Pescara, finalmente i soldi per la marineria: 150mila euro per ogni barca. Ma il dragaggio rischia di svanire

Pescara. Soldi ai pescatori, preoccupazioni per tutti: l’Unione Europea eroga i rimborsi per i mesi di pesca perduti, ma gli operatori portuali tornano a sollecitare il nuovo piano regolatore portuale. Un anno di tempo: “Porto nuovo o nuovamente chiuso”.

“Tra circa un anno il dragaggio cesserà i suoi effetti e perderemo un’altra volta un metro di fondale. Questo comportera’ di nuovo la chiusura del traffico commerciale e passeggeri”. Senza mezzi termini, gli operatori di Pescara hanno lanciato oggi, nel corso di una conferenza stampa, il nuovo allarme e una nuova accusa contro la mancata approvazione del Piano regolatore portuale (Prp). “Attualmente – ha detto Gianni Leardi, rappresentante degli operatori – i fondali sono profondi 5 metri e mezzo. Secondo uno studio del pilota del porto, tra un anno diminuiranno di 70 o 80 cm. Quindi tantissime navi già non potranno piu’ entrare. L’unica cosa da fare – ha evidenziato l’imprenditore- è mandare avanti il Piano regolatore portuale, cioè l’unico strumento che consente di far defluire le acque fuori dalla diga foranea”.

Secondo i portuali, il progetto per un nuovo porto sarebbe l’unica strata per evitare definitivamente “nuovi problemi di dragaggio e di inquinamento della costa. Però”, ha aggiunto ancora Leardi, “è tutto fermo da due anni per la Valutazione ambientale strategica:  la Regione aveva promesso che avrebbe risolto la questione, ma non è ancora successo nulla”. Dopo mesi di rimpallo burocratico con il Comune, a questo punto la situazione pare chiara: “La Regione sta facendo di tutto per arrivare alla fine della legislatura e passare la palla agli altri”, ha concluso Leardi.

Dello stesso avviso il pilota del porto, Leonardo Costagliola: “Siamo stufi”, ha detto, “se hanno l’intenzione di lasciare il porto in queste condizioni allora è meglio chiuderlo”. L’addetto alle manovre di navi cargo e petroliere, che sarebbero pronte a rientrare nello scalo pescarese, ha inoltre evidenziato il problema della sabbia pulita, stoccata sulla banchina commerciale in attesa che i Comuni interessati la carichino per effettuare i ripascimenti:”In questo modo – ha detto- non possiamo ancora lavorare, perché non ci sono gli spazi di sicurezza. Abbiamo chiesto piu’ volte di togliere o spostare la sabbia, ma non e’ stato fatto. Al momento, Città Sant’Angelo è l’unico Comune che è riuscito a farsi fare l’autorizzazione dal provveditorato e quindi porterà via 5 mila metri cubi di sabbia. Fino a quando non provvederanno a togliere la restante sabbia, però, non possiamo operare”. L’assessore pescarese Del Trecco, invece, insiste affinché quella sabbia rimanga lì dov’è, ad uso esclusivo di Pescara, asserendo che gli spazi nella darsena siano stati liberati per permettere carichi e scarichi.

FINALMENTE I SOLDI AI PESCATORI

E’ arrivata stamattina presto l’attesa notizia da Bruxelles, secondo la quale il Collegio dei commissari della Commissione europea ha deliberato il provvedimento che sblocca i fondi per 2,5 milioni di euro in favore della marineria di Pescara, fortemente penalizzata in questi anni a causa del mancato dragaggio. Soldi attesi da circa 2 anni, deliberati nella Finanziaria di Stato ma necessari dell’autorizzazione comunitaria. “Questo aiuto”, spiega l’assessore regionale alla Pesca Febbo, “proposto dalla Regione per sostenere il nuovo start up delle imprese della pesca, non era affatto scontato in quanto si colloca ai margini della normativa comunitaria. Non rientra infatti nella casistica tipica degli aiuti alla pesca e per questo è stato sottoposto ad un’attenta e complessa valutazione tecnico-giuridica.

L’aiuto”, osserva l’assessore, “si traduce in un notevole sgravio fiscale per le imprese che non dovranno versare di tasca propria i contributi Irap, Inail, Inps e Iva. In questo modo si favorisce la ricapitalizzazione delle aziende che eviteranno di cedere la loro liquidità proprio per il pagamento delle imposte. Come da richiesta della Commissione europea è stato fissato un tetto massimo per ciascuna azienda che ammonta a 150 mila euro. Il prossimo step prevede la pubblicazione di un avviso pubblico attraverso il quale si chiederà di fornire tutta la certificazione necessaria in quanto l’aiuto sarà proporzionale al fatturato ante-crisi. Un altro elemento da sottolineare riguarda il pagamento delle imposte: è stata infatti avviata una procedura di evidenza pubblica per selezionare l’istituto di credito che effettuerà le oblazioni per conto delle aziende dietro presentazione on line del modello F-24. Questi interventi – conclude Febbo – sono fondamentali per dare sostegno e rinnovata fiducia agli operatori di un comparto messo in ginocchio a causa dell’insabbiamento del porto di Pescara che ha avuto forti ripercussioni anche su scala regionale”.

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