Ci sono casi in cui la richiesta di aumento di stipendio da parte del dipendente non può essere rifiutata dal datore di lavoro. Scopriamo quali sono.
Avere più soldi in busta paga è il sogno di ogni dipendente. Arriva il momento in cui si desidera ricevere una somma aggiuntiva per l’impegno messo nell’attività, magari dopo anni di fisso diventato inadeguato.
In Italia stipendi e pensioni sono mediamente bassi rispetto al costo della vita. Certo ci sono lavoratori che percepiscono somme elevate ma un’alta percentuale dei cittadini vive con poco più di mille euro al mese. Insufficienti per uno standard di vita qualitativamente apprezzabile soprattutto considerati i prezzi dei beni e servizi odierni. Urge un cambiamento, servono erogazioni di denaro maggiori.
Da qui le varie misure pensate dal Governo e inserite nella Legge di Bilancio 2024. Il taglio del cuneo fiscale, l’imposta di produttività al 5%, la decontribuzione per le mamme lavoratrici, i fringe benefit fino a 2 mila euro. A queste misure generali si affianca la possibilità per il dipendente di chiedere un aumento della retribuzione senza che il datore di lavoro possa rifiutarsi di concederlo. Lo stabilisce la Legge nonché i Contratti Collettivi Nazionali.
Il datore di lavoro non può rifiutare un aumento, ecco quando
Il dipendente può ottenere un aumento dello stipendio per scatti di anzianità o per una promozione. Gli scatti di anzianità sono gli incrementi della retribuzione automatici dopo un certo numero di anni di lavoro con lo stesso datore. Al raggiungimento di uno specifico numero di anni scatta l’aggiunta in busta paga di una cifra fissa.
Tale aggiunta è un diritto del dipendente così come previsto dai CCNL e il datore di lavoro deve rispettarlo. Non può scegliere se concedere l”aumento oppure no.
Deve applicare obbligatoriamente lo scatto retributivo. Per quanto riguarda la tempistica con cui avvengono gli scatti, questa sarà stabilita dal CCNL di riferimento. In alcuni casi il passaggio avviene ogni due anni, in altri ogni tre o addirittura ogni cinque. Se lo scatto non dovesse essere applicato il dipendente potrà rivolgersi alla Direzione Territoriale del Lavoro o alle organizzazioni sindacali entro il termine di prescrizione (dieci anni).
La promozione, invece, è un passaggio di livello che comporta uno stipendio più elevato. In questo caso è il datore di lavoro a decidere se far avanzare di livello il dipendente, non è obbligato. Indipendentemente dalle due condizioni citate – scatti di anzianità e promozione – ogni dipendente è libero di chiedere in qualsiasi momento un aumento di stipendio ma deve sapere che potrebbe arrivare un “no” come risposta.