Con l’approssimarsi della primavera giunge, puntuale come un orologio, anche quello dell’ora legale: ecco quando bisognerà portare un’ora avanti le lancette dell’orologio.
I segni predittori della primavera si sono già palesati in tutto lo stivale. La scorsa settimana c’è stato un anticipo della bella stagione al Nord Italia, adesso la situazione si è capovolta con il ritorno del maltempo nelle regioni del settentrionali e un innalzamento quasi innaturale delle temperature al Sud Italia, con tanto di massima di 28° in quel di Palermo.

Al di là dei primi scampoli di bel tempo diffuso e di clima più mite, l’arrivo della stagione della rinascita della natura è segnalato quotidianamente dal graduale allungamento delle giornate, con il sole che tramonta sempre più tardi regalandoci la sensazione di un prolungamento delle ore diurne e la voglia di cominciare a lasciare divano e coperta per godersi un’uscita fuori con gli amici per un aperitivo o per una cena.
Questo è anche il periodo in cui convenzionalmente le lancette dell’orologio vengono portate in avanti per l’adozione dell’Ora Legale. Si tratta di una misura divenuta regola fissa in Italia a partire dal 1966 allo scopo di regalare alla cittadinanza un’ora in più di sole e prolungare dunque la giornata sino alle ore 20-21 durante il periodo estivo.
In questi anni si è parlato molto della proposta dei Paesi nordici di eliminare per sempre l’ora legale, tuttavia i Paesi membri dell’UE che fanno parte del Sud dell’Europa non hanno aderito poiché i benefici dell’ora legale nel periodo estivo sono notevoli sia per quanto riguarda il settore terziario che per favorire le abitudini estive della popolazione.
Ora legale, quali sono le problematiche che questa modifica comporta all’organismo
Nel 2025 il cambio dell’ora da Solare a Legale avviene la notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo. Come da tradizione il cambio di orario avviene alle 2 di notte: allo scoccare della seconda ora del mattino, ecco che le lancette di smartphone e di tutto ciò che è collegato ad una rete internet cambiano di conseguenza facendo un balzo in avanti.

Ciò significa che domenica 30 marzo ci si troverà a svegliarsi un’ora più tardi e che chi ha l’obbligo di lavorare la domenica dovrà puntare una sveglia per non rischiare di alzarsi in ritardo e cominciare male la giornata. Per fortuna si tratta di un giorno in cui solitamente non si lavoro, tuttavia in quest’epoca sono sempre di più i lavori (in smart working o sul luogo) che richiedono una turnazione lavorativa la domenica.
Al di là del disagio di alcuni per le problematiche di organizzazione lavorativa, il cambio di orario potrebbe essere un problema soprattutto per anziani e bambini, il cui organismo subisce maggiormente il “Jet-lag” causato dal cambio di abitudini di riposo. Per le prime settimane potrebbe essere complicato infatti modificare l’orario in cui si va a letto e ci si alza, con conseguenti problemi di stanchezza, perdita di concentrazione (dannosa sia per il lavoro che per lo studio), nausea e inappetenza.
Disturbi che possono essere più forti anche per chi è abituato ad addormentarsi tardi e fatica ad alzarsi presto già normalmente, ma che tendono a passare naturalmente (in alcuni casi può essere utile l’assunzione di farmaci specifici, se prescritti dal medico) dopo un paio di settimane.
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La storia dell’Ora Legale: quando è stata adottata per la prima volta
L’orario è una convenzione basata sull’osservazione dei cicli di giorno e notte e delle fasi lunari. Si pensa che l’idea di suddividere l’anno in 12 mesi e le ore in 60 minuti risalga addirittura ai babilonesi e che questa convenzione sia stata poi applicata da tutte le altre civiltà occidentali. Dopo la rivoluzione francese ci fu il tentativo di suddividere l’orario in decimi, ma questa sperimentazione è finita per volontà di Napoleone.

Per quanto riguarda l’introduzione dell’ora legale, invece, bisogna arrivare fino all’epoca moderna. Tradizionalmente l’idea viene attribuita a Benjamin Franklin, il quale espose la sua idea di avanzare di un’ora l’orario durante il periodo estivo per una questione di risparmio energetico. Secondo gli studiosi, tuttavia, l’idea originale fu di George Vernon Hudson, biologo neozelandese che teorizzò nel 1895 i vantaggi dell’ora legale per sfruttare un’ora di sole in più al giorno.
Per quanto riguarda la prima teorizzazione europea bisognerà attendere il 1907 quando l’inglese William Willet ipotizzò che potesse essere la soluzione alla crisi energetica che sarebbe giunta se fosse scoppiata una guerra. L’Inghilterra adotto la soluzione proprio durante la Grande guerra, a partire dal 1916, lo stesso anno in cui venne adottata per la prima volta anche in Italia, per il medesimo motivo.
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Abolita alla fine del primo conflitto mondiale, ristabilita durante il secondo e cancellata alla fine, l’ora legale è divenuta una convenzione standard solo a partire dal 1966. Il vantaggio è sicuramente legato al risparmio energetico – poiché con più ore di luce non è necessario utilizzare quella artificiale finché non cala la notte – ma anche a livello sociale ed economico.