Ci sono voluti diversi anni e una rocambolesca fuga dagli arresti domiciliari, ma ora è stato finalmente assicurato alla giustizia un cittadino rumeno molto conosciuto dalla polizia in Abruzzo
Un’importante operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di un uomo di 45 anni, cittadino romeno, latitante dal 2016. L’arresto è avvenuto nei pressi del confine con la Slovenia, durante un controllo effettuato dai carabinieri della Compagnia di Aurisina, in provincia di Trieste, mentre a bordo di un bus di linea, proveniente dalla Spagna, era diretto proprio in Romania.

Per anni è stato considerato l’inafferrabile ladro di rame d’Abruzzo. Dal 2016 era ricercato dalle Polizie di tutte le province, dato che era riuscito a farla sempre franca. Ricercato da tutte le procure abruzzesi, l‘uomo si introduceva di notte in siti dove erano installati grandi impianti di pannelli fotovoltaici, interrompeva le linee e i componenti elettrici, rubando centinaia di metri di cavi di rame e scomparendo poi nel nulla.
Ecco perchè si chiama oro rosso
Il rame è uno dei metalli che l’umanità conosce e usa da più tempo, ma oggi ha assunto una rilevanza nella tecnologia che utilizziamo quotidianamente tanto da essere chiamato oro rosso. Le caratteristiche e l’alto prezzo sul mercato fanno del rame un metallo che fa gola alle bande criminali, tanto che sui mercati è arrivato a valere fino a 7-8 euro al chilo. A influenzare il costo di questo metallo è soprattutto la domanda che arriva dai Paesi in via di Sviluppo. Infatti, dietro quelli che sembrano atti vandalici, esiste una filiera illegale vastissima e sempre più organizzata che ha un solo scopo: rubare più rame possibile per rivenderlo all’estero. Lo scorso anno è stato calcolato che in Italia sono stati trafugati 191.703 kg di materiale.

Grondaie, bobine, cavi, pannelli fotovoltaici e corredi esterni, ecco l’oro rosso che sempre più spesso viene rubato in tutte le regioni italiane. Ma da almeno dieci anni le procure di tutte le province d’Abruzzo erano alla caccia di un ladro di rame, probabilmente a capo di una banda di più uomini specializzata in questo genere di furti, che si è sempre fatto beffa delle forze dell’ordine.
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Fine della latitanza
Era latitante da dieci anni, sul suo capo pendeva un mandato d’arresto emesso infatti nel 2016 dalla Procura de L’Aquila, una misura ovviamente mai eseguita proprio perchè l’uomo aveva fatto perdere le proprie tracce, facendo così scattare un decreto di latitanza. Da allora, per tutti questi anni, era sfuggito alle forze dell’ordine muovendosi con discrezione tra vari paesi europei. Ma questa mattina, proprio vicino al confine tra Italia e Slovenia, durante un controllo effettuato dai carabinieri della Compagnia di Aurisina, in provincia di Trieste, il ladro è stato riconosciuto e questa volta assicurato alla giustizia.

L’uomo è stato fermato durante uno di quei controlli chiamati di “retrovalico”, ovvero un’attività di monitoraggio che i Carabinieri svolgono nelle zone limitrofe ai confini di Stato per contrastare il traffico illecito di materiali illegali, l’immigrazione clandestina e la presenza di soggetti pericolosi o ricercati. L’uomo di 45 anni di nazionalità rumena viaggiava su uno di quei bus di linea che fanno servizio per pochi euro tra una nazione e l’altra proveniente dalla Spagna e diretto in Romania. Dopo esser fuggito molti anni fa dall’Italia per evitare l’arresto, il ladro si spostava di continuo da una nazione all’altra e proprio uno di questi spostamenti per tornare a casa stavolta si è rivelato fatale.