L’Aquila, nuova sede Facoltà di Ingegneria: l’appello di Mons. Molinari

molinariL’Aquila. La nuova sede della Facoltà di Ingegneria potrebbe spostarsi all’esterno della città de L’Aquila. Un problema “urgentissimo” che va assolutamente risolto. La prospettiva, “deprecabile e disastrosa” è che la facoltà “non torni più in città”. Un appello accorato e un richiamo al senso di responsabilità è stato lanciato oggi dall’arcivescovo metropolita de L’Aquila, Mons. Giuseppe Molinari, che in una nota parla del periodo “estremamente difficile” che la città si trova a vivere.

“ I problemi indotti dal terremoto si sommano pericolosamente alla grave crisi economica, che riduce i fondi disponibili. A quella economica si unisce una crisi morale. I nostri giovani credono sempre meno nel futuro e questo mina alle fondamenta la possibilità di costruire un domani migliore. Ci sono alcuni che hanno particolari responsabilità nel progettare e indirizzare questo futuro. Costoro che esempio danno ai giovani? Ci si disperde in polemiche sterili, assurde contrapposizioni, che ritardano e ostacolano le decisioni veramente importanti. Si inseguono ripicche personali e ci si ostina in un gioco delle parti pericolosissimo e nefasto in questo momento. È quanto sta accadendo alla nostra università. L’università è una risorsa importantissima per L’Aquila, che non può permettersi di perderla. Ciò significa che è estremamente necessario e urgente guardare al cuore delle cose, riconoscere ciò che è fondamentale fare e farlo tutti insieme. C’è urgentissimo il problema della sede provvisoria della Facoltà di Ingegneria. Se non si trova subito un accordo, c’è il rischio gravissimo che la sede della Facoltà d’Ingegneria vada ricercata fuori dalla città. Con la prospettiva, deprecabile e disastrosa, che non torni più in città”.

“Alcuni mesi fa” racconta Mons. Molinari “ho avuto la fortuna di assistere alla presentazione del libro in cui è illustrata la storia della Facoltà di Ingegneria. Ricordo lo stupore e la commozione mia e di tutti nel constatare quanto profondamente lo sviluppo di questa Facoltà sia stato strettamente legato allo sviluppo dell’Ateneo e della città. Supplico pertanto tutti di avere un atteggiamento responsabile teso a risolvere i problemi e non a crearli. Chiedo con tutto il vigore possibile, a non sfruttare le difficoltà del momento per portare vantaggio a questa o a quella fazione. Il bene comune, il bene della nostra università, sia in questo momento l’obiettivo unico e prioritario per tutti”.

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