La pensione di reversibilità è erogata in favore degli eredi di un pensionato deceduto, in percentuali che variano in base a diversi fattori.
Quando un pensionato viene a mancare la sua pensione diretta si trasforma in pensione di reversibilità nei confronti dei suoi eredi. Questa pensione viene erogata tramite i contributi versati dal deceduto e pertanto non è una misura assistenziale.
È piuttosto una vera e propria pensione indiretta, che ha lo scopo di conservare inalterate le condizioni socio-economiche della famiglia a cui il pensionato contribuiva. La reversibilità, infatti, spetta agli eredi del pensionato deceduto, in particolare al coniuge, ai figli, ma anche ai genitori o ai fratelli e alle sorelle del defunto.
La sua erogazione si basa su alcuni requisiti e può avvenire in percentuali variabili in base alla condizione reddituale dell’erede e al grado di parentela che intercorre col pensionato defunto. Uno dei casi più comuni in cui la reversibilità viene erogata è quello del coniuge superstite, anche unito civilmente, separato o divorziato (ma solo a patto che percepisse un assegno di mantenimento).
Pensione di reversibilità: è cumulabile con altri redditi, ma attenzione a quanto ti decurtano
Al coniuge superstite spetta una percentuale della pensione del 60% se solo, dell’80% in presenza di almeno un figlio considerato a carico (minorenne, studente o inabile) e del 100% in presenza di 2 o più figli (a ogni figlio spetta infatti un’aliquota del 20%). Un requisito fondamentale per il coniuge è che non sia convolato a nuove nozze. In tal caso, infatti, la pensione di reversibilità viene sospesa.
In altri casi è invece prevista una decurtazione. Quest’ultimo caso si verifica ad esempio quanto l’erede percepisce anche redditi propri. Nonostante la pensione di reversibilità sia cumulabile con altri trattamenti, infatti, essa può subire delle riduzioni in caso di redditi percepiti eccedenti una certa soglia.
In particolare se il coniuge percepisce una pensione di valore compreso tra 3 e 4 volte il minimo annuo allora la reversibilità subisce una decurtazione del 25%. Tra 4 e 5 volte il minimo annuo la decurtazione arriva al 40%, mentre oltre le 5 volte il trattamento pensionistico minimo annuo la riduzione è del 50%.
A questo punto, però, è bene specificare che la decurtazione non avviene nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti figli minorenni, studenti o inabili. Inoltre una norma di salvaguardia garantisce i pensionati che percepiscono una pensione di poco superiore alle soglie minime sopra indicate.