INPS fa felici i lavoratori: pensione a 63 anni ma flessibile, come fare domanda

I lavoratori hanno appena ricevuto una positiva notizia dall’INPS: pensione a 63 anni ma flessibile, domanda disponibile e facile da fare.

Il tema pensioni torna nuovamente al centro del dibattito a seguito di una notizia che fa felice tutti i lavoratori. Emerge la possibilità di andare in pensione a 63 anni ma beneficiando di una certa flessibilità. In questo modo i futuri pensionati potranno gestire al meglio il trattamento erogato dall’INPS.

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Buona notizia per i lavoratori: arriva la pensione a 63 anni ma flessibile – Abruzzo.cityrumors.it

La situazione sul piano pensionistico non è delle più semplici dato che sembra sempre più difficile raggiungere questa misura. Inoltre, anche se raggiunta l’importo mensile ricevuto non sempre soddisfa e consente di poter sostenere le spese quotidiane e gli eventuali imprevisti.

In questo scenario così tanto complesso si inserisce una riforma che rappresenterebbe la svolta per i lavoratori. Entriamo nel dettaglio per scoprire insieme cosa potrebbe cambiare in Italia sul tema delle pensioni,

Pensione dai 63 anni ma flessibile: come funziona la riforma

In queste ultime settimane avanza con forza l’ipotesi di una riforma delle pensioni che potrebbe partire dai 63 anni. Il passaggio da quota 103 a quota 104, soprattutto se realizzato in un determinato modo potrebbe essere una soluzione da non mettere da parte a priori, anche se qualcuno inizia a storcere il naso.

pensione 63 anni flessibile: come funziona
Come potrebbe funziona l’accesso alla pensione con la flessibilità – Abruzzo.cityrumors.it

Al momento si parla del fatto che la quota 103 potrebbe lasciare spazio alla quota 104. Tale passaggio inciderebbe solo sull’età di uscita dal mondo del lavoro che da 62 anni passerebbe a 64 anni, ma sempre con i 41 anni di contributi versati. Questa possibilità ha portato tanti a sottolineare l’inasprimento dei requisiti e al peggioramento dell’età pensionabile.

In questo caso però si segue la strada intrapresa negli anni passati, quando, ad esempio, da quota 100 si salì a quota 102 e poi 103. In pratica tale soluzione porterebbe alla combinazione utile per i lavoratori a 63+41, nettamente superiore a quella di quota 100 che si attestava sui 62+38.

Per questo motivo si va a considerare questa nuova possibilità solo come un semplice inasprimento dei requisiti. Come evidenziato dal portale pensioniefisco.it, basterebbe dotare la misura di una determinata flessibilità. Ad esempio, aggiungendo alla combinazione principale le giuste alternative: pensionamento con 39 anni di contributi e 65 anni di età oppure 38 anni di contributi con 66 anni di età.

O ancora estendere l’accesso alla pensione alla combinazione 64+40 o 62+42. In sintesi, basterebbe dotare la misura della flessibilità sempre richiesta nel tempo ma mai alla fine ottenuta e implementata dall’ordinamento.

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