia intensa, con relativo allagamento di intere strade.
Ma oggi a bloccare l’iter sarebbe proprio il dibattito in atto tra i tecnici di Comune, Aca e Ato su quale Ente debba effettuare l’allaccio elettrico e il relativo contratto. Secondo il Comune la competenza spetterebbe all’Ato o all’Aca che dovrebbero riconsegnare la linea già collaudata in tutte le sue parti, compresa quella elettrica, proprio per garantire il funzionamento delle idrovore, per poi fare la voltura nei confronti del Comune. “Se non si riuscirà a trovare un accordo dovrà essere il Comune a fare subito il contratto, il primo obiettivo, oggi, dev’essere quello di individuare soluzioni immediate per alleviare i disagi della popolazione”, ha concluso Foschi.

Il Pd svela la verità sugli allagamenti. Quel conflitto di competenze anche questa mattina ha rischiato di non trovare soluzione, nel confronto tra la Dirigenza comunale e quella rappresentata dall’ATO e dall’ACA, se non fosse stato per i consiglieri di opposizione, che provocatoriamente hanno minacciato di recarsi loro stessi all’Enel rendendosi soggetti fisici cui intestare il contratto di fornitura elettrica, l’emergenza allagamenti sarebbe stata il solito rimpallo.
Ma la novità che emerge dall’opposizione è che, “anche quando sarà superato questo incredibile rimpallo di competenza e potranno essere attivate le vasche di raccolta e le pompe di sollevamento – opere realizzate e consegnate già dal luglio 2009 -, per i cittadini ed i commercianti del tratto di strada che va dall’incrocio di Via Pepe con Viale Pindaro, le prossime piogge riserveranno gli stessi scenari e danni per allagamento. E sì, perché in Commissione si è potuto prendere atto che l’iniziale progetto di raccolta delle acque meteoriche che riguardava l’intera zona è stato realizzato solo sul lato prospiciente il Circolo Tennis e non anche lungo l’asse viario di Viale Marconi – denunciano i consiglieri D’Angelo, Corneli e Del Vecchio -. Ancora una volta abbiamo potuto toccare con mano e soprattutto i cittadini hanno potuto vedere e subire,  come ai roboanti proclami di questa amministrazione che in tema di allagamenti annunciava miracolose terapie con i programmi Acqua Alta 1, 2 e 3, l’unico risultato è stato quello di aver dato vita ad un penoso balletto di competenze che hanno visto una parte della Città allagata per la mancanza della firma in calce ad un documento”.

Monica Coletti

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