Terremoto L’Aquila, il ministro Barca incontra i sindaci e chiede alleanza per la ricostruzione

fabrizio_barcaRocca di Mezzo. Alleanza e progetti per lo sviluppo socio-economico: è questa la terapia che il ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, ha indicato ai 57 sindaci dei Comuni terremotati per fare in modo che dopo la fase della ricostruzione se ne avvii un’altra che eviti lo spopolamento e che attragga nuovi residenti. La terapia è stata indicata in un incontro in occasione del terzo anniversario del sisma, nel corso del quale i sindaci hanno invocato l’approvazione dei piani di ricostruzione e lo sblocco dei fondi (12 mln) del ”piano Giovanardi”, destinati ai progetti per il sociale, in un momento nel quale lo spopolamento sta accelerando la sua evoluzione..

Il Ministro, che nella notte ha partecipato alla fiaccolata nel capoluogo, ha spiegato come la filiera per la ricostruzione composta da Fintecna, ReLUIS e Cineas è migliorabile, però molti ritardi sarebbero dovuti a tecnici che hanno fatto incetta di progetti e non arrivano a consegnarli: così il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ha risposto ad una domanda dei giornalisti riguardo alle polemiche suscitate da una sua dichiarazione di alcuni giorni fa nella quale sosteneva che i ritardi nel rilascio dei permessi per la ricostruzione non erano dovuti alla filiera il cui lavoro era stato impeccabile, ma ai professionisti che avevano fatto incetta di progetti. “Le critiche sono sempre positive – ha detto il ministro – e a volte servono per stanare qualcuno e generare una discussione proficua. La filiera è certamente migliorabile ma non era incapace come sosteneva qualcuno. Riguardo ai tecnici, chi ha preso troppi progetti e non riesce a presentarli in tempo, sarà sanzionato”.
“Entro la fine dell’estate inizierà la ricostruzione delle periferie e sempre entro l’estate dovranno essere presentati i piani per la ricostruzione del centro storico, che richiederà almeno 10 anni”, ha detto Barca in un’intervista al Fatto Quotidiano. Sui fondi necessari, il “governo Berlusconi aveva stanziato 10 miliardi: 2,8 sono stati spesi per l’emergenza, ne restano 7,9, che basteranno per il primo triennio”, spiega il Ministro, secondo cui va “spazzata via la favola secondo cui i soldi non bastano”.

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