La pensione di reversibilità spetta ad uno dei due coniugi al sopraggiungere della morte dell’altro. Ma in alcuni casi spetta anche al figlio. Le condizioni.
Come stabilito dall’articolo 13 del RD n. 636/1939, la pensione di reversibilità non è limitata solamente al coniuge ancora in vita, ma può essere estesa anche ai figli del pensionato defunto. La prestazione economica è offerta direttamente dallo Stato su richiesta e si rivela fondamentale per garantire il sostentamento dei familiari del defunto.
La Cassazione, attraverso la sentenza n. 9377/2021, sottolinea che la pensione di reversibilità è un mezzo per perseguire l’interesse collettivo alla liberazione dai bisogni e per garantire condizioni economiche e sociali minime. Si tratta di un diritto riconosciuto ai familiari del pensionato defunto, compresi i figli, che devono rispettare determinati requisiti. Andiamo a vedere quali sono quindi coloro che potranno accedere alla pensione di reversibilità.
Pensione di reversibilità quando può essere trasmessa ai figli
I figli aventi diritto a questa pensione possono essere adottivi, affiliati legalmente o dichiarati giudizialmente, non riconoscibili secondo specifici articoli del codice civile, nati da un precedente matrimonio dell’altro coniuge, riconosciuti legalmente o dichiarati giudizialmente dal coniuge del defunto o minori regolarmente affidati da organi competenti secondo le leggi vigenti. Questi figli devono essere minori, inabili di qualsiasi età, studenti entro il 21° anno di età o il 26° se universitari, e devono essere a carico del defunto al momento della sua morte.
La pensione di reversibilità si estende anche ai figli legittimi o legittimati, adottivi o affiliati, naturali, riconosciuti legalmente o dichiarati giudizialmente o nati da un precedente matrimonio dell’altro coniuge. Anche in questo caso i requisiti includono il fatto che i figli siano minori, inabili, studenti o universitari, e a carico del defunto al momento del decesso.
I nipoti possono essere equiparati ai figli se a carico del nonno o della nonna al momento della loro morte, indipendentemente dal fatto che fossero o meno formalmente affidati agli ascendenti. Il requisito principale per accedere alla pensione è essere “a carico”.
Infatti la Cassazione con l’ordinanza n. 28812/2017, ha chiarito che la condizione di essere a carico non si identifica strettamente con la convivenza o la totale soggezione finanziaria, ma richiede una valutazione rigorosa. La non autosufficienza economica e il mantenimento abituale sono criteri importanti e la convivenza del superstite con il defunto gioca un ruolo rilevante nella determinazione di questa dipendenza economica.