Heysel, l’incredibile storia di due tifosi abruzzesi: il comune li ricorda così

Una notte di calcio trasformata in orrore. Sotto la furia degli hooligans inglesi 39 persone, di cui ben 32 italiane, trovarono la morte soltanto perchè avevano scelto di andare a vedere la finale di Coppa dei Campioni

Il 29 maggio 1985 trentanove persone persero la vita nella calca provocata dai tifosi del Liverpool contro i sostenitori della Juventus prima della finale di Coppa Campioni che si stava per disputare nello stadio di Bruxelles, la capitale del Belgio. È uno dei più grandi drammi vissuti dal mondo del calcio. Gli hooligans inglesi travolsero il settore che ospitava i supporter bianconeri, che morirono o schiacciati contro le balaustre o precipitati dalle grandinate dopo il crollo di un muretto.

39 morti
Heysel, l’incredibile storia di due tifosi abruzzesi: il comune li ricorda così – Abruzzocityrumors.it

Sono tutte storie di una passione per il calcio e per la propria squadra del cuore quella delle persone che non sono più tornate a casa dai propri cari da quella maledetta trasferta nella capitale belga. Una di queste storie ha per protagonisti due ragazzi di 24 e 27 anni, uno soltanto fidanzato, l’altro invece sposato, con due sorelle che a distanza di 40 anni domani saranno presenti alla commemorazione ufficiale della città di Francavilla, loro paese d’origine.

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Doveva essere una festa invece è stata una delle tragedie più grandi

Heysel. Nominare questa parola fa venire in mente soltanto una cosa. Come una frustata nel cuore il ricordo va a quella sera, una sera di calcio e passione che invece si trasforma in una delle più grandi tragedia della storia del calcio. Una tragedia che infatti cambierà per sempre la storia di questo sport. Sono passati esattamente quarant’anni dalla tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles, quando il 29 maggio 1985, prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, persero la vita 39 persone, di cui 32 italiani, 4 belgi, due francesi e un irlandese, e oltre 600 rimasero ferite per la furia dei tifosi e per l’assoluta inadeguatezza delle autorità belghe nell’organizzare un evento così importante.

Finale di Coppa dei Campioni
Doveva essere una festa invece è stata una delle tragedie più grandi – Abruzzocityrumors.it

Un ricordo, un dramma che è rimasto come una macchia indelebile nel cuore e nell’anima di chi quel giorno ha visto morire un padre, un figlio, un amico accanto a lui, e di chi ha la fortuna di poter ricordare che il destino non ha scelto lui. In occasione di questo anniversario così importante il comune di Francavilla ha deciso di omaggiare per sempre due suoi concittadini che, giovani di belle speranze e con tanti sogni ancora da realizzare, partirono con il pullman in direzione Bruxelles, senza più tornare a casa.

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L’ultimo viaggio di Nino e Rocco

Una storia terribile. Il racconto di un’amicizia e di una stessa passione per il calcio che ha portato due ragazzi di 24 e 27 anni a perdere la vita sugli spalti di quel maledetto stadio. A raccontare questa storia è il particolare intreccio delle loro vite, Rocco Acerra e Nino Cerullo, uno sposato e uno fidanzato, ma con la promessa già fatta del matrimonio, con le sorelle Rossi, Loredana e Cinzia. Sono proprio loro due oggi, oramai adulte, a raccontare quei giorni prima spensierati poi angoscianti, fino alla terribile notizia.

finale di calcio
L’ultimo viaggio di Nino e Rocco – Abruzzociturumors.it – IlCentro

Un’ amicizia intensa la loro tanto da far affermare alle due sorelle che “per come erano legati, in quella bolgia infernale uno dei due avrà cercato sicuramente di aiutare l’altro. Così è andata, e sono morti entrambi”. E pensare che nessuno dei due doveva esserci su quell’autobus per Bruxelles. “Rocco aveva avuto la disponibilità dei due biglietti qualche giorno prima, dopo una rinuncia all’ultimo momento”, ricorda Loredana, allora moglie di Rocco, “e invitò Nino ad andare con lui”, prosegue la sorella Cinzia. “Nino era un interista sfegatato, che non se ne perdeva una, ma accettò di andare con Rocco perché veniva da un periodo molto triste” ecco perchè decise di accettare, ma subito si accorsero che la sua carta d’identità era scaduta, un terribile segno del destino, ma fu la stessa Cinzia ad attivarsi per risolvere il problema.

Furia inglese
L’ultimo viaggio di Nino e Rocco – Abruzzocityrumors.it

“Mi attivai per riuscire a fargliela fare in tempo. Tutto di fretta, alla fine partì. Ci salutammo quel pomeriggio a Chieti. Non sapevamo cosa ci aspettava”. La furia dei tifosi inglesi li coglierà di sorpresa e non lascerà loro scampo. Seguirono momenti terribili nell’impossibilità di capire realmente cosa stessa accadendo guardando le immagini dalla tv, con quel numero della Farnesina attivato per ricevere la più terribile delle notizie. “Rocco è morto. Di Nino non si sa niente, ma Rocco è morto”, racconta Loredana, poi arriverà la notizia che anche Nino non ce l’aveva fatta. La vita è andata avanti, le due sorelle hanno un’altra famiglia, ma il legame con quei due ragazzi non è mai venuto meno e a ogni commemorazione sono presenti per loro. Così come accadrà anche domani quando il sindaco di Francavilla intitolerà ufficialmente proprio a Rocco e Nino lo stadio comunale.

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