Primarie pescara: Alessandrini-Blasioli: nessuna tratta del Pd

Pescara. Alessandrini e Blasioli, i due del Pd che domenica si fronteggeranno al ballottaggio per le primarie, smentiscono le voci su eventuali accordi e spartizioni. “Nessuna tratta da bestiame”, Blasioli: “Lotto da solo”.

Destituiscono da ogni fondamento le voci, circolate negli ultimi giorni, su presunti negoziati, basati su future spartizioni di incarichi post-elezioni. Antonio Blasioli, lo sfavorito, e Marco Alessandrini, il quotatissimo, sostengono che il ballottaggio di domenica ci sarà, sarà leale e vedrà i voti del Pd (e dell’intero centrosinistra) seguire soltanto il volere degli elettori. Duri i toni della smentita: “Non permetto che il naturale e scontato confronto politico all’interno di un partito venga ridotto ad una tratta del bestiame”, afferma Blasioli, orgoglioso dell’exploit da outsider: “So bene che il risultato che ho ottenuto alle primarie, solo contro la maggior parte dei consiglieri comunali del Pd schierati apertamente con un altro candidato, ha rotto degli equilibri e ha infastidito più di qualcuno. La sera stessa delle primarie lanciai un appello: che siano i cittadini a scegliere, liberamente, il loro candidato, e non gli accordi fra i big e le vecchie logiche”. Allo stesso tempo, però, si rende conto di essere in una posizione poco favorevole: “Non posso non tener conto”, dice, “che alle primarie voteranno le stesse persone di domenica scorsa, e la matematica mi è totalmente contro”. Anche per questo Antonio Blasioli ha provato ad assaggiare il sapore della mediazione: “Se oggi”, ammete, “sto riflettendo sulla possibilità di conciliare è solo perché il sistema del ballottaggio mi penalizza fortemente”. E un tavolo d’incontro c’è effettivamente stato: “Quando mi sono seduto al tavolo con Marco Alessandrini, su suo invito, non ho mai chiesto deleghe né per me né per chi mi ha sostenuto. Preciso”, prosegue il consigliere comunale, “che non siamo stati noi a richiedere alcun incontro”. Sulla carta stampata, poi, è comparsa anche la trattativa, che coinvolge il D’Alfonso candidato Governatore e spalleggiato da Alessandrini: “L’assessorato regionale a Donato Di Matteo”, precisa però Blasioli, “non solo non è stato minimamente accennato, ma soprattutto non poteva essere oggetto di una trattativa che riguarda il Comune di Pescara”.

L’avvantaggiato Alessandrini, ancor più seccamente, smentisce l’ipotesi negoziati: “Spartizioni di poltrone, cariche e deleghe – si legge in un comunicato – non solo non sono mai stati in discussione in questi giorni, ma non appartengono alla mia storia personale, come credo anche a quella del mio sfidante, non sono pratica del partito di cui faccio parte, non sono scenari reali di questi frangenti di campagna per le primarie in cui si discute del Comune di Pescara e in cui la Regione e i candidati regionali non c’entrano niente”, commenta l’avvocato, figlio del giudice assassinato dai brigatisti.

DI PIETRANTONIO CON ALESSANDRINI

Tatticamente parlando, non si capisce se è un bene un male averlo accanto: Moreno Di Pietrantonio, capogruppo Pd in carica e grande deluso dal primo turno delle primarie (arrivato quarto, dopo Teodoro) ha ufficializzato stamani l’appoggio a Marco Alessandrini, spiegando che la sua decisione è scaturita anche “dal ruolo democratico che ricoprono le primarie, a favore delle quali mi sono sempre battuto e che hanno designato Alessandrini quale candidato”. Da parte sua Alessandrini, presente alla conferenza stampa, ha parlato di i”ndiscutibili affinità politiche e culturali, che hanno consentito di ragionare sui contenuti programmatici”. Matematicamente, invece, i 1062 voti di Di Pietrantonio costituiscono un tesoretto che garantirebbe al primo in classifica la vittoria certa.

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