Pescara, Progetto Obiettivo: la Asl si trasferisce in carcere

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Pescara. Se la sanità deve essere per tutti, la Asl abruzzese pensa anche ai detenuti. Un macro-progetto che prende il volo da lontano, la sanità penitenziaria come filo conduttore per garantire assistenza omogenea e condivisa anche ai detenuti. Questo alla base del “Progetto Obiettivo”, emanato sulla scia di un finanziamento nazionale, un accordo tra Stato e Regioni del 25 marzo 2009 e che oggi finalmente arriva nelle Asl locali.

Si attinge da quote vincolate del fondo sanitario nazionale per un piano di salvaguardia da attuare attraverso le aziende sanitarie locali direttamente nei penitenziari d’Italia. Il progetto che sarà operativo dal 2011 è stato presentato quest’oggi dal manager della Asl Claudio D’Amario e dai relativi responsabili, la dottoressa Daniela Ogni e il Dottor Gianfranco Ricci, in una conferenza stampa tenutasi presso la sede Asl in Via Renato Paolini.
Piani precisi con relative specifiche, accomunati da un unico obiettivo: garantire assistenza ai detenuti finora spesso lasciati senza un adeguato aiuto, arrivando direttamente nelle sedi di reclusione. Stanziati 690 mila euro che verranno ripartiti tra i penitenziari abruzzesi (Teramo, Pescara, Chiati-Lanciano-Vasto, L’Aquila-Avezzano-Sulmona). Un progetto fortemente voluto anche dal direttore della casa circondariale di Pescara, Franco Pettinelli, una svolta che migliorerà la situazione di forti ristrettezze economiche che sta caratterizzando il momento attuale, un incremento qualitativo e quantitativo. Il progetto finanzierà l’odontoiatria, la mediazione culturale, le prestazioni di fisioterapia e la fornitura di farmaci di fascia C e H. “Gli interventi, sulle spalle dell’ambito penitenziario fino a fine 2010, comportano un dispendio sia economico, che di risorse umane ingente,- ha dichiarato la dott.ssa Ogni-. Ogni volta che un detenuto ha necessità di prestazioni, deve essere accompagnato nella struttura sanitaria da almeno 4 agenti, per non parlare anche del disagio che egli è costretto a subire dinanzi alla popolazione. Ma a breve, il distretto si trasferirà tra le quattro mura carcerarie, migliorando in toto la situazione. Al di là del beneficio fisico, ci sarà un vero e proprio beneficio psicologico, i detenuti si sentiranno assistiti e non relegati nella propria diversità”, ha concluso la Ogni.
D’Amario ci ha tenuto a mettere l’accento sull’essenzialità del servizio, un servizio che guarda all’America, una sanità che procede verso una nuova ottica: “il concetto dell’ospedale centralizzato sta finendo, gli ospedali si delocalizzano e si guarda all’incremento delle prestazioni. Si trasformano posti letto inutili ai fini della cura del cittadino, la salute si fa con i servizi”.
Il Progetto Obiettivo, in via del tutto sperimentale, avrà la durata di un anno, un ponte che però vuol saldarsi all’interno della società, per implementare problemi che attanagliano la collettività. Per gli Istituti Penitenziari di Pescara e Teramo inoltre il servizio è stato integrato anche con un progetto di studio, promosso proprio dall’Ospedale civile di Pescara,   in cui i detenuti potranno beneficiare  di un counselling psicologico, consulenze con percorsi mirati alle esigenze dei detenuti che spesso non riuscendo ad affrontare la restrizione, si rifugiando nell’unica strada che vedono possibile, il suicidio.

Monica Coletti

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